È definito “pascolo solare” ed è la scelta che alcune aziende stanno facendo per una gestione sostenibile della vegetazione sotto gli impianti fotovoltaici.
Tra queste c’è Enel North America che in Texas ha sottoscritto “il più grande accordo mai fatto negli Stati Uniti” per questa pratica, come spiega la società in una nota.
In particolare, la Texas Solar Sheep si farà carico di portare 6.000 pecore al pascolo su oltre 10.100 acri di terreno (oltre 4mila ettari), dove sono presenti 8 impianti fotovoltaici di Enel.
Una quota rilevante se si pensa che l’American Solar Grazing Association stima in 100.000 gli acri complessivi (oltre 40mila ettari) negli Usa dove è attivo un “pascolo solare”.
Secondo il direttore Kevin Richardson, questa pratica “è in prima linea” nell’ambito del mercato fotovoltaico in contesti rurali che, negli Stati Uniti, “è in forte espansione”.
In particolare, stando ai dati forniti dalla divisione americana di Enel, il solare FV del Paese dovrebbe raggiungere i 34,6 GW di nuovo installato entro la fine del 2024 (leggi Usa: da solare, storage ed eolico il 92% della nuova potenza connessa nel primo semestre 2024).
Impatto minimo dell’agrivoltaico
Nella nota si riporta una valutazione del National Renewable Energy Laboratory, per il quale “la conservazione degli habitat e il pascolo presso le installazioni solari determinano una migliore salute del suolo, un uso più efficiente dell’acqua e costi di manutenzione ridotti”.
Aspetti presi in considerazione anche da una ricerca di Colorado State University e Politecnico di Madrid, secondo la quale i sistemi agrivoltaici possono avere un impatto minimo sul ciclo del carbonio e dell’acqua di determinate piante, grazie alla capacità di adattarsi alle diverse condizioni di luce e ombra. Nel caso di studio erano stati indagati proprio gli effetti sulle colture da pascolo nei pressi di un impianto da 1,2 MW in Colorado.
Di pascolo, infine, si può parlare anche in Germania dove è stato annunciato il progetto del più grande impianto solare termico tedesco. Al di sotto dei 65.000 mq di collettori previsti nell’area di Lipsia si punta a utilizzare proprio il transito delle pecore per regolare la crescita della vegetazione.
In Texas il fotovoltaico Enel per decarbonizzare i consumi Nestlé
Attualmente il portafoglio di Enel N.A. include circa 10,3 GW di potenza rinnovabile utility scale, 1,3 GW di storage utility scale e 106,9 MW di accumuli distribuiti.
A questi numeri va aggiunto un parco fotovoltaico da 326 MW, in esercizio da giugno, combinato a un sistema di accumulo da 86 MW, in corso di realizzazione nella contea di Hopkins, in Texas.
Il progetto è chiamato Stampede e prevede la fornitura di energia ai siti produttivi della Nestlé North America, pari a circa 522.000 MWh l’anno per 15 anni.
In questo modo la società punta a implementare la sua strategia “net zero” per consumare esclusivamente elettricità da rinnovabili entro la fine del 2025 in tutti i suoi stabilimenti nel mondo.