Blue Deal, una piattaforma per promuovere l’energia dal mare nel Mediterraneo

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Uno spazio virtuale in cui domanda e offerta di "blue energy" possono incontrarsi e avvalersi di strumenti innovativi.

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Una piattaforma per promuovere la diffusione dell’energia dal mare nei Paesi del Mediterraneo.

È questo uno dei principali risultati raggiunti dal progetto europeo Blue DEAL, cofinanziato con 2,8 milioni di euro dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale e dallo Strumento di Assistenza Preadesione e coordinato dall’Università di Siena, al quale partecipano 12 partner, tra cui ENEA, e 6 Paesi (Italia, Albania, Cipro, Croazia, Grecia e Spagna).

Si tratta di uno spazio virtuale in cui domanda e offerta di “blue energy” possono incontrarsi e avvalersi di strumenti innovativi come il catalogo delle tecnologie per l’energia dal mare suddiviso in tre gruppi principali (on-shore, near-shore e off-shore), un software di visualizzazione 3D per la verifica dell’impatto visivo dei potenziali impianti, dalla costa, dal mare e da drone e, infine, una metodologia che definisce i ‘passi’ da seguire per mettere a punto piani di energia dal mare ‘su misura’ che comprendono anche l’impatto ambientale con la quantificazione della CO2 evitata.

“In base alla metodologia di Blue DEAL, per prima cosa raccogliamo tutte le informazioni di natura fisica, ambientale e infrastrutturale della regione target, comprese le mappe del potenziale energetico marino. In pratica, verifichiamo sia l’esistenza di aree marine protette e habitat naturali rilevanti sia la localizzazione delle infrastrutture e delle rotte marittime abituali”, spiega Simone Bastianoni, dell’Università di Siena e coordinatore del progetto.

“La combinazione di questi dati, con le caratteristiche operative delle tecnologie per l’energia dal mare – chiarisce Bastianoni – permette di identificare con precisione le aree di un Paese più idonee per l’impiego degli impianti off-shore, nel rispetto degli standard di tutela ambientale”.

Il Mar Mediterraneo ha un buon potenziale per l’energia del moto ondoso e da maree, spiega la nota Enea che illustra il progetto, come una diffusa disponibilità per l’utilizzo dei gradienti termici e salini che sfruttano la differenza di concentrazione di sale tra acqua dolce e acqua di mare ma, soprattutto, ha un alto potenziale per l’energia eolica off-shore, per lo più galleggiante a causa dell’elevata profondità del fondale marino.

Non a caso, la strategia per le energie rinnovabili off-shore della Commissione Ue prevede un aumento dell’eolico marino in Europa dagli attuali 12 GW ai 60 GW entro il 2030 e fino ai 300 GW (e almeno 40 GW di energia oceanica) entro il 2050.

“Nei prossimi anni l’energia eolica off-shore potrebbe essere la più grande fonte di energia elettrica in Europa”, sottolinea Maria Vittoria Struglia ricercatrice del Laboratorio di modellistica climatica e impatti e responsabile del progetto per Ene.

“Per il nostro progetto, ad esempio, abbiamo calcolato che a Cipro sarebbe possibile installare 300 MW di eolico off-shore che permetterebbero una produzione di energia pulita di 480 GWh l’anno e una drastica riduzione delle emissioni con 49 grammi di CO2 equivalente per kWh da eolico off-shore rispetto ai 400 derivati dal mix energetico italiano”, prosegue Struglia.

“Oppure a Creta, in particolare nella regione a nord-est, abbiamo verificato che sarebbe possibile installare parchi di eolico off-shore galleggiante da 300 MW che potrebbero fornire all’isola l’88% di elettricità di cui ha bisogno entro il 2030, con una conseguente chiusura degli impianti alimentati a petrolio”.

Nel complesso il progetto ha permesso, grazie a iniziative come laboratori, open day, business forum e un concorso internazionale dedicato alle scuole, di creare delle vere e proprie alleanze regionali, come quella con la Regione Lazio dove è previsto un piano di eolico off-shore per Civitavecchia, formato da ricercatori, autorità e comunità locali, organizzazioni ambientali e operatori del turismo, della pesca e del settore marittimo.

Insomma, tutti i soggetti che, secondo l’approccio “Blue DEAL”, devono essere parti attive nel processo decisionale per la diffusione e l’integrazione della blue energy nei piani energetici e di sviluppo nazionali e locali.

Come aderire alla piattaforma

Nel video la presentazione del progetto:

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