Impianto agrivoltaico avanzato su un frutteto in provincia di Bolzano

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Agrivoltaico all’avanguardia da 70 kWp inaugurato a Ora su un meleto. L'impianto, realizzato nell'ambito del progetto europeo Symbiosyst, prevede inseguitori solari progettati per resistere al vento e ospitare sensori per un completo monitoraggio.

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A quasi cinque metri di altezza sopra i meleti, i moduli fotovoltaici si orientano in base alla posizione del sole durante la giornata. A sostenerli ci sono inseguitori solari progettati per resistere al vento e ospitare sensori che monitorano la produzione energetica, l’aria, il terreno e permettono di analizzare il microclima che si genera sotto i moduli.

Si tratta di un impianto agrivoltaico inaugurato il 26 maggio a Ora, nelle campagne a sud di Bolzano.

Un impianto all’avanguardia con una potenza di 70 kWp che sarà collegato alla rete elettrica e permetterà di raccogliere dati fondamentali per far avanzare la ricerca in questo specifico segmento di mercato.

L’impianto è stato realizzato nell’ambito del progetto di ricerca Symbiosyst – finanziato dal programma europeo per la ricerca e l’innovazione Horizon Europe – che ha lo scopo di individuare le migliori pratiche agrivoltaiche in Europa. All’inaugurazione presenti anche gli assessori provinciali Luis Walcher, Peter Brunner, oltre ai partner del progetto.

Secondo un recente rapporto della Commissione europea (JRC), coprire appena l’1% della superficie agricola utilizzata in Europa con impianti agrivoltaici potrebbe essere sufficiente a superare gli obiettivi al 2030 per il fotovoltaico.

“È una stima che fa riflettere e che può iniziare a concretizzarsi anche grazie a impianti pilota come quello di Bolzano. Oggi, in Italia, non esiste un impianto con queste caratteristiche; la sfida dell’agrivoltaico è adattare una tecnologia nata per altri contesti al mondo agricolo”, ha detto Wolfram Sparber, direttore dell’Istituto per le energie rinnovabili di Eurac Research, il centro di ricerca di Bolzano che coordina il progetto Symbiosyst.

Le caratteristiche dell’impianto

L’impianto FV copre circa 3.000 metri quadrati di meleti distribuiti su 13 filari. Con i suoi 70 kW di potenza può fornire elettricità solare per il fabbisogno medio di circa 20 famiglie.

Prevede tre settori distinti con moduli caratterizzati da diversi gradi di trasparenza posizionati su due tipologie di meleto, con distanza tra le file più o meno ampia.

L’altezza a cui sono stati posizionati i moduli è stata una delle sfide tecnologiche più rilevanti nella progettazione dell’impianto. L’asse di rotazione dei moduli si trova a 4,80 metri da terra, un’altezza calcolata per non ostacolare la crescita dei meleti e consentire le lavorazioni agricole.

Le strutture, prodotte da Convert Italia/Valmont Solar, sono state progettate in base a dati ricavati da uno studio in galleria del vento, per garantire la resistenza agli agenti atmosferici, in particolare all’effetto vela dei pannelli in caso di forte vento. Il materiale scelto è l’acciaio corten, sia per la sua resistenza ai fenomeni atmosferici, sia per la colorazione che si integra in modo armonico con le strutture del frutteto.

Numerosi sensori e strumenti sono stati installati sull’impianto e sulle aree di controllo a diverse altezze (in cima ai fusti arborei e anche lateralmente a media altezza). Misureranno parametri come la radiazione solare utile alla fotosintesi, l’irradianza dal sole, l’albedo dal terreno, ma anche la temperatura e l’umidità del suolo e dell’aria, la velocità e la direzione del vento, la precipitazione da pioggia.

Il Centro di Sperimentazione Laimburg, partner del progetto, si concentrerà sull’analisi dello sviluppo e della produzione agricola del frutteto: accrescimento degli alberi, fioritura, quantità e qualità della produzione, fabbisogno idrico delle piante.

Il terreno su cui sorge l’impianto è di proprietà dell’Agenzia Demanio provinciale. Le scelte progettuali sono state condivise tra Eurac Research, Centro di Sperimentazione Laimburg e Südtiroler Bauernbund (Unione Agricoltori e Coltivatori Diretti Sudtirolesi) per garantire il rispetto delle esigenze del frutteto, dell’agricoltura meccanizzata e della produzione energetica. Questo confronto ha permesso in fase di progettazione di ottimizzare l’integrazione tra le strutture portanti dei meli, le strutture che sostengono i pannelli e le reti antigrandine.

La realizzazione è stata curata da EF Solare Italia tra i principali operatori europei nel settore fotovoltaico.

