Eolico in mare: Via positiva per un altro progetto, da 1,1 GW

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Si tratta di Barium Bay: 74 turbine galleggianti da 15 MW nell'Adriatico meridionale per un investimento da oltre 3,3 miliardi.

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Sale a quattro il numero di progetti eolici offshore in Italia con parere favorevole di Via rilasciato dal Mase.

L’ultimo in ordine di tempo è “Barium Bay”, sviluppato dall’omonima joint venture tra Galileo e Hope, che puntano a un parco eolico galleggiante da 1.110 MW nel Mare Adriatico meridionale, al largo della costa pugliese, tra i Comuni di Vieste e Monopoli, per oltre 3,3 miliardi di investimento (link alla Via e ai documenti in basso).

Gli altri parchi con Via positiva e il Fer 2

Per l’eolico offshore, ricordiamo, serve una Via positiva per partecipare alle gare del Fer 2.

Sulle circa 130 iniziative avviate nel settore, fino a oggi sono solo tre avevano ottenuto la valutazione ambientale: “Agnes” da 660 MW a Ravenna (cui si sommano 100 MW di fotovoltaico galleggiante), “Energia Wind 2020” da 330 MW a Rimini e “Seves Seas” da 250 MW flottanti a Marsala.

Il meccanismo incentivante per le rinnovabili più costose prevede per l’eolico offshore un contingente complessivo di ben 3,8 GW da assegnare entro il 2028.

Come abbiamo riportato, l’eolico in mare è assente dalla seconda asta annunciata di recente.

Sul perché la seconda procedura non sia stata aperta alle tecnologie “marine”, il Mase ha risposto a QualEnergia.it che è per i troppi pochi progetti autorizzati, che non assicurebbero un’adeguata concorrenza.

I dettagli di Barium Bay

Il progetto Barium Bay promosso dalla joint venture tra Galileo e Hope prevede 74 turbine galleggianti da 15 MW ciascuna, per una potenza installata complessiva di 1.110 MW.

Il parco dovrebbe sorgere su fondazioni flottanti tipo WindFloat, oltre le 12 miglia nautiche dalla costa, in una fascia di mare compresa tra Vieste e Monopoli.

La distanza minima prevista dalla costa barese è di circa 24 miglia (44 km), mentre quella dal promontorio del Gargano arriva a 50 km, per minimizzare impatti visivi, interferenze con la pesca e rotte navali.

La costruzione dell’impianto è pianificata su un arco temporale di 48 mesi. Il progetto prevede oltre 800 occupati nella fase di cantiere, circa 540 in quella operativa trentennale e 100 nella dismissione. L’investimento complessivo supera i 3,3 miliardi di euro.

Le turbine selezionate – si legge nella documentazione – sono Vestas V236-15,0 MW o equivalenti, con tre pale e navicella posta a 150 metri d’altezza e rotori da 220 metri di diametro, per un’altezza totale fino a 260 metri.

I generatori dovrebbero essere disposti in una griglia a quinconce, orientata secondo i venti prevalenti, con distanze minime di 1.560 metri per limitare le perdite da effetto scia.

La produzione dovrebbe essere raccolta da 16 sottocampi connessi da cavi sottomarini da 66 kV in configurazione entra-esce, che convergerebbero su due sottostazioni offshore (66/380 kV). Da qui, l’elettricità verrebbe trasmessa tramite un cavo sottomarino ad alta tensione (380 kV) lungo circa 57 km, che approderebbe a sud di Barletta, in zona industriale. Un secondo tratto di cavidotto interrato da 2 km collegherebbe la stazione di transizione alla sottostazione Gis di rifasamento di Barletta e, infine, alla stazione Rtn a 380 kV di nuova costruzione nel comune di Andria, da cui l’energia entrerà nella rete nazionale.

È previsto un articolato piano di monitoraggio ambientale, che comprenderebbe anche una rete di sensori wireless sottomarini basati su tecnologie IoUT (Internet of Underwater Things), fornita da WSense (spin-off dell’Università La Sapienza). Questa rete permetterebbe di controllare in tempo reale parametri marini come la qualità dell’acqua, le correnti, il rumore e la biodiversità.

Sul fronte paesaggistico, il progetto prevede misure di mitigazione visiva come l’uso di colorazioni specifiche per le sottostazioni offshore e la messa a dimora di specie autoctone presso le opere a terra. È inoltre prevista l’installazione di una pala parzialmente nera per ridurre il rischio di collisione con l’avifauna.

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