“Vogliamo avere un ruolo attivo e con strumenti e risorse adeguate per mappare e proporre ovunque il potenziale rinnovabile del territorio, a partire dalle superfici edificate idonee per minimizzare il consumo di suolo”.
Il messaggio è chiaro e arriva dall’Anci nazionale, a seguito di una posizione espressa dalla Conferenza dei presidenti delle Anci regionali.
I Comuni non vogliono avere un ruolo da comprimari nella partita per le aree idonee, consci che il mosaico di norme che si tesse a livello centrale e regionale non sempre è un vestito che si adatta perfettamente ai singoli territori.
Dunque, probabilmente al fine di prevenire le contestazioni locali agli impianti, è stata fatta richiesta ai ministri per la Pubblica Amministrazione e per l’Ambiente di convocare un “tavolo urgente” sul tema delle aree idonee e sul “monitoraggio del Testo unico per le autorizzazioni rinnovabili, per attivare le misure compensative territoriali necessarie”.
In una nota i delegati dell’associazione all’Energia e all’Ambiente, Mario Conte (sindaco di Treviso) e Giuseppe Sacco (sindaco di Roccasecca, nella provincia di Frosinone) sottolineano il senso dell’equilibrio contenuto nelle dichiarazioni di quasi tutti gli amministratori locali sul tema Fer: “I Comuni non si sottraggono alla sfida della transizione energetica e della decarbonizzazione, ma hanno la responsabilità di contemperare interessi e priorità concorrenti, come l’agricoltura, e tutelare le vocazioni locali”.
Per Conte e Sacco, molto più chiaramente, “occorrono criteri più stringenti per la classificazione delle aree, valorizzando uniformemente tra le Regioni anche alcune idoneità ex lege, come le aree dismesse industriali da bonificare o fortemente edificate. Serve maggiore qualità progettuale e più responsabilità da parte degli operatori. Al contempo dobbiamo rafforzare le amministrazioni locali con risorse che ci consentano di strutturare le funzioni di management dell’energia”.
Dal punto di vista territoriale, infine, “i Comuni più piccoli sono oggi quelli con i territori più esposti all’enorme mole di richiesta di installazione di impianti Fer. Tuttavia l’attuale regime autorizzatorio, basato sul silenzio-assenso, non consente una valutazione adeguata delle proposte progettuali con i tempi così ristretti. È quindi una norma da rivedere, così come è necessario semplificare ulteriormente le installazioni in aree urbane e sul costruito, rivedendo vincoli oggi inutili e circoscrivendo fortemente in aree agricole e su suolo libero”.
Sul tema delle aree idonee, intanto, è tornato il ministro per l’Ambiente e la Sicurezza energetica, Pichetto Fratin, presente a Genova per il Festival del lavoro di oggi (30 maggio).
A margine dell’iniziativa il titolare del Mase non si è sbottonato sui tempi dei correttivi al Dm Aree idonee imposti dal Tar Lazio, attesi al più presto (si veda Aree idonee, decreto da riscrivere e dl Agricoltura alla Consulta).
“La correzione del decreto, nella parte in cui ho lasciato eccessiva autonomia alla Regione, è una questione che stiamo definendo. Ci sarà un confronto con la Conferenza delle Regioni per trovare un punto di accordo”.
Chi non vuole farsi mettere i bastoni tra le ruote dalla vicenda è l’Umbria, che ha ribadito ancora una volta di voler “procedere speditamente” (Sulle aree idonee Umbria e Toscana non aspettano il Mase).
Intervenendo il 28 maggio in un convegno al Senato dedicato all’idroelettrico, l’assessore regionale all’Ambiente, Thomas De Luca, aggiunge: “Nel testo abbiamo previsto