Le caratteristiche dell’impianto sono in linea con i requisiti tecnici di un impianto agrivoltaico avanzato come definito nel Decreto Ministeriale n. 436/2023 dedicato all’agrivoltaico innovativo nel quadro delle misure previste dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).

Obiettivi e potenziale dell’impianto

Quello di Ora è un impianto di ricerca. Raccoglierà dati che possano guidare future applicazioni dell’agrivoltaico, una  tecnologia ancora relativamente nuova e, pertanto, lo sono anche i suoi impatti.

“Sicuramente al vantaggio di produrre energia rinnovabile si affiancano alcune conseguenze per l’agricoltura. Da una parte, l’ombra prodotta dai pannelli potrebbe influenzare la produttività dei meli, ma d’altro canto questa stessa ombra potrebbe ridurre i danni da scottature e consentire una riduzione dell’acqua necessaria per l’irrigazione. Queste e altre conseguenze verranno approfondite grazie all’impianto del progetto Symbiosyst”, spiega Walter Guerra, responsabile dell’Istituto di Frutti e Viticoltura del Centro di Sperimentazione Laimburg.

La sfida per questo tipo di impianti è trovare l’equilibrio tra agricoltura e produzione energetica: è importante non coprire troppo terreno agricolo, per non compromettere la produzione; d’altro canto, il numero di pannelli deve essere sufficiente a rendere l’investimento energetico sostenibile dal punto di vista economico.

I primi dati significativi potrebbero arrivare già alla fine della stagione produttiva, anche se serviranno più cicli per una valutazione completa.

Agrivoltaico e contesto locale

“In Alto Adige puntiamo su un’agricoltura innovativa, sostenibile e resiliente. La tecnologia, però, non si ferma, ma continuerà a evolversi nei prossimi anni: in quest’ottica, un progetto pilota come questo, realizzato con l’accompagnamento delle istituzioni scientifiche, ha un’importanza fondamentale”, afferma l’assessore provinciale all’Agricoltura, Luis Walcher.

Secondo l’assessore provinciale all’Energia, Peter Brunner le nuove disposizioni in materia di agrivoltaico sono prossime all’approvazione da parte della Giunta provinciale, un passo ulteriore passo nell’attuazione del Piano Clima della provincia autonoma, con criteri chiari e uniformi validi per tutto l’Alto Adige, a garanzia della compatibilità urbanistica dei progetti.

L’impiego delle superfici agricole per la produzione di energia vuole contribuire al raggiungimento degli obiettivi climatici e nel settore agricolo si punta ad una potenza di circa 500 MW entro il 2040.

L‘Unione agricoltori e coltivatori diretti sudtirolesi (Südtiroler Bauernbund) fa parte del progetto e si occupa di fotovoltaico in modo approfondito. “Si tratta di una tecnologia chiave per la riduzione delle emissioni e la protezione del clima. L‘agricoltura può far parte della soluzione. Se le indicazioni che arriveranno dall’impianto pilota saranno positive, il fotovoltaico potrà rappresentare una nuova linea di business per aziende agricole. Per noi è importante che la produzione agricola rimanga prioritaria e che i terreni rimangano nelle mani degli agricoltori”, così Daniel Gasser, presidente del Südtiroler Bauernbund.

Symbiosyst non si concentra solo sugli aspetti tecnici dell’agrivoltaico. “L’impatto sociale di questi impianti non deve essere trascurato. Per esempio, vanno tenute in considerazione possibili preoccupazioni legate a come può variare l’aspetto paesaggistico o la necessità di misure che compensino gli impatti sulla biodiversità. L’importanza di queste valutazioni è stata confermata anche nell’incontro informativo con rappresentanti del settore privato, della pubblica amministrazione e della società civile promosso da Eurac Research e dall’Unione agricoltori e coltivatori diretti sudtirolesi prima della realizzazione dell’impianto di Ora”, spiega Silvia Tomasi, sociologa di Eurac Research.

Il progetto europeo Symbiosyst

Il progetto europeo Symbiosyst finanziato dal programma Horizon Europe coinvolge 16 partner da tutta Europa e durerà quattro anni.

Oltre all’impianto realizzato a Bolzano, prevede la costruzione di altri due impianti pilota: uno a Barcellona, su coltivazioni ortofrutticole, e uno nei Paesi Bassi, sopra una serra.

Questi casi studio permetteranno al team di progetto di valutare la produzione elettrica e il suo possibile riutilizzo in loco in diversi contesti: per coprire il fabbisogno di una comunità energetica, di una zona industriale, di un consorzio ortofrutticolo o dell’azienda stessa.

La ricerca si concentra anche sul benessere delle colture. Nei diversi impianti pilota sono stati installati avanzati sistemi di monitoraggio “gemelli” che permetteranno di confrontare i dati raccolti e ottenere indicazioni concrete su come favorire una reale simbiosi tra agricoltura e produzione di energia.

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