Contro la metanizzazione della Sardegna, una delibera pronta per tutti i Comuni dell’isola

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La proposta a tutte le amministrazioni locali sarde arriva dal Comitato No Metano in Sardegna, la società scientifica Isde – Medici per l’Ambiente Sardegna e dal movimento Fridays for Future Sardegna.

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Mentre l’assessora all’industria della Regione Sardegna, Anita Pila, parla del progetto di metanizzazione come di un “piano di rinascita” dell’isola, quando peraltro non si ha nemmeno idea di quale sarà il futuro sviluppo industriale della regione, è pronta una nuova iniziativa contro questo scenario tanto voluto da Snam, sindacati e giunta regionale, così come avevano anticipato anche a fine agosto.

Il comitato No Metano in Sardegna, la società scientifica Isde – Medici per l’Ambiente Sardegna e il movimento Fridays for Future Sardegna stanno per contattare tutte le amministrazioni comunali sarde per proporre l’adozione di una delibera contro la metanizzazione della Sardegna (allegata in basso).

Alla stregua di quanto già fatto dai comuni di Olzai e Villanovaforru, si vogliono coinvolgere le amministrazioni locali per poter impegnare la Giunta regionale ad abbandonare il programma di metanizzazione.

Allo stesso tempo, nella lettera di accompagnamento (allegata in basso), si chiede alla Regione l’adozione di nuove politiche energetiche basate sull’efficientamento energetico, l’elettrificazione dei consumi e la generazione distribuita da piccoli impianti da fonti rinnovabili dedicati all’autoconsumo.

I promotori della delibera ritengono che i Comuni sardi siano l’ambito ideale per progettare “un nuovo sistema energetico capace, a differenza della metanizzazione, di preservare salubrità ambientale e salute umana, un binomio fortemente compromesso ormai da molti anni in Sardegna a causa dell’inquinamento industriale, come ben documentato da numerosi dati scientifici”.

Con un nuovo modello energetico si potranno – a detta dei promotori – ottenere ingenti risparmi per i cittadini e le attività produttive, contribuendo al contrasto dello spopolamento dell’entroterra.

Si mette inoltre in evidenza che oggi in Sardegna c’è una straordinaria concomitanza di fattori che rende percorribile sin da subito questa strada: la riduzione dei consumi, le fonti energetiche pulite, la possibilità di sfruttare l’idroelettrico dotato di sistemi di pompaggio come sistema naturale d’accumulo dell’energia e per la fornitura di servizi di pregio relativi alla regolazione della rete.

Le critiche al programma di metanizzazione sono diverse, a partire dal fatto che le grandi quantità di GNL stoccato nei depositi costieri e l’intenzione di realizzare un nuovo metanodotto sottomarino, fanno sì che la regione venga concepita come un hub del gas al centro del Mediterraneo. “Non è accettabile – spiegano i promotori – che i sardi siano chiamati a ripagare le infrastrutture attraverso l’imposizione di esose bollette”.

“Per quali ragioni – si chiedono – la Sardegna dovrebbe legare le proprie sorti in campo energetico alla combustione di un fossile climalterante particolarmente caro che impatta sulla salute e sull’ambiente o ad un nuovo elettrodotto che finirà per rinforzare il ruolo di esportatrice di energia elettrica già assunto dalla Sardegna?

Proposta di delibera (pdf)

Lettera di accompagnamento alla proposta di delibera (pdf)

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