Fotovoltaico con batteria: oggi conviene? Un’analisi economica

Con i prezzi attuali delle batterie e la detrazione fiscale del 50%, è conveniente, oggi, installare un impianto fotovoltaico di piccola taglia con storage? E come cambiano i conti rispetto al fotovoltaico senza sistema d'accumulo? Proviamo a capirlo guardando al rendimento dell'investimento.

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Con i prezzi attuali delle batterie e tenendo conto degli incentivi disponibili, è conveniente, oggi, installare un impianto fotovoltaico di piccola taglia dotato di un sistema d’accumulo?

La domanda è semplice, ma la risposta, come spesso accade, non lo è: dipende da cosa si intende per “convenienza”.

Per saltare direttamente alle conclusioni: un utente che sostenga la spesa riuscirà a ripagarsela entro la vita utile del sistema, grazie al risparmio sull’elettricità non acquistata dalla rete.

L’investimento in un impianto fotovoltaico con batteria, poi, anche come IRR ottenibili è preferibile rispetto ad altri impieghi di denaro ai fini di risparmio.

Nel rapporto costi benefici e come payback time, però, dati i prezzi delle batterie attuali, al momento la scelta vincente è ancora quella di dotarsi di un impianto fotovoltaico “semplice”, cioè senza storage.

Questo, ovviamente, guardando solo al lato meramente economico, mentre i consumatori sono spesso spinti a dotarsi di una batteria anche da ragioni “etico-politiche”, come quella di essere più indipendenti e usare al massimo l’energia pulita prodotta con il solare.

Lo dimostrano i dati sul mercato degli accumuli domestici in Italia, in forte crescita nell’ultimo anno con 10mila batterie installate e un +71% sul 2016 (secondo lo European Market Monitor on Energy Storage commissionato da EUASE a Delta Energy.)

A farci scrivere quanto sopra è una nuova analisi economica (che segue diverse altre che abbiamo pubblicato in passato), realizzata dall’Energy & Strategy Group del Politecnico di Milano che nell’ultimo Renewable Energy Report indaga sulla redditività di vari investimenti in rinnovabili, tra cui appunto quello in un impianto FV domestico di piccola taglia con o senza accumulo.

I parametri usati sono quelli riportati nelle due tabelle sotto: sistema FV da 4,5 kW pagato 1900 euro a kW installato, batterie al litio da 4 kWh per 1.500 euro a kWh, beneficio della detrazione fiscale Irpef del 50% sia per lo storage che per il FV.

Come metro, gli analisti usano l’IRR,in base al quale fissano la soglia di convenienza economica. Trattandosi di mercato residenziale, la “zona accettabile” dell’investimento (in arancione nei grafici sotto) è dove si hanno ritorni tra il 3% e il 5%, cioè paragonabili a possibili investimenti alternativi a basso rischio, mentre sopra al 5% entriamo nella “zona conveniente”, ossia dove non si dovrebbero avere dubbi circa l’opportunità economica ad investire (in verde).

Questo il risultato per il fotovoltaico residenziale “semplice” (al centro Italia):

E questo quello per il FV con accumulo:

Come si vede e come anticipavamo, la configurazione con storage è ancora perdente rispetto a quella senza batteria, per i costi d’investimento aggiuntivo ancora elevati.

Con il sistema d’accumulo, il tempo di rientro non scende sotto i 15 anni (anche se va precisato che l’E&S Group dimensiona il sistema in modo da avere un autoconsumo molto alto: con una batteria più piccola il payback time di accorcerebbe).

Anche con il PBT lungo citato, però, il rendimento in termini di IRR è comunque entro la soglia di accettabilità ed è quindi quella dei sistemi di storage, secondo gli autori dell’analisi “una opportunità da valutare con attenzione.”

(Articolo pubblicato originariamente il 28 maggio 2018)

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