Rinnovabili, incontri e scontri sulle aree idonee in Toscana

Qualche tensione a Firenze durante un evento delle associazioni. Sul palco l’assessore Monni rassicura sul ruolo dei territori e precisa: “Per l’eolico nessuna accelerazione”. Legambiente chiede di più su tutte le fonti rinnovabili.

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Ci sarebbe stato anche uno schiaffo dato a un’organizzatrice a margine dell’incontro organizzato sabato 11 gennaio a Firenze da una serie di associazioni ambientaliste per parlare di transizione energetica e aree idonee.

Secondo la ricostruzione fatta dal Corriere Fiorentino, l’evento sarebbe stato accompagnato da una manifestazione di gruppi contrari agli impianti rinnovabili utility scale, arrivando anche alle vie di fatto (la registrazione dell’evento – durata: 3h 37′).

Il pensiero va subito alle contestazioni che da mesi accendono la Sardegna, dove la tensione è salita in più occasioni e si sono verificati addirittura episodi di sabotaggio degli impianti.

Auspicando che il tono del confronto possa mantenersi su livelli civili, la Toscana è di fatto una case history sulle aree idonee, visto che nel disegno di legge della Giunta si è deciso di dare ampio spazio alla volontà degli enti locali nella mappatura del territorio e perché si è introdotto il concetto di “aree idonee assolute”.

Secondo l’assessore regionale all’Energia, Monia Monni, si tratta di una proposta “innovativa” che punta a “mantenere in equilibrio tutti gli interessi che gravitano intorno alla transizione”, come spiegato sul palco di Firenze.

Tra questi interessi c’è anche la conservazione del paesaggio, ma “in un’ottica dinamica e non statica, mettendo al centro la lotta ai cambiamenti climatici”. Parole che hanno suscitato le critiche di alcuni dei presenti.

L’assessore si è poi concentrata sulle specifiche tecnologie. Nel Ddl di Giunta, ad esempio, non è contemplata la geotermia, anche se “stiamo lavorando per raddoppiare” la generazione da questa fonte, “ma non è un obiettivo che si può centrare nel 2030”. Inoltre, “non abbiamo considerato l’offshore e l’idroelettrico”, anche perché, nel secondo caso, “le aree idonee ci sembrano difficili”.

Sull’eolico, infine, “non abbiamo identificato aree idonee, non perché siamo contrari, ma per motivi pratici: questi impianti si fanno dove c’è vento e in Toscana lo troviamo sul crinale appenninico, nel sud della regione, a Manciano e in una parte della Val di Cornia. Qui insistono già numerosi progetti che dovremo andare a scremare, valutando nelle procedure autorizzative la qualità, senza dare un’idoneità a priori”.

In sintesi, dati i vari progetti che hanno già richiesto un’autorizzazione ambientale e vista la naturale definizione delle aree idonee dovuta alla presenza di vento solo in determinati luoghi, definire per legge delle aree idonee all’eolico “avrebbe aumentato il conflitto; dunque, abbiamo deciso di non dare un’accelerazione sull’eolico, ma di gestire più rapidamente possibile sui processi in corso”.

Per quanto riguarda il fotovoltaico e l’agrivoltaico, infine, il Ddl di Giunta dovrebbe abilitare 600 kmq di aree idonee, comprensive dei tetti, “che sono tutti idonei”.

Le richieste di Legambiente sulle aree idonee della Toscana

Presente per l’occasione anche Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente, che ha portato nel dibattito un esempio ritenuto negativo e uno positivo: la legge regionale della Sardegna, “che ci inorridisce”, e la capacità di gestire le autorizzazioni ambientali in Campania, “che si è organizzata e non accumula progetti”.

In Toscana “apprezziamo il lavoro che sta facendo l’assessore Monni”, ma sul Ddl aree idonee “ci sono dei problemi: un approccio troppo timoroso”, ad esempio nel voler definire tutto il territorio regionale “soltanto ordinario per l’eolico”.

Inoltre, “si chiede di definire requisiti tecnici sull’agrivoltaico, ma perché? Ci sono le linee guida nazionali. È stato già fatto tutto”. Ancora, “pensare a un 70% di territorio regionale inidoneo alle rinnovabili per noi è un problema”.

Il Ddl aree idonee è attualmente al vaglio del Consiglio regionale, ma le commissioni competenti II e IV non hanno ancora calendarizzato l’atto, anche se dovrebbero avviare a breve un ciclo di audizioni.

Allo stesso evento di sabato a Firenze erano presenti alcuni Consiglieri regionali, per cominciare a raccogliere informalmente le posizioni degli stakeholder.

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