Grid parity in Italia, quali opportunità? Ne parliamo con Hanergy Solar Power Italy

Pubblichiamo un’intervista a Jarno Montella, amministratore delegato Hanergy Solar Power Italy, filiale italiana dell'impresa cinese, sul tema della grid parity e sui modelli di business che potranno essere quelli vincenti nel nostro paese.

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Hanergy Solar Power Ltd., fondata nel 1994 e con sede centrale a Pechino, è una grande impresa che opera nel settore delle energie rinnovabili. Nel fotovoltaico punta alla realizzazione di impianti con moduli a film sottile. La filiale italiana, Hanergy Solar Power Italy si occupa principalmente di progetti su larga scala in italia e all’estero. Pubblichiamo un’intervista a Jarno Montella, amministratore delegato Hanergy Solar Power Italy sul tema della grid parity nel nostro paese.

Perché si parla di grid parity?

Una volta raggiunto l’equilibrio tra costo delle installazioni e prezzo dell’energia elettrica, in molte parti del mondo (come ad esempio nel Sud Italia) non sono più necessarie forme di incentivazione per rendere sostenibili i piani industriali per lo sviluppo di centrali fotovoltaiche. Finora il mercato delle centrali fotovoltaiche di medie dimensioni  (1-5 MW) è stato dominato da piccoli investitori  finanziari che, attraverso l’aiuto di banche, hanno potuto beneficiare di incentivi governativi. Adesso il mercato è accessibile solo a grossi gruppi industriali in grado di utilizzare le proprie tecnologie per costruire centrali sempre più efficienti.

Pensa che in Italia ci sia un futuro vicino per la grid parity?

Senza dubbio sì. Il nostro team è stato tra i primi a valutare la possibilità di realizzare impianti in grid parity in Italia: stiamo già portando avanti progetti di grosse centrali multimegawatt in Sud Italia, in particolare in Sicilia, ma ritengo che presto si potrà cominciare a “risalire la Penisola”.

Perché partire proprio dalla Sicilia?

In primo luogo, la Sicilia gode di ottime condizioni di irraggiamento. C’è poi da tenere in considerazione che in Sicilia, attualmente, il prezzo dell’elettricità è più elevato rispetto al resto d’Italia. Tuttavia, negli anni, il prezzo dell’elettricità in Sicilia tenderà sempre più a convergere verso il prezzo medio dell’elettricità nel resto della Penisola, soprattutto a seguito della realizzazione di massicce infrastrutture come il cavidotto Sorgente-Rizziconi progettato da Terna.

E per quanto riguarda i capitali necessari?

Finora le banche e le società di leasing sono state ‘viziate’ dalle tariffe governative  concesse e modificate negli anni attraverso il Conto Energia, che garantivano un pagamento fisso e costante al kWh per una durata ventennale, facendo sì che le istituzioni finanziarie concedessero credito sulla base di modelli finanziari e senza dar troppo peso alle dimensioni e alle capacità del proponente. La fine degli incentivi statali ha cambiato le carte in tavola: le banche finanziano solo grossi operatori in grado di offrire adeguate garanzie, favorendo uno sviluppo più sicuro del mercato delle installazioni di medio/grosse dimensioni. Il venir meno di tariffe governative implica anche l’eliminazione del rischio di tagli retroattivi delle tariffe stesse. Questo è sicuramente un elemento chiave nell’allocazione del capitale nei nuovi portafogli di banche, fondi di investimento e istituzioni finanziarie.

Quali altri modelli di business funzioneranno in Italia?

Ritengo che i modelli di business che hanno possibilità di successo siano principalmente tre. La vendita diretta di energia rinnovabile ad aziende pubbliche o private, non appena ci sarà una normativa chiara in materia, la vendita di energia a intermediari energetici (aziende di trading), la costruzione per conto terzi di installazioni isolate – non connesse alla Rete Elettrica Nazionale.

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