All’incremento della produzione elettrica corrisponde una maggiore necessità di flessibilità. Sembra una banale proporzione ma in realtà il sottotesto è questo: la crescita della produzione e, di conseguenza, dell’utilizzo di energia da fonti rinnovabili richiede delle specifiche modalità di gestione, soprattutto da parte delle aziende.
Specifiche modalità di gestione che ricadono sotto una dicitura: energy flexibility, di cui si parla già adesso e di cui si parlerà sempre di più nell’immediato futuro.
Obiettivo zero emissioni
Tutti gli scenari sono concordi su un elemento: l’utilizzo sempre più diffuso delle fonti rinnovabili dovrà far diminuire in maniera significativa la produzione e l’immissione di gas serra in atmosfera.
Secondo i dati dell’International Energy Agency (Iea), al fine di raggiungere l’obiettivo zero emissioni, la produzione da energie rinnovabili deve rappresentare il 90% della produzione totale di energia elettrica entro il 2050, con eolico e fotovoltaico che, da soli, devono costituire circa il 70% del totale.
Il ruolo chiave delle aziende
Tra tutti coloro che sono chiamati a dare il proprio contributo per far fronte a questa sfida, un ruolo di primaria importanza è svolto dal settore industriale: le aziende e le imprese producono oggi 8,5 tonnellate di CO2 all’anno, pari al 24% della produzione totale di anidride carbonica.
Stando al report Net Zero by 2050, questo valore è cresciuto del 60% dal 1992, quando fu firmata la Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici.
Una crescita esponenziale anche in Italia
I cambiamenti climatici rendono necessarie la transizione energetica e l’elettrificazione dei consumi anche per le aziende, con un conseguente incremento dell’energia prodotta da fonti rinnovabili, che dovranno sopperire al fabbisogno energetico di servizi prima coperti dalle fonti fossili.
Iea e BloombergNEF stimano che entro il 2030 il fotovoltaico e l’eolico rappresenteranno circa il 45% della produzione energetica totale in Italia rispetto al 2019, a fronte di una media europea che si attesta sul 30%.
Necessaria è la flessibilità
Una produzione così massiccia di energia richiede un’accorta gestione che permetta alla domanda e all’offerta di energia di essere sempre opportunamente bilanciate, evitando ogni possibile scompenso.
Se, da un lato, il crescente ricorso alle fonti rinnovabili sta guidando la transizione energetica verso gli obiettivi della decarbonizzazione e dell’elettrificazione, dall’altro la stabilità della rete di distribuzione è messa alla prova dalla “non programmabilità” delle stesse rinnovabili. Ed è questo a rendere necessaria la energy flexibility.
Picchi di domanda
In sostanza, la produzione da fonti rinnovabili deve compensare eventuali momenti in cui la domanda di energia superi l’offerta di energia.
Situazioni di questo tipo possono verificarsi quando la rete elettrica si trova in emergenza a causa delle condizioni meteorologiche estreme, per interruzioni dei generatori o per problemi imprevisti del sistema.
Dal punto di vista aziendale, significa dover evitare possibili interruzioni di produzione di un bene o di erogazione di un servizio.
Demand Response
La transizione energetica è fortemente legata alla energy flexibility, ovvero alla modifica della produzione e del consumo di energia per far fronte a eventuali picchi di domanda energetica.
Ed è proprio ciò che fa il Demand Response (DR): attività commerciali e aziende possono ridurre o incrementare il consumo di energia rispondendo ai picchi di domanda e utilizzando la rete elettrica in maniera più efficiente.
Ciò si traduce in un due vantaggi: si evitano i problemi legati a un’eventuale interruzione di fornitura energetica e il cliente che partecipa a un programma di DR può ricevere una remunerazione in cambio della sua disponibilità a modificare il consumo di energia.
Enel X diventa partner delle aziende sostenibili
Enel X è Balance Service Provider (BSP). Quando Terna, operatore che gestisce la trasmissione di energia elettrica in alta tensione in Italia e ne garantisce la sicurezza, la qualità e l’economicità nel tempo, rileva un problema sulla rete, lo notifica a Enel X in quanto BSP.
Le aziende, a loro volta, danno al BSP la loro disponibilità di energia, ricavandone un guadagno e permettendo al BSP di far fronte a un picco di richiesta al quale, altrimenti, la rete non sarebbe stata in grado di rispondere.
Ecco come funziona il Demand Response affidandosi a Enel X ed ecco perché alle aziende conviene.