Coronavirus e mercato fotovoltaico in Italia: una luce in fondo al tunnel

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Cosa accadrà nel breve e medio periodo alla filiera fotovoltaica in Italia? L'ingegnere Mauro Moroni di Moroni & Partners traccia per QualEnergia.it alcune possibili prospettive e fornisce anche diversi spunti di ottimismo.

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Il periodo è uno dei più bui dell’ultimo secolo per gran parte del mondo occidentale, e l’emergenza coronavirus influisce e influirà (almeno momentaneamente), anche su tutta la filiera del fotovoltaico e sui prezzi dell’energia.

Se da una parte si vede già una ripresa della Cina in termini di produzione di moduli FV, dall’altra ci sarà un inevitabile rallentamento dell’installato nella maggior parte dei Paesi colpiti, almeno per quest’anno.

Cosa succederà al settore FV?

A breve è probabile che si assisterà ad un abbassamento del costo del Watt di picco, causato da un surplus di produzione rispetto alla domanda.

I prezzi dei moduli, a mio avviso, scenderanno, rendendo ancora più convenienti e fattibili gli interventi ad esempio di revamping e di costruzione di nuovi impianti, sia domestici che industriali.

Sarà un anno difficile per tutti, è indubbio, ma il fotovoltaico può essere anche considerato uno dei driver di ripresa e competitività delle nostre aziende, aiutando quindi il sistema paese a riprendersi più velocemente da questo sciagurato e sfortunato periodo.

Si spera che il GSE a tal proposito faccia la sua parte, agevolando il più possibile ad esempio le operazioni di revamping.

Per quel che concerne invece gli sviluppi di impianti di grande dimensione incentivati e non, sicuramente c’è e ci sarà nel breve e medio periodo un rallentamento in termini di tempistica legato alle problematiche organizzative dovute al coronavirus, ma poi è più che auspicabile un incremento dei target di decarbonizzazione a livello europeo, soprattutto in considerazione di una più che probabile connessione tra diffusione di virus, inquinamento e cambiamento climatico.

Parlando invece di mercato secondario, in considerazione di un rallentamento del mercato primario, penso si potrà assistere ad un incremento rispetto all’ultimo anno, anche in considerazione delle possibilità di revamping a più basso costo che si prospetteranno nel 2020.

E i prezzi dell’energia?

In questo momento sono in chiaro ribasso, ma sono molto influenzati anche dal taglio del costo del barile voluto dall’OPEC e da una momentanea flessione della domanda di energia elettrica di industria e terziario, solo parzialmente compensata dall’aumento della domanda del domestico.

Nonostante ciò le previsioni di lungo periodo, penso, rimarranno sostanzialmente inalterati, anche perché per decidere investimenti in grid parity si fanno simulazioni a 30 anni, e uno o due anni di prezzi bassi dovuti ad eventi eccezionali come l’epidemia in atto, non dovrebbero influenzare molto i trend prospettici di lunga durata.

Chi poi ha la facoltà di partecipare alle aste e registri del decreto FER1 di quest’anno, massimizzerà la competitività dei propri investimenti, a causa della scarsità di autorizzazioni ready to build in ambito solare, e per i CAPEX più contenuti che favoriranno un inaspettato abbassamento dell’LCOE.

Concludo con un invito a tutta la filiera a tenere duro e ad andare avanti. L’Italia a breve avrà bisogno di tutti noi per ripartire e per essere sempre più competitiva.

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