La città olandese di Zwolle si trova a circa 100 km a est di Amsterdam e conta circa 130mila abitanti, come descritto in uno degli episodi del podcast City stories, sviluppato dall’associazione Energy Cities.
A parte l’interesse storico del suo centro medievale, Zwolle si è recentemente distinta per un’iniziativa di sostenibilità partita da un gruppo di cittadini che ha coinvolto circa 170 abitazioni.
Dall’isolamento termico alla ricerca di una fonte pulita
Il primo passo è stata una procedura quasi standardizzata per incrementare l’isolamento termico nelle abitazioni della zona senza ricorrere a opere di ristrutturazione lunghe, pesanti, incerte e, soprattutto, costose.
Le case del quartiere, infatti, risalgono alla fine del 19° secolo e, quindi, hanno già più di cento anni di vita. Le prime stime tecniche, poi ignorate dai proprietari, parlavano di un costo di circa 50.000 euro per ognuna delle abitazioni.
Una volta preparate le case affinché fosse possibile un riscaldamento efficiente, l’attenzione si è spostata sulla fonte energetica da scegliere per l’alimentazione termica. È proprio in questa fase che è partita la ricerca di una soluzione che escludesse il gas naturale, in ogni caso destinato ad essere eliminato entro il 2050.
Il progetto, che è anche una delle aree pilota del progetto SCCALE 203050, è stato reso possibile, come spesso accade in questi esempi, soprattutto dalla forte spinta che alcuni dei cittadini promotori hanno costantemente dato all’idea di fondo: realizzare una fornitura di calore pulita, sicura e con un prezzo stabile per i consumatori.
Un progetto comune
L’iniziativa si è sviluppata in un gruppo di case del quartiere di Assendorp (in nero nella mappa di Zwolle), con circa 2.500 abitazioni in totale, dove Olaf Heinen, consulente energetico, si è messo al servizio della sua comunità per analizzare i dettagli del progetto.
Anche in collaborazione con il Comune, che aveva già un progetto di risistemazione dell’area, il gruppo di cittadini riunito attorno a Heinen, già costituito e con un passato attivo nel campo della sostenibilità, ha lanciato l’idea di una piccola rete di calore la cui proprietà sarebbe stata dei consumatori stessi, in pratica una cooperativa di teleriscaldamento.
I cittadini di questa zona del quartiere si sono così uniti sotto un progetto comune, indipendentemente dal colore politico e dall’estrazione sociale, grazie agli obiettivi condivisi: avere case calde ma spendendo il giusto, diminuire l’incertezza di fornitura e abbracciare la via verso la sostenibilità.
Un progetto che è stato raggiunto anche grazie a circa diciotto mesi di dialoghi porta a porta e innumerevoli kitchen talks, cioè conversazioni domestiche, per convincere gli utenti della bontà dell’iniziativa.
Una miscela… ma non esplosiva
Una delle motivazioni più forti per i cittadini del quartiere per far partire il progetto è stata senza dubbio il voler influenzare il proprio approvvigionamento energetico, soprattutto dal punto di vista del prezzo, per ottenere un valore giusto che non trasferisca eccessivi profitti a soggetti terzi, e della sostenibilità complessiva dell’iniziativa.
In merito a questo ultimo punto, non è stato ancora deciso quali fonti e tecnologie saranno impiegate per la produzione di calore ma, sempre con l’obiettivo di perseguire la massima flessibilità e la resilienza, la scelta andrà molto probabilmente a una miscela di diverse soluzioni, come pompe di calore, impianti fotovoltaici o recupero di calore dalle acque.
Un altro elemento non trascurabile è il poco spazio disponibile all’interno delle case, dovute alla loro dimensione piuttosto contenuta. Una fornitura termica tramite una rete e, quindi, senza apparecchiature individuali di produzione di calore, è sembrata da subito una soluzione pratica e intelligente.
Insieme si è più forti
Il gruppo di Assendorp non lavora in modo isolato: la cooperativa appartiene a una rete composta da una decina di soggetti. Si tratta di iniziative simili, perché sempre con i cittadini come promotori, ma caratterizzate da modelli di business e di governance piuttosto variegati, anche per quanto riguarda l’interazione con il relativo Comune e il ruolo assolto appunto dall’amministrazione pubblica.
Il confronto sta facendo emergere differenze e punti in comune, che la rete vorrebbe riassumere in una sorta di “guida all’uso” per chi ha intenzione di sviluppare progetti di questo tipo.
Il passaggio alle rinnovabili termiche nella città di Zwollenon è limitato al solo quartiere di Assendorp. Il Comune, infatti, si è fatto promotore di un altro progetto di teleriscaldamento in una zona diversa della città, basato interamente su produzione di calore da energia geotermica.
Una soluzione interessante per il futuro, sempre in un’ottica di maggiore integrazione e flessibilità di tutte le infrastrutture energetiche, sarebbe quella di connettere le due reti tra di loro per ottenere una sola infrastruttura per la produzione e la distribuzione di calore.