Anche Facebook vuole andare al 100% con le energie rinnovabili

Il traguardo è stato fissato per il 2020, in modo da aggiungersi alle altre aziende, come Google e Apple, che già utilizzano esclusivamente elettricità “verde”. Sviluppi presenti e futuri dei contratti PPA aziendali.

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Un altro colosso dell’informatica potrebbe aggiungersi, in tempi abbastanza brevi, alle grandi società del settore che hanno già annunciato di utilizzare soltanto energia “verde”.

Parliamo di Facebook, che in una breve nota ha comunicato di voler acquistare esclusivamente elettricità pulita per tutte le sue attività entro il 2020, diventando uno dei principali acquirenti aziendali di kilowattora eolici e solari su scala globale.

Nei mesi scorsi, ricordiamo, sia Google che Apple avevano raggiunto il traguardo del 100% di rinnovabili (vedi QualEnergia.it).

L’impero dei social media fondato da Mark Zuckerberg, intanto, ha siglato contratti di fornitura per oltre 3 GW di nuova capacità eolica e fotovoltaica con cui alimentare i suoi centri elaborazione dati, superando il 50% di energia green lo scorso anno.

Nel 2018, secondo i dati aggiornati al 6 agosto dal Business Renewables Center del Rocky Mountain Institute americano, negli Stati Uniti sono stati definiti accordi aziendali per l’approvvigionamento a lungo termine di elettricità di origine rinnovabile per un totale di circa 3,86 GW (il livello più alto raggiunto dal 2013 a oggi).

Si tratta, in particolare, dei contratti PPA aziendali (Corporate Power Purchase Agreements) che in sintesi prevedono che una determinata società s’impegni ad acquistare una certa quantità di energia elettrica, per un determinato numero di anni, di solito almeno una decina, a un prezzo stabilito in precedenza (ma i singoli contratti possono includere meccanismi finanziari molto complessi: vedi anche QualEnergia.it).

Questi accordi, sempre più popolari negli Stati Uniti e ancora poco diffusi in Europa, nella maggior parte dei casi funzionano come forniture “virtuali” di energia a zero emissioni, nel senso che l’output di un parco eolico, ad esempio, non va ad alimentare direttamente la sede di una certa azienda-cliente, ma finisce nella rete elettrica di una regione o di uno Stato.

Il “gioco” consiste nell’acquistare tanti kilowattora “verdi”, quanti sono quelli consumati ogni anno, in modo da favorire la produzione di elettricità con risorse rinnovabili.

Dal momento, però, che un centro elaborazione dati, che sia di Facebook, Apple, Microsoft o di qualunque altra multinazionale, deve essere sempre operativo senza interruzioni, la prossima sfida sarà per l’industria dell’accumulo energetico.

In futuro, si domandano così alcuni analisti di GTM Research nel commentare la notizia di Facebook, ci saranno contratti PPA, simili a quelli sottoscritti in questi anni dalle grandi aziende, capaci di abbinare la produzione eolica-solare ai sistemi di batterie, per “salvare” l’energia generata in eccesso e non immediatamente consumata?

Se così fosse, si potrà parlare realmente di attività aziendali coperte in tutto e per tutto con le fonti rinnovabili, senza dover mai ricorrere alle centrali fossili per mantenere stabile e sicura la rete (è lo stesso problema che si troverà ad affrontare, su scala nazionale, la California, da qui al 2045, se sarà approvata la legge SB-100: vedi QualEnergia.it).

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