Tanti i segnali di mercati energetici mondiali in più o meno rapido cambiamento grazie alla diffusione delle tecnologie rinnovabili e pulite. Vediamo alcuni numeri ed esempi significativi partendo dalla Cina, proseguendo con California, Spagna e Gran Bretagna.
Le trasformazioni in Cina per liberarsi dal fossile
Vista la rilevanza della Cina, con il 31% delle emissioni mondiali, proprio da Pechino vengono segnali estremamente interessanti.
Dall’analisi degli ultimi dati sulla produzione di CO2 del Paese asiatico, sembra infatti emergere una nuova importante tendenza. Nel secondo trimestre 2024, si è registrato un calo delle emissioni di CO2 legato ad una riduzione della domanda di prodotti siderurgici e di cemento e alla crescita delle tecnologie green.
Per capire l’importanza della transizione in atto, si consideri che i settori dell’energia pulita – solare, batterie e veicoli elettrici – sono stati il principale motore della crescita economica cinese nel 2023, rappresentando il 40% dell’espansione del Pil. Senza la crescita di questi settori, il Pil sarebbe aumentato solo del 3% anziché del 5,2%.
Nel 2023 si sono registrati fortissimi incrementi solari ed eolici con l’installazione di ben 301 GW, una corsa proseguita nel 2024 con 159 GW eolici e 180 GW solari in costruzione (non includendo la potenza degli impianti distribuiti di piccola scala).
Considerando i 1.050 GW già installati a fine 2023, la capacità installata solare ed eolica supererà nel 2024 con sei anni di anticipo l’obiettivo di 1.200 GW rinnovabili indicato dal governo per il 2030.
Va inoltre sottolineato come il 45% degli incrementi solari record sono derivati dalla generazione distribuita e non dai grandi impianti. E gli investimenti chiariscono bene il cambio di rotta.
Nel 2024 la Cina destina alle energie rinnovabili 359 $ miliardi– più di quanto si apprestano a fare Stati Uniti, UE, India, America Latina, Sud-Est asiatico e Africa messi insieme – contro gli 185 $ miliardi nel carbone.
Certo, la Cina punta su tutte le opzioni per liberarsi dai fossili, ma sono le rinnovabili che stanno contribuendo in modo più significativo. Infatti, il nucleare ha fornito nel 2023 il 5% della produzione elettrica contro il 12% dell’idroelettrico, il 10% dell’eolico e il 6% del solare.
Quindi in Cina la quota di elettricità verde, peraltro in forte ascesa, è stata nel 2023 quasi sei volte superiore a quella del nucleare. Il solare e l’eolico hanno contribuito per il 20% alla produzione di energia elettrica nel 2023 (figura 7).
Siamo dunque vicini al picco delle emissioni del comparto elettrico in Cina e la variazione della produzione nel primo semestre 2024 fa emergere la forza trainante del fotovoltaico (peraltro sottostimata in quanto non include la produzione distribuita), dell’idroelettrico e dell’eolico.
Tanto che potremmo essere già nella fase discendente delle emissioni di CO2 cinesi con il picco nel 2023, in forte anticipo rispetto all’obbiettivo governativo del 2030. Tuttavia, non dobbiamo aspettarci nei prossimi anni un calo deciso delle emissioni, quanto piuttosto una loro stabilizzazione.
Mentre la domanda totale di elettricità in Cina continuerà ad aumentare a causa della crescita economica e del processo spinto di elettrificazione, la quota di energia termoelettrica dovrebbe diminuire progressivamente, arrivando al 30% entro il 2040 (rispetto al 53% nei primi mesi del 2024).
Un altro elemento che contribuisce al rallentamento/riduzione delle emissioni di CO2 in Cina riguarda l’irruzione dei veicoli elettrici che rappresentano ormai il 40% delle vendite.
Nel 2023 era elettrico il 10,5% dei veicoli in circolazione, rispetto al 7% dell’anno precedente, un dato che ha ridotto del 3,5% la crescita della domanda di benzina.
Più di un’auto su cinque venduta in tutto il mondo nel 2024 sarà elettrica, con vendite annuali destinate a raggiungere i 17 milioni. Un trend che vede un forte impulso dal rapido calo del prezzo dei veicoli elettrici in Cina, tanto che ormai in molti casi questi sono inferiori a quelli delle auto a combustione interna.
Le batterie per sostituire il gas in California
Una situazione da seguire con attenzione riguarda il Golden State che deve gestire un notevole contributo dell’elettricità solare. Molto interessante la crescita fortissima dei sistemi di accumulo che ha consentito di ridurre il contributo delle centrali a gas nelle ore serali.
Si consideri che nei 100 giorni fino al 14 giugno 2024 si è registrata una riduzione del 45% nella produzione di energia elettrica a gas, rispetto allo stesso periodo del 2023, principalmente grazie al notevole aumento delle installazioni di batterie che hanno raggiunto ormai i 10,4 GW.
