Le batterie di auto e bus elettrici che aiutano rinnovabili e reti

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Il progetto Pioneer da 10 MWh nell’aeroporto di Fiumicino integra 762 batterie auto a fine vita di tre diverse case automobilistiche. Connected Energy e Forsee Power, invece, puntano a sistemi da 25 MWh attingendo dai trasporti pubblici.

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Aggregare batterie di auto elettriche a fine vita per costituire uno storage che accumuli energia da fonti rinnovabili e aiuti le reti. L’idea è nota da tempo, ma le applicazioni pratiche non sono ancora molte. Tra le ultime in ordine di tempo c’è quella presentata ieri (3 giugno) da Enel e Aeroporti di Roma.

Si tratta del progetto Pioneer (Airport sustainability second life battery storage), realizzato con il contributo dell’Istituto di ricerca tedesco Fraunhofer all’aeroporto internazionale di Fiumicino, dove sorge “il più grande sistema di storage energetico in Italia e tra i maggiori in Europa che utilizza batterie second-life ibride”, come si legge in una nota.

L’iniziativa ha richiesto un investimento di 5,5 milioni di euro ed è tra i vincitori del bando Innovation Fund Ssc-2020 dell’Agenzia europea per Clima, Ambiente e Infrastrutture.

Tra le sue peculiarità tecniche c’è l’integrazione in uno stesso sistema da 10 MWh complessivi di circa 762 batterie auto provenienti da tre differenti case automobilistiche (Nissan, Mercedes-Benz e Stellantis), con il contributo del system integrator Loccioni.

Nel modulo si contano 84 batterie Nissan Leaf di seconda vita che hanno percorso circa 100.000 km. A ciò si aggiunge il sistema Der.Os di Enel X per la gestione dell’energia attraverso algoritmi di intelligenza artificiale.

“Il nostro team è coinvolto nell’integrazione tecnica delle batterie di seconda vita nel Bess, nella simulazione della durata delle batterie e nella fornitura di garanzie per le loro prestazioni nel nuovo sistema”, commenta Nissan. “Altrettanto importante, una volta che le batterie raggiungono la fine del loro ciclo di vita utile in questo progetto, è che ci assumiamo la piena responsabilità del loro riciclo“. La casa automobilistica segnala di aver preso parte a progetti simili di accumulo energetico, come il Bess di Melilla in Spagna e lo storage in uso nei Nomadic Labs Loccioni, che “hanno dimostrato l’efficacia e l’affidabilità” di questo tipo di riutilizzo.

Si segnala, infine, che il sistema di accumulo realizzato a Fiumicino è integrato con la “Solar Farm” da 55.000 pannelli in silicio monocristallino inaugurata a gennaio nello scalo aeroportuale (si veda Aeroporti, autostrade e porti scelgono il fotovoltaico).

Presente ieri per l’occasione il ministro del Made in Italy, Adolfo Urso, secondo il quale “Pioneer è il primo progetto nel suo genere in Italia: una piattaforma energetica multifunzionale al servizio dell’aeroporto di Fiumicino che, coniugando decarbonizzazione, autonomia energetica e competitività, rappresenta un modello avanzato per la transizione energetica e digitale. Si tratta di un’iniziativa che integra economia circolare e digitalizzazione attraverso un sistema innovativo di riuso delle batterie esauste dei veicoli elettrici e la produzione di energia a supporto della competitività nazionale. Progetti come questo dimostrano come l’Italia sia in grado di coniugare sostenibilità ambientale e competitività produttiva; una sfida cruciale per il futuro del Paese e dell’Europa”.

Il progetto franco-britannico con batterie da bus elettrici

Non solo auto, anche le batterie degli autobus elettrici possono essere riutilizzate in progetti simili a Pioneer. Ad esempio, il fornitore di sistemi di accumulo britannico Connected Energy ha annunciato una partnership con un’analoga società francese, Forsee Power, per progettare e sviluppare insieme un nuovo tipo di Bess che sfrutta batterie a fine ciclo di 1.500 bus elettrici attivi in Europa.

Il primo sistema da 2,5 MWh dovrebbe essere operativo entro la fine del 2025 in UK e si prevede di andare avanti con altre iniziative, ciascuna con capacità superiore a 25 MWh, nel Regno Unito e in Francia.

“Una volta che i veicoli elettrici raggiungono la fine del loro primo ciclo di vita, le batterie possono essere riutilizzate in sistemi di accumulo di energia per applicazioni come il supporto alla produzione di energia rinnovabile o la ricarica behind the meter”, spiega Connected Energy.

“Questo prolunga la vita utile delle batterie e fornisce un ulteriore flusso di entrate, rendendole più sostenibili e più convenienti. Così le batterie di seconda vita dei veicoli elettrici possono svolgere un ruolo cruciale nel soddisfare la crescente domanda globale di energia”.

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