Partnership tra pubblico e privato per il teleriscaldamento rinnovabile

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Un centro rurale nel sud della Germania ha una piccola rete di teleriscaldamento che tende alla completa decarbonizzazione. È gestita da una proprietà mista, una collaborazione tra soggetti privati e pubblici che funziona con successo.

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Un lungo viaggio per il comune tedesco di Ettenheim: dal 1999, anno nel quale è stata inaugurata la locale rete di teleriscaldamento, fino al 2020, quando un impianto solare termico è stato collegato alla rete stessa.

In occasione del suo ventesimo anniversario la utility Fernwärme Ettenheim si è regalata un grande passo in avanti nella decarbonizzazione della fornitura di calore ai suoi clienti, rimpiazzando un sistema cogenerativo a gas con l’energia pulita prodotta da fonte solare.

Competenza tecnica e presenza sul territorio

Lo sviluppo di piccole reti di teleriscaldamento, ad esempio in centri rurali, pone quasi sempre la sfida del reperimento del corretto sviluppatore e investitore che deve coniugare un’ottima competenza tecnica con uno spiccato orientamento al territorio, così come una piena conoscenza delle sue esigenze.

La Fernwärme Ettenheim ha senza dubbio una compagine societaria molto particolare: al di là della società di ingegneria ratio energie GmbH, vede tra i suoi soci anche il Comune di Ettenheim e la fondazione scolastica dell’arcidiocesi di Friburgo, realizzando proprio questo indissolubile legame con il territorio sul quale la utility opera.

Ovviamente la società di ingegneria, che detiene il 51% delle quote della utility, assicura la adeguata esperienza sugli aspetti tecnici visto che gestisce anche diversi altri impianti di riscaldamento nella Germania del sud.

Il ruolo di questa società, perciò, è molto chiaro: si occupa della gestione operativa degli impianti e della rete, includendo sia le attività più tecniche sia quelle economiche, come la rendicontazione finanziaria e la gestione dei consumatori. Gli altri due soggetti, poi, si spartiscono le quote societarie rimanenti, rappresentando ognuno il 24,5% del totale.

Ristrutturazione è occasione

Molto interessante è anche la storia della nascita dell’utility, che risale appunto al 1999 quando le realtà del territorio decisero di commissionare un bando alla KEA, l’agenzia per l’energia e il clima della regione del Baden-Württemberg, per la realizzazione di una rete di teleriscaldamento.

L’occasione nacque per due principali motivi: innanzitutto, la scuola di S. Landolin doveva andare incontro a un importante lavoro di ristrutturazione e, contemporaneamente, il Comune di Ettenheim stava pianificando una nuova area di edifici da riscaldare tramite una nuova rete.

La società ratio energie si aggiudicò il bando e, nonostante il posizionamento come azionista di maggioranza, decise di coinvolgere nella nuova realtà anche i due soggetti protagonisti del progetto, vale dire il Comune e la fondazione scolastica.

Si tratta di una sinergia estremamente potente: la scuola, infatti, è sia come consumatore che gestore della rete; un utente finale che è presente al tavolo decisionale e fa anche gli interessi dei consumatori presenti nel sistema di teleriscaldamento.

La partecipazione del Comune, inoltre, testimonia l’impegno politico verso questo tipo di soluzione e, in aggiunta, garantisce che il sistema potrebbe anche essere esteso nel prossimo futuro per coinvolgere ulteriori utenti sul territorio.

La collaborazione tra questi tre soggetti ha funzionato davvero bene in questi 20 anni: non c’è stata mai la necessità di votare a maggioranza nessuna decisione perché, grazie al confronto e alla discussione, è sempre stato possibile raggiungere l’unanimità dei consensi nei confronti delle decisioni da prendere.

E chi ci darà il calore?

Al di là delle questioni societarie, un altro punto fondamentale è sempre stato la decarbonizzazione della fornitura di calore che fino al 1999 si basava sulla cogenerazione a gas.

Il primo passo fu quello di utilizzare la centrale termica esistente della scuola per convertirla in una caldaia a cippato.

Come già detto, poi, la via della decarbonizzazione è stata ulteriormente potenziata un paio di anni fa, quando l’impianto di generazione è stato completato con un sistema solare termico. L’idea del solare, in discussione per diverso tempo, è nata proprio dalla considerazione dell’obsolescenza del cogeneratore che aveva il compito di coprire il fabbisogno di calore estivo, in modo da consentire anche il fermo e la manutenzione della caldaia a biomassa.

Qualche anno fa, poi, alcuni danni rilevanti al cogeneratore costrinsero l’utility a operare con maggiore frequenza il sistema di back-up, costituito da caldaie a gasolio.

L’opzione di installare una nuova unità cogenerativa non era in discussione, in quanto la sua economicità, legata quasi esclusivamente alla vendita dell’energia elettrica prodotta, non era più garantita. La Fernwärme Ettenheim, inoltre, ha sempre avuto come sua missione una produzione di calore sempre più svincolata dall’impiego di combustibili fossili.

Una scelta quasi obbligata

Poiché si trattava di trovare una fonte e una tecnologia capaci di coprire il carico estivo, la scelta di un impianto solare termico è sembrata quasi ovvia.

Questa opzione appariva particolarmente interessante perché si tratta di un investimento a costi operativi quasi zero e, quindi, una volta sostenuto il costo iniziale, i consumatori (e anche i produttori) possono beneficiare di una fonte termica i cui costi non sono più soggetti ai capricci dei mercati.

La realizzazione del sistema solare termico, comprensivo anche di due accumuli tampone, è iniziata nel 2019, con un incarico alla ditta Ingenieurbüratio energie GmbH. L’impianto è stato completato giusto in tempo per fornire la sua energia pulita nell’estate del 2020.

Complessivamente la rete di Ettenheim ha una lunghezza pari a 3,5 km e connette 135 utenze più quella della scuola.

L’impianto solare termico ha una superficie di circa 1.800 metri quadrati e permette di coprire interamente il carico estivo. Ciò si traduce in un fattore di copertura annuale complessivo pari al 14%. Il risparmio di emissioni di CO2 vale circa 1.600 tonnellate ogni anno.

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