Infatti, prendendo ad esempio il mese di aprile 2024, nella generazione di elettricità emerge il ruolo importante del fotovoltaico e, dopo le 7 del pomeriggio, il contributo crescente delle batterie (figura 8).
La Spagna in prima linea nella corsa alle rinnovabili
Il Ministero spagnolo per la Transizione Ecologica ha concesso nel 2024 l’Autorizzazione a 283 progetti di energia rinnovabile per un totale di 28 GW (per la maggior parte fotovoltaici).
La loro realizzazione richiederà un investimento totale di oltre 17 miliardi di euro e genererà circa 300mila posti di lavoro. I progetti dovranno entrare in esercizio entro tre anni consentendo di raggiungere gli obiettivi del PNIEC.
Il Paese con 29,5 GW è il primo Paese in Europa per capacità solare operativa utility scale, sei volte più dell’Italia (figura 9).
Complessivamente, le rinnovabili hanno garantito il 50,4% della produzione elettrica nel 2023, e nel primo semestre 2024 la quota ha raggiunto quasi il 60%.
Molto preoccupante però la situazione del solare su piccola scala che raggiunge solo il 5% della potenza fotovoltaica complessiva a causa di una incredibile “tassa solare” del Paese – introdotta dal precedente governo conservatore e in vigore dal 2013 al 2018 – contro una media europea che arriva al 62%. Il nuovo Piano prevede che si raggiungano 19 GW entro il 2030.
Intanto, l’accelerazione sulle rinnovabili sta dando risultati significativi nella riduzione dei prezzi. Infatti, durante la prima metà del 2024 il prezzo all’ingrosso dell’elettricità in Spagna è stato inferiore fino al 40% rispetto a quello che sarebbe stato senza gli investimenti nel solare e nell’eolico realizzati a partire dal 2019.30
Va detto che sono in funzione anche cinque centrali nucleari che producono circa il 20% dell’elettricità spagnola. La scadenza del nucleare è il 2035, ma lo smantellamento dovrebbe iniziare già nel 2027.
Cambio di direzione nel Regno Unito sulle rinnovabili
Dopo le elezioni generali del 4 luglio 2024, il nuovo governo laburista ha adottato misure drastiche per affrontare le sfide dell’azzeramento netto delle emissioni.
Il governo Starmer ha promesso di realizzare un sistema elettrico a zero emissioni di carbonio entro il 2030, richiedendo il raddoppio dell’energia eolica on-shore, il triplicamento dell’energia solare e il quadruplicamento della capacità eolica off-shore.
In uno dei segnali più significativi, il governo laburista nel primo giorno di attività ha revocato il divieto di nuovi impianti eolici a terra in Inghilterra, che ne aveva bloccato lo sviluppo.
In realtà l’abbandono delle fonti fossili per generare elettricità era già avviato ed è stato clamoroso: il carbone è infatti diminuito del 97% e il gas del 43% negli ultimi 15 anni.
Un cambiamento legato al boom delle rinnovabili cresciute di sei volte dal 2008 e dalla minore domanda di elettricità (-21% dal 2008) (figura 10).
Ma, secondo gli andamenti legati alle politiche del governo precedente, il solare e l’eolico avrebbero rappresentato solo il 44% dell’elettricità della Gran Bretagna entro il 2030, ben al di sotto del 67% necessario per rimuovere i combustibili fossili dalla produzione elettrica.
Nel complesso, l’elettricità generata nel Regno Unito nel 2023 ha avuto l’intensità di carbonio più bassa mai registrata, con una media di 162 g di anidride carbonica per kilowattora (gCO2/kWh), un dato comunque ancora lontano dall’ambizione del nuovo governo di avere una rete completamente decarbonizzata entro il 2030.
In UK c’è anche una quota di nucleare che però si è dimezzata tra il 1998 e il 2023.
Il governo del Regno Unito ha fissato piani ambiziosi sull’atomo, con l’obiettivo di raggiungere il 25% della produzione di elettricità entro il 2050 da nucleare.
Tuttavia, questa ambizione deve affrontare sfide significative, poiché la maggior parte degli attuali 6,5 GW di capacità nucleare sarà disattivata entro il prossimo decennio. Inoltre, la centrale Hinkley Point C che prevede due reattori Epr per 3.260 MW complessivi è in costruzione dal 2016, ma ha subito molti rinvii ed in forte aumento dei costi.
Se la strada del nucleare è dunque lastricata di problemi (e viene perseguita anche per la complementarietà con le esigenze atomiche militari), le rinnovabili volano.
L’energia eolica è la pietra angolare dell’obiettivo del nuovo governo britannico di decarbonizzare completamente il consumo di elettricità del Regno Unito entro il 2030, grazie all’impegno di raddoppiare la capacità eolica on-shore e quadruplicare la capacità eolica off-shore entro il 2030.
- La prima parte dell’articolo: Dal solare agli accumuli, scenari da crescita esponenziale
Articolo tratto da report “GreenItaly 2024 – Un’economia a misura d’uomo contro le crisi” (I quaderni di Symbola)