Efficienza energetica, accordo al ribasso sulla nuova direttiva

Parlamento e Consiglio convergono su un target vincolante dell'11,7% al 2030 da ottenere collettivamente a livello Ue.

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Dopo una maratona negoziale di 16 ore, Parlamento e Consiglio Ue hanno trovato un accordo preliminare sulla nuova direttiva di efficienza energetica (EED: Energy Efficiency Directive) con una sostanziale vittoria per i 27 Stati membri.

Si stabilisce, infatti, un obiettivo vincolante di efficienza al 2030 – cioè di riduzione aggiuntiva dei consumi energetici finali, rispetto alle previsioni del 2020 – pari all’11,7%, che è ben più basso del 14,5% votato in plenaria dal Parlamento lo scorso settembre, mentre la stessa Commissione Ue aveva proposto il 13% nel piano REPowerEU.

Si tratta, quindi, di un target poco più ambizioso del 9% proposto nel 2021 con il pacchetto Fit for 55.

Con la proposta del Parlamento, ricordiamo, si sarebbe arrivati a una riduzione complessiva del consumo energetico pari almeno al 40% del consumo di energia finale e al 42,5% del consumo di energia primaria nel 2030, rispetto alle proiezioni dello scenario di riferimento del 2007.

In pratica, la Ue avrebbe dovuto consumare non più di 740 Mtep (milioni di tonnellate equivalenti di petrolio) di energia finale e non più di 960 Mtep di energia primaria.

Ora queste soglie si alzano rispettivamente a 763-993 Mtep.

L’obiettivo (11,7% di efficienza come detto) dovrà essere raggiunto collettivamente da tutti gli Stati membri Ue.

Si è convenuto, spiega una nota del Consiglio, che tutti gli Stati membri contribuiranno al raggiungimento del target generale a livello Ue attraverso contributi e traiettorie nazionali indicativi, stabiliti dagli Stati membri nei rispettivi piani nazionali integrati per l’energia e il clima (Pniec), i cui aggiornamenti sono previsti per il 2023 e il 2024.

La formula per il calcolo dei contributi nazionali sarà indicativa, con la possibilità di scostarsi del 2,5%, e terrà conto di diversi fattori tra cui: intensità energetica, Pil pro capite, sviluppo delle rinnovabili e potenziale di risparmio energetico.

Consiglio e Parlamento, precisa la nota, hanno concordato un aumento graduale dell’obiettivo di risparmio energetico annuale, per il consumo finale di energia dal 2024 al 2030. Gli Stati membri assicureranno nuovi risparmi annuali dell’1,49% in media durante questo periodo, raggiungendo gradualmente l’1,9% il 31 dicembre 2030.

Si è anche stabilito che gli Stati membri potranno tenere conto, nel calcolo verso l’obiettivo, dei risparmi energetici realizzati attraverso misure ai sensi della nuova direttiva sul rendimento energetico degli edifici, oltre che sulle misure derivanti dal mercato Ets.

I negoziatori hanno poi concordato un obbligo specifico per il settore pubblico di ottenere una riduzione annuale del consumo energetico dell’1,9%; inoltre, gli Stati membri dovrebbero rinnovare ogni anno almeno il 3% della superficie totale degli edifici di proprietà di enti pubblici.

L’accordo politico provvisorio sarà prima sottoposto all’approvazione del Comitato dei rappresentanti permanenti al Consiglio e della commissione ITRE del Parlamento. La direttiva dovrà quindi essere adottata formalmente dal Parlamento e dal Consiglio, prima di essere pubblicata nella Gazzetta ufficiale Ue.

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