L’ossessione anti-eolico del neo-sottosegretario Sgarbi e la bufala delle “pale ferme”

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Nuovi deliri contro le rinnovabili del noto personaggio pubblico, ora sottosegretario al ministero della Cultura.

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Davanti a insulti violenti e teorie del complotto, il dubbio spesso è se scriverne dia un reale contributo informativo, o se, invece, riprendendo le polemiche non si finisca per degradare ancora di più il dibattito pubblico.

Abbiamo deciso di riportare le parole di Vittorio Sgarbi, secondo il quale fare impianti eolici “è come stuprare bambini” (sic), e le sue allusioni a pale “ferme” installate per interessi della mafia, per due motivi:

  • uno è che il noto personaggio pubblico, candidato ma non eletto, è da poco stato nominato sottosegretario al ministero della Cultura, uno dei dicasteri chiave per coordinare (o bloccare) lo sviluppo degli impianti Fer.
  • l’altro è che la convinzione infondata rilanciata da Sgarbi, che vengano installati parchi eolici non produttivi per approfittare di non meglio specificati incentivi, è ancora incredibilmente diffusa.

L’ultima uscita del critico d’arte, noto per la sua avversione viscerale a impianti eolici e fotovoltaici, si inserisce in una polemica con il leader di Europa Verde Angelo Bonelli che lo aveva attaccato perché, secondo Bonelli, lui e il nuovo ministro dell’Ambiente Pichetto Fratin sarebbero “in guerra con le rinnovabili”.

Collegandosi in diretta con SkyTg24, Sgarbi sul fotovoltaico, rispondendo a Bonelli, ha affermato che gli impianti si possono mettere solo sui tetti di 13 milioni di edifici costruiti dal ’60 ad oggi “orrori, capannoni che piaceranno a lui, al suo cattivo gusto”, mentre le pale eoliche “non vanno messe da nessuna parte perché sono orrori e violenza, come stuprare bambini”.

In un’altra sua recente apparizione in tv, a Stasera Italia su Rete 4, Sgarbi, riferendosi agli impianti a rinnovabili, dichiarava che “distruggere tutto, distruggere il paesaggio è un crimine che andrà colpito. In gran parte,una  forza della mafia, in Sicilia, Calabria e Puglia il paesaggio è già stato sconvolto per sempre, con le pale per giunta ferme. Questa è la tragedia che questo governo deve valutare in termini oggettivi”.

Parole che hanno indignato Anev, l’associazione italiana dell’eolico “sconcertata dalle imprecisioni e dalle volgarità espresse nei confronti del settore.”

“Tralasciando il metodo, vogliamo entrare nel merito delle notizie false che ha veicolato, parlando di mafia e pale ferme”, spiega in una nota Anev.

“Come più volte spiegato, non esistono incentivi in conto capitale, cioè per realizzare gli impianti, ma solo ritorni economici derivanti dalla produzione dell’energia elettrica effettivamente immessa in rete, quindi semplicemente è frutto di ignoranza, oppure malafede, continuare a sostenere l’opposto. Le pale di un impianto eolico sono ferme quando non c’è vento, cosa che ovviamente accade per una piccola parte dell’anno, meno di un terzo, oppure quando sono in manutenzione, ovvero quando attendono di essere messe in esercizio, spesso a causa dei ritardi della lunga burocrazia ascrivibile frequentemente proprio al Ministero di cui Sgarbi è oggi Sottosegretario”.

“Crediamo che una figura come un Sottosegretario di Stato abbia l’obbligo morale, prima ancora che politico, di documentarsi ed evitare strafalcioni quali quelli espressi pubblicamente”, sottolinea la nota di Anev che ricorda anche come un parco eolico ha un’autorizzazione che impone al proponente di smontarlo alla fine della sua vita, ripristinando lo stato dei luoghi alla situazione ante operam.

Quanto alle allusioni alla mafia, che in passato ricordiamo si è effettivamente infiltrata in alcune aziende dell’eolico, come d’altra parte fa in molti altri settori, Anev ricorda che “le aziende del settore eolico sono tra le più attente ad evitare ogni rischio di infiltrazione, avendo tra l’altro sottoscritto il Protocollo di legalità con Confindustria Energia e Ministero dell’Interno, oltre a seguire il codice etico dell’Anev e a seguire le più stringenti regole di controllo, richieste dalle procedure di due diligence legali, attraverso le quali sono sottoposte a verifiche serrate sulla loro attività.”

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