Aree idonee, il paradosso della Sardegna potrebbe riproporsi in Abruzzo

Nei primi commenti al Ddl di Giunta, pareri opposti tra chi vede troppi vincoli e chi pochi. Il 12 dicembre parte l’esame del testo in Consiglio regionale.

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Nuova Regione, stessi problemi. L’iter avviato dall’Abruzzo sul tema delle aree idonee alle rinnovabili potrebbe ricalcare il paradosso che si è creato in Sardegna.

Nell’isola, infatti, si è arrivati alla singolare condizione di approvare una legge particolarmente restrittiva per l’installazione di impianti, contestata duramente dagli operatori del settore, ma giudicata troppo permissiva dai comitati locali che si oppongono alle Fer di grande taglia.

Allo stesso modo, tra i primi commenti al disegno di legge dalla Giunta abruzzese, emergono le stesse visioni contrastanti.

La discussione è stata animata da una conferenza stampa tenuta ieri dal presidente regionale, Marco Marsilio, per presentare il Ddl.

Sul testo la Giunta ha chiesto al Consiglio regionale di dichiarare il carattere di urgenza del testo, con la commissione Territorio che avvierà l’esame giovedì 12 dicembre.

“L’Abruzzo si conferma la prima Regione a statuto ordinario a dotarsi” di una proposta “così innovativa e strategica, compiendo un passo decisivo e concreto verso la transizione energetica”, secondo Marsilio.

Il disegno di legge è stato redatto da un gruppo di lavoro istituito a marzo coinvolgendo gli attori istituzionali e territoriali, tra cui l’azienda regionale attività produttive Arap, l’Anci e l’Unione Province abruzzesi.

“Abbiamo individuato soluzioni che fanno sintesi con equilibrio, ma nello stesso tempo tutto può essere migliorato con i contributi che potranno arrivare dai consiglieri di maggioranza e opposizione, dalle audizioni e dalle indicazioni delle associazioni ambientaliste”.

Tra queste ultime, ci saranno probabilmente Stazione Ornitologica Abruzzese, Solo – Salviamo l’orso e Rewilding Apennines, realtà che già a settembre segnalarono alla Regione la necessità di escludere Marsica e alto Vastese dall’installazione di impianti Fer, per problematiche di compatibilità con la fauna locale.

Ieri sono inoltre arrivate le critiche al Ddl da parte del Forum H2O, che ritrova nel testo della Giunta spiragli per l’installazione di pale e pannelli in aree di pregio paesaggistico.

Posizioni opposte a quelle di Marco Pompetti, partner di Rebee e Ceo Advanced Advice, che la scorsa settimana ha parlato su QualEnergia.it di un Ddl particolarmente restrittivo e retroattivo per le rinnovabili.

Dalle parole del presidente abruzzese Marsilio, invece, sembra esserci una interpretazione conciliante per tutti: “L’obiettivo è garantire agli operatori un quadro di certezza per realizzare investimenti rispettosi dell’ambiente e dell’agricoltura di pregio, promuovendo una transizione ecologica che porti risultati tangibili in tempi brevi”.

Gi fa eco il consigliere regionale con delega all’Urbanistica, Nicola Campitelli: “Questo progetto di legge cerca di coniugare un doppio obiettivo, cioè garantire una produzione di energia da fonti rinnovabili e tutelare il nostro ambiente, quindi il suo ecosistema. Importanti caratteristiche raggiunte in brevissimo tempo da un abile gruppo di lavoro, per un territorio come il nostro sottoposto a numerosi vincoli paesaggistici e non solo. Sono sicuro che anche in Consiglio si potrà trovare velocemente la medesima sintesi ed equilibrio”.

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