L’Emilia-Romagna proroga i bandi sulle Cer

La decisione dopo le alluvioni. Comunità energetiche protagoniste in regione anche grazie al Patto dei sindaci.

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La Regione Emilia-Romagna ha deciso di prorogare al 31 marzo 2025 il termine di due bandi per la costituzione e la messa in esercizio di comunità energetiche rinnovabili alla luce dei recenti eventi alluvionali.

Nel primo caso si fa riferimento a una procedura che ha già selezionato 125 progetti territoriali, concedendo più tempo ai proponenti per concludere le istruttorie propedeutiche a ottenere i contributi per l’avvio delle Cer.

La Regione precisa che gli ammessi all’agevolazione che avessero già completato l’iter amministrativo previsto dal bando non subiranno ritardi e potranno concludere tutto il percorso nei termini previsti.

La seconda proroga, invece, riguarda gli investimenti delle Cer già costituite. Anche in questo caso ci sarà tempo fino al 31 marzo del prossimo anno per presentare domanda di contributo “finalizzata alla realizzazione di interventi per l’entrata in esercizio e produzione di energia pulita a favore della collettività”, si legge in una nota.

Tra gli interventi già effettuati e ammessi a contributo c’è l’acquisto e la posa in opera degli impianti di produzione e di accumulo dell’energia rinnovabile.

Le Cer dell’Emilia-Romagna nel Patto dei sindaci

“Particolare attenzione” alle Cer arriva anche dai Comuni dell’Emilia-Romagna che hanno aderito al Patto dei sindaci e hanno redatto un Piano d’azione per l’energia sostenibile e il clima (Paesc).

La fotografia sui Paesc regionali è stata fotografata in un report dalla società consortile Art-Er, per la quale, “nonostante la fase ancora embrionale in cui le Cer si trovavano, il territorio regionale ha mostrato interesse. Le azioni per la promozione delle comunità energetiche e delle forme di autoconsumo collettivo registrate sono infatti 42”.

Dal 2019 la Regione ha concesso contributi a Comuni e unioni di essi per la redazione del Paesc tramite tre bandi, erogando un totale di 1,7 milioni di euro in favore di 85 enti per 260 Comuni coinvolti.

Il report analizza i Paesc di 177 Amministrazioni rilevando come nella categoria energia le misure relative alle Cer siano al terzo posto tra quelle scelte, precedute dall’installazione di impianti fotovoltaici in ambito pubblico e residenziale.

Tra le case history contenute nel documento, quella di Bologna per una Cer sviluppata con il progetto Geco, avviato nel 2019. Proproprio dal capoluogo, si ricorda, è partita il 26 febbraio la campagna informativa nazionale sulle comunità energetiche rinnovabili voluta dal Mase.

Una comunità energetica tra Romagna e Marche

Osservando i nuovi progetti sul territorio, infine, tre Comuni della provincia di Rimini e altrettanti della provincia Pesaro-Urbino hanno annunciato la scorsa settimana la nascita della “Comunità energetica rinnovabile Alta Valle del Conca”.

Le Amministrazioni coinvolte sono quelle di Sassofeltrio, Montescudo-Montecolombo e Gemmano, per la parte romagnola, e Mercatino Conca, Monte Grimano Terme e Comune di Monte Cerignone, per quella marchigiana.

L’atto costitutivo e lo statuto sono stati sottoscritti il 23 ottobre 2024 al termine di un percorso avviato nel 2022. Ora si punta a coinvolgere imprese e cittadini con l’obiettivo di contrastare lo spopolamento locale attraverso la riduzione dei costi energetici, aiutare l’economia locale anche grazie ai contributi Pnrr connessi alle Cer, contribuire alla diffusione di impianti a fonte rinnovabile, “stimolando la sensibilità e la cultura energetica dei cittadini al fine di ridurre gli impatti ambientali”, spiega una nota, e contrastare la povertà energetica.

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