Cop 26, oltre 40 Paesi contro il carbone, ma mancano Usa, Cina e India

Assente anche l'Australia dal patto siglato per eliminare questa fonte fossile entro il 2030-2040.

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La Cop 26 in corso a Glasgow ha segnato un primo punto verso un graduale abbandono dei combustibili fossili su scala globale, anche se con tante limitazioni e assenze illustri, in primis quelle di Cina e India.

Una coalizione di oltre 40 Paesi (in tutto i firmatari sono 190, comprese organizzazioni di vario tipo), ha siglato un patto per uscire dal carbone, il cui utilizzo, con relative emissioni di CO2, è una delle maggiori cause del surriscaldamento globale.

Il nuovo accordo comprende 18 Paesi, tra cui Polonia, Vietnam e Cile, che per la prima volta si sono impegnati a eliminare gradualmente questa fonte energetica e a non costruire più nuove centrali alimentate a carbone.

Più in dettaglio, spiega una nota del governo britannico, promotore di questa iniziativa alla Cop 26, le Nazioni più avanzate intendono eliminare il carbone entro il 2030 mentre quelle emergenti faranno altrettanto entro il 2040.

Il problema però è che mancano indicazioni più precise e vincolanti su tempi e modi del coal phase-out.

Inoltre, il bicchiere sembra più mezzo vuoto che mezzo pieno, perché i grandi utilizzatori di carbone, soprattutto Cina e India, oltre a Stati Uniti e Australia, non hanno aderito al nuovo impegno lanciato alla conferenza Onu sui cambiamenti climatici.

Ricordiamo che a settembre il presidente cinese, Xi Jinping, aveva affermato che Pechino non avrebbe più finanziato la costruzione di nuove centrali a carbone in paesi esteri, senza però chiarire come si sarebbe comportata la Cina sul fronte interno.

Il patto, battezzato Global Coal to Clean Power Tranistion Statement, prevede poi che i firmatari smettano di investire in nuova generazione a carbone, sia nei propri confini nazionali che a livello internazionale, e che accelerino lo sviluppo delle tecnologie pulite.

Si parla anche di realizzare una equa transizione dal carbone alle altre fonti di produzione elettrica, in modo da tutelare i lavoratori e le comunità locali coinvolte in questo settore industriale.

Una nota della Cop 26 sottolinea poi che 25 Paesi, tra cui Italia, Stati Uniti, Canada e Danimarca, si sono impegnati a cessare ogni supporto internazionale per le energie fossili prive di tecnologie per abbattere le emissioni (unabated fossil fuel energy sector), entro il 2022. Verrà data invece priorità agli investimenti nelle energie pulite.

Intanto alla Cop 26 si continua a discutere di energia: vedremo nelle prossime ore con quali risultati.

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