Contenere l’aumento delle tariffe energetiche nel prossimo trimestre con un’azione spot sugli oneri di sistema e attuare un seguito una riforma più strutturale della bolletta, accelerare lo sviluppo delle rinnovabili per sganciarsi dal gas, lasciando comunque porte aperte al nucleare di nuova generazione.
Questa, in sintesi, la ricetta proposta dal ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, contro il caro energia che sta colpendo l’Italia e gli altri paesi europei.
Cingolani, intervenuto a Radio Anch’io su Radio Uno Rai, in tema di bollette, riporta l’agenzia Ansa, ha affermato che “c’è da mitigare l’aumento del trimestre, che c’è in tutto il mondo, e all’80% dipende dall’aumento del gas.”
“Poi c’è da mettere in piedi un intervento più strutturale. Bisogna ragionare su come è costruita una bolletta, va riscritto il metodo di calcolo. Lo stiamo facendo in queste ore”, ha aggiunto, riferendosi probabilmente al fatto che, secondo indiscrezioni di stampa, già con la prossima legge di bilancio si sposteranno parte degli oneri di sistema sulla fiscalità generale (si veda quel che scrivevamo ieri).
Nelle scorse ore a Palazzo Chigi si sono riuniti il premier Mario Draghi con lo stesso Cingolani e il ministro delle Finanze, Daniele Franco, per valutare le possibili misure con cui alleviare i rincari dei prezzi energetici. Tra i provvedimenti allo studio del governo, ci sono interventi sugli oneri di sistema, che potrebbero essere ridotti grazie all’uso dei proventi delle aste Ets (mentre più avanti, appunto, si valuterà un loro eventuale trasferimento in fiscalità generale), oltre a interventi sull’Iva.
Per quanto riguarda, più in generale, la transizione energetica, Cingolani in radio ha dichiarato che “la cosa più importante è accelerare sull’installazione di rinnovabili, così ci sganciamo più rapidamente possibile dal costo del gas”, ricordando poi che il decreto Semplificazioni, secondo le stime dell’esecutivo, abbasserà i tempi per autorizzare nuovi impianti a fonti rinnovabili, da circa 1.200 giorni a circa 240 giorni.
Nel suo intervento a Radio Anch’io, Cingolani ha parlato infine di nucleare.
“Oggi noi non potremmo fare nulla di nucleare, perché abbiamo un referendum che dice no alle vecchie tecnologie, e quelle nuove al momento non ci sono ancora”, precisando però che “non ho cambiato idea”.
Ho raccontato, ha concluso il ministro, “che oggi ci sono quattro paesi che stanno studiando sorgenti di energia alternative, i reattori di quarta generazione. Ho detto che queste fonti non sono mature, che probabilmente nel prossimo decennio capiremo se sono convenienti e sicure. Qualora questo fosse verificato, sarebbe importante capire se possono essere usate”.