Abbiamo analizzato il contributo giornaliero e settimanale delle fonti rinnovabili nel periodo compreso, circa, tra metà aprile e metà maggio degli anni 2023 (10 aprile-14 maggio), 2024 (8 aprile-12 maggio) e 2025 (14 aprile-18 maggio).
Si tratta di un intervallo di cinque settimane che, per caratteristiche climatiche e di domanda elettrica, offre uno spaccato significativo sulla penetrazione delle rinnovabili in Italia: la produzione da Fer è generalmente abbondante, mentre i consumi non raggiungono ancora i picchi estivi o invernali.
Dall’elaborazione dei dati Terna realizzata da QualEnergia.it, rappresentata nella tabella e nel grafico allegati, emergono diverse considerazioni.
Crescita significativa dal 2023 al 2024
La quota media di elettricità coperta da rinnovabili è cresciuta di circa 15 punti percentuali tra il 2023 e il 2024. Un incremento notevole, che riflette sia l’aumento della capacità installata, sia condizioni meteorologiche più favorevoli (maggiore soleggiamento e/o ventosità).
Stabilità nel 2025, ma con più oscillazioni
Nel 2025 la media si conferma sugli stessi livelli del 2024, risultando solo leggermente più alta. Va tuttavia sottolineata una maggiore variabilità: 26 giorni su 35 hanno registrato una quota Fer superiore al 50% e 11 giornate hanno superato il 60%, ma il valore minimo è sceso fino al 38,7%, segnale di una produzione più altalenante, probabilmente a causa di condizioni meteo più irregolari.
Il dato più rilevante è il picco massimo del triennio, raggiunto domenica 18 maggio 2025, con il 72,8% della domanda elettrica coperta da fonti rinnovabili. Sempre elevata la quota di rinnovabili anche su base settimanale. Un segnale del crescente potenziale delle FER nei giorni favorevoli.
Aumenta la variabilità giornaliera
La volatilità quotidiana resta elevata nel 2023 e si riduce leggermente nel 2024, per poi tornare a crescere nel 2025.
Questa volatilità nella produzione rinnovabile rappresenta una sfida tecnica: senza sistemi di accumulo, flessibilità della domanda e reti intelligenti, il sistema elettrico fatica a sfruttare appieno i picchi produttivi.
Ridurre il gas, aumentare l’accumulo e l’intelligenza della rete
Il confronto mostra una tendenza positiva: la penetrazione delle Fer cresce, con un deciso miglioramento tra 2023 e 2024. Il 2025 consolida questi risultati ma segnala che l’aumento delle fonti non programmabili, come eolico e fotovoltaico, richiede strumenti di gestione più evoluti.
Emblematico quanto avvenuto il 1° maggio 2025, quando per sei ore consecutive il prezzo all’ingrosso dell’energia elettrica è stato pari a zero, grazie all’alta produzione da fotovoltaico e alla domanda contenuta, tipica del giorno festivo. Pur trattandosi di mercato all’ingrosso, questi fenomeni contribuiscono , nel tempo, a ridurre le bollette di famiglie e imprese.
Il percorso è tracciato:
- ridurre l’uso del gas, che alza i prezzi del kWh a causa del meccanismo del prezzo marginale;
- investire di più in accumuli, per sfruttare l’energia solare ed eolica quando è disponibile;
- rendere la rete più intelligente, capace di informare in tempo reale gli utenti sulle tariffe più basse, incentivando i consumi negli orari favorevoli (es. ricarica auto elettriche, uso elettrodomestici).
La strada è ancora lunga e complessa, ma la direzione è chiara. E i dati di questi tre anni lo confermano.