L’Europa nelle scorse ore ha raggiunto l’accordo politico sui nuovi obiettivi climatici dei prossimi 30 anni.
I negoziatori del Parlamento e del Consiglio Ue (quest’ultimo sotto la presidenza di turno portoghese), infatti, hanno stabilito che l’Europa dovrà ridurre di “almeno il 55%” le emissioni nette di anidride carbonica al 2030, in confronto al 1990.
Ricordiamo che il Parlamento spingeva per un traguardo ancora più ambizioso (60% di riduzione).
L’accordo, spiega una nota del Consiglio Ue, prevede poi la costituzione di un organismo scientifico indipendente, European Scientific Advisory Body, composta da 15 membri con un mandato di quattro anni, che avrà il compito di monitorare l’allineamento delle diverse politiche europee ai traguardi climatici, così come l’andamento dei budget di carbonio.
I negoziatori hanno anche raggiunto l’intesa sul traguardo della neutralità climatica al 2050.
Così la Commissione europea, hanno stabilito i negoziatori, presenterà (nel 2023) un obiettivo climatico intermedio per il 2040 insieme a un budget indicativo sulla quantità di emissioni che l’Ue potrà emettere nel periodo 2030-2050, senza rischiare di violare gli accordi di Parigi del 2015.
Questi ultimi, ricordiamo, prevedono di limitare a +1,5-2 gradi C il surriscaldamento globale, in confronto all’età preindustriale.
Tuttavia, il traguardo della neutralità climatica vale collettivamente, per l’Unione europea nel suo complesso, e non a livello di singoli Stati membri. In sostanza, questo significa che alcuni paesi potranno raggiungere la neutralità climatica più tardi, se altri paesi saranno riusciti a de-carbonizzare più velocemente e più profondamente le loro economie.
Ora l’accordo politico dovrà essere approvato da Parlamento e Consiglio per poi passare alla procedura formale di adozione da parte delle istituzioni Ue.
