Roma, Bergamo, Firenze, Livorno, Savona e Sesto San Giovanni, Cinisello Balsamo, Bresso, Cormano, Cusano Milanino, Vimodrone e Pioltello nella provincia di Milano.
Negli ultimi giorni si registrano blackout in diverse città italiane, con stop alle forniture localizzati in interi quartieri che hanno coinvolto negozi, abitazioni, edifici e infrastrutture come semafori e ascensori. Basti pensare che nelle zone in difficoltà idrica le autoclavi che pompano l’acqua ai piani alti degli edifici non hanno potuto funzionare.
In queste ultimi giorni la domanda giornaliera del paese è stata superiore al terawattora, circa il 20-25% della media del periodo aprile-maggio.
La situazione non è certamente paragonabile a quella che il 28 aprile ha colpito Spagna e parte del Portogallo, ma è comunque complessa e, secondo le prime ricostruzioni, causata principalmente dall’effetto del grande caldo sulla tenuta delle reti di distribuzione e sull’innalzamento della domanda di energia per i condizionatori (si veda anche Blackout Spagna, alla ricerca del capro espiatorio).
A differenziarsi è il solo caso di Nichelino, in Piemonte, dove è stato un violento nubifragio a portare l’interruzione temporanea del servizio elettrico.
Le operazioni di E-Distribuzione a Bergamo e Firenze
Per quanto riguarda Bergamo, “E-Distribuzione ritiene necessario precisare che i disservizi sono diretta conseguenza delle temperature eccezionali di questi giorni (ondate di calore) che hanno determinato guasti contemporanei e su più tratti di diverse reti elettriche. Come accertato anche a livello tecnico-scientifico, le elevate temperature, anche di notte, combinate con l’assenza di precipitazioni, comportano un funzionamento anomalo della rete”.
Le misure messe in campo dall’azienda a Bergamo e negli altri territori interessati da blackout comprendono la riparazione dei guasti, anche con cavi di bypass esterni, l’installazione di gruppi elettrogeni e l’uso di “power station” mobili.
A Bergamo, inoltre, “E-Distribuzione ha avviato uno specifico piano di monitoraggio della rete che, in aggiunta al consueto presidio e coordinamento assicurato dal centro operativo di Brescia, garantisce un’analisi sempre più efficace della situazione e dei criteri di intervento per la prevenzione e/o la risoluzione degli eventuali disservizi”.
La società parla di un effetto delle “ondate di calore” anche a Firenze, dove “si è registrata un’impennata dei prelievi e il conseguente aumento dei carichi elettrici sulla rete, con surriscaldamento dei cavi interrati, cosicché alcune linee elettriche sono scattate. E-Distribuzione ha contro-alimentato immediatamente, dato che la rete cittadina è magliata a ragnatela, con sistemi ad anello che congiungono trasversalmente più dorsali elettriche e consentono di attivare sorgenti e direttrici di energia di riserva”. Successivamente si è proceduto con la riparazione dei guasti fisici alla rete del capoluogo.
Gli interventi di Areti a Roma
Per quanto riguarda la Capitale, invece, è Areti a informare che “l’incremento delle temperature degli ultimi giorni ha aumentato significativamente la domanda di energia elettrica, fino ad arrivare a una potenza massima distribuita di circa 2.100 MW, ben superiore ai consumi registrati negli anni scorsi nello stesso periodo dell’anno”.
Il Dso ha dunque messo in campo 800 tecnici per garantire il pronto intervento in caso di distacchi provocati dalle elevate temperature, utilizzando dove necessario i gruppi elettrogeni, la cui disponibilità è stata raddoppiata rispetto allo scorso anno, e le power station.
La società ha infine avviato una “doppia cabina di regia”, sia per l’analisi della rete e il monitoraggio delle squadre operative sia per la gestione dei processi legati alla fornitura e alla disponibilità di materiali per accelerare i tempi di intervento. Potenziati anche i turni nella sala operativa del gestore.
Un’azione che, sottolinea Areti, è complementare al lavoro già fatto nel recente passato “per incrementare la resilienza dell’infrastruttura elettrica della città di Roma, eseguendo interventi di potenziamento e ampliamento sulle cabine secondarie e sulle reti di media e bassa tensione. In particolare, gli investimenti sono passati dai 316 milioni del 2024 ai 380 milioni del 2025 (con un aumento del 20%)”.
Le informazioni del Codacons sui risarcimenti
Sulla questione blackout interviene il Codacons, facendo riferimento trasversalmente a tutti i casi recenti, chiarendo che “le società energetiche devono garantire la continuità del servizio anche in caso di forte caldo e sono tenute per legge a indennizzare i clienti coinvolti nelle interruzioni delle forniture. L’aumento delle temperature era ampiamente previsto e le varie società che gestiscono la rete avrebbero dovuto attivarsi per garantire la continuità del servizio, evitare surriscaldamenti dei cavi e sovraccarichi di rete”.
In caso di interruzione prolungata dell’energia elettrica, dunque, “i consumatori hanno sempre diritto all’indennizzo previsto da Arera, che per i clienti domestici con potenza inferiore o uguale a 6 kW ammonta a 34,50 euro, aumentato di 17,25 euro ogni ulteriori 4 ore di interruzione, fino a una durata massima di interruzione pari a 240 ore. Per le utenze con potenza superiore ai 6 kW, come aziende o esercizi commerciali, l’indennizzo è di 172,50 euro, oltre 86,25 euro per ogni ulteriori 4 ore di interruzione”.
Indennizzo che, ricorda il Codacons, deve essere automatico in bolletta.
Le temperature non caleranno e neanche la domanda di energia
“A causa del riscaldamento globale indotto dall’uomo, il caldo estremo sta diventando più frequente e intenso. È qualcosa con cui dobbiamo imparare a convivere”. È quanto spiegato ieri (1° luglio) dalla portavoce dell’Organizzazione meteorologica mondiale, Clare Nullis, nel corso di una conferenza stampa a Ginevra.
L’intervento fa riflettere su quanto le reti energetiche dovranno essere sempre più resilienti alle alte temperature; problema che in questo momento si abbatte su diversi Paesi europei e asiatici, spiega l’Omm, non solo sull’Italia.
I riflessi energetici di questa situazione erano stati già analizzati, tra gli altri, dall’Iea, che a febbraio segnalava come “la produzione industriale in crescita, la sempre maggiore richiesta di aria condizionata, l’accelerazione dell’elettrificazione (soprattutto nei trasporti) e la rapida espansione dei data center spingeranno il consumo globale di elettricità a un tasso di crescita di circa il 4% annuo fino al 2027” (per approfondire L’elettrificazione accelera, ma le rinnovabili reggono il passo).