Definire l’agrovoltaico per sfruttarne al meglio i benefici

CATEGORIE:

Definire correttamente il FV abbinato all’agricoltura è stato il tema di un webinar organizzato da Fieragricola insieme a QualEnergia.it che ha voluto sgombrare il campo dal mito della speculazione e del consumo di suolo.

ADV
image_pdfimage_print

Con 2,6 miliardi di euro stanziati all’interno del Piano nazionale di ripartenza e resilienza (Pnrr), suddivisi in due distinte misure a sostegno del Parco Agrisolare (1,5 mld €) e dello Sviluppo agrovoltaico (1,1 mld €), il mondo agricolo è invitato a raccogliere una sfida ambiziosa: coniugare il doppio ruolo di produttore di cibo e di energia. Il salto in avanti da compiere, in ogni caso, dovrà essere di natura culturale.

Il tema è stato affrontato nel corso di un webinar (16 settembre 2021), organizzato da Fieragricola in collaborazione con QualEnergia.it e moderato da Leonardo Berlen.

L’iniziativa formativa, rivolta al mondo agricolo e agli operatori professionali del settore, si inserisce in un ciclo di convegni online in vista della 115ª edizione di Fieragricola, rassegna internazionale dedicata all’agricoltura, in programma a Veronafiere dal 26 al 29 gennaio 2022.

Punto di partenza del webinar è stata la definizione dei sistemi agrovoltaici, «sistemi integrati tra fotovoltaico e agricoltura, in cui vi sia un doppio uso del suolo e che presentino delle sinergie tra la fotosintesi e l’effetto fotovoltaico», come ha specificato Alessandra Scognamiglio della Divisione Fotovoltaico e Smart Devices del Dipartimento Tecnologie energetiche rinnovabili e coordinatrice della task force Agrovoltaico sostenibile di Enea.

In questo modo si supererebbe il modello di pannelli fotovoltaici a terra, osteggiati da quella parte di mondo agricolo che si batte contro il consumo inutile di suolo, in quanto l’agrovoltaico viene installato ad altezze superiori e in posizioni e configurazioni tali da permettere di coltivare e di consentire l’utilizzo di macchinari agricoli e soluzioni di agricoltura di precisione per le operazioni in campo.

Nell’ambito della multifunzionalità in agricoltura, l’agrovoltaico è un’opportunità che – a parte l’incognita data da un vuoto legislativo non ancora colmato e dalla mancanza di una politica universale a livello nazionale, alle quali si sono preferiti indirizzi regionali non omogenei – può trasformare la figura dell’imprenditore agricolo, migliorare la competitività delle aziende, ridurre le emissioni in agricoltura, contrastare alcuni effetti dei cambiamenti climatici, armonizzarsi con il paesaggio e rispondere agli obiettivi ambientali di decarbonizzazione.

«Le prospettive del fotovoltaico nell’Ue-27 vedono una crescita esponenziale fra il 2020 e il 2024, anno in cui si potrebbero sfiorare i 300 Gigawatt installati», ha detto nel corso del webinar Michela Demofonti, coordinatrice del Gruppo di Lavoro Agro-fotovoltaico Italia Solare. E un trend simile sarà anche per l’Italia, «dove gli obiettivi di installazione al 2030 sono stati fissati in 52 GW, più del doppio rispetto ai 21,6 GW installati nel 2020 e una una quota di impianti potrà essere realizzata proprio in combinazione con l’agricoltura».

«Il potenziale per gli agricoltori è notevole e i benefici per le imprese agricole – riassume Alessandra Scognamiglio – possono essere sintetizzati in un ambiente controllato per le colture, ottenere energia per sistemi di raffrescamento e riscaldamento, avere protezione da pioggia, grandine, vento».

E poi ancora – spiega l’esperta Enea – poter avere un introito economico, migliorare la gestione e il controllo idrico e la qualità del suolo, ridurre l’uso di plastiche, e più resilienza al cambiamento climatico».

Diverse anche le soluzioni tecniche attuabili, che spaziano dalle serre fotovoltaiche ai veri e proprio sistemi agrovoltaici in piena aria, dai pannelli con soluzioni orientabili, al modulo bifacciale. Declinazioni differenti, sulla base delle caratteristiche dell’imprese agricola ospitante, delle colture che si alternano in rotazione, delle necessità legate ai cambiamenti climatici.

L’esempio illustrato da Giovanni Simoni, fondatore di Kenergia spa, comprende addirittura un sistema di recupero e immagazzinaggio dell’acqua piovana, così da fronteggiare eventuali problemi di siccità in alcuni periodi dell’anno.

Il doppio uso del suolo e l’unicità dell’imprenditore, che da un lato è agricoltore e dall’altro “energy-manager” distingue la nuova frontiera dell’agrovoltaico dai classici impianti FV a terra, ormai da superare quando sottraggono terreno alle colture agricole, e anche per l’impatto paesaggistico.

«L’agrovoltaico è un progetto di lungo periodo, che necessità una pianificazione e una armonizzazione a livello ambientale», evidenzia Giovanni Simoni.

«L’impianto agrovoltaico non è un semplice impianto fotovoltaico costruito su un terreno agricolo, ma è un progetto integrato e innovativo, progettato, realizzato e gestito attraverso un accordo paritetico tra l’operatore agricolo e l’operatore elettrico», spiega Simoni.

«Si tratta di un progetto di corresponsabilizzazione tra queste due figure dal quale devono trarre beneficio produzione e reddittività dell’agricoltura e la produzione di energie rinnovabili».

Ma come risposta alla transizione ecologica e differenziazione del reddito agricolo è un’opportunità da valutare attentamente ed è con questi obiettivi che Fieragricola 2022 offrirà spunti di dibattito e un salone delle rinnovabili più ampio.

«Non far entrare in conflitto il fotovoltaico con la pratica agricola deve essere la stella polare dell’agrovoltaico – conclude Leonardo Berlen di QualEnergia.it –. Per questo, serve un lavoro tecnico di squadra e quasi sartoriale sul progetto, che non sarà quindi standardizzato, ma complesso, e anche per questo stimolante e con interessanti opportunità per tutti gli attori. Servono esempi da far conoscere e da replicare, ma anche una maggiore attenzione del legislatore nazionale e regionale a questo tipo di iniziative».

Per problemi di natura tecnica la registrazione del webinar è stata solo parziale. Nel video qui sotto l’intervento introduttivo e quello di Alessandra Scognamiglio dell’Enea che fornisce una accurata definizione di agrovoltaico, insieme a diversi esempi sul campo.

Forniamo inoltre le slide presentate dagli altri due relatori:

Per approfondire altri due contenuti: un’intervista di QualEnergia.it a G. Simoni e un video di un webinar curato da Italia Solare dello scorso 1 dicembre 2020:

Idee per un agrovoltaico a misura di impresa agricola

Economia agro-fotovoltaica (video: 35′)

ADV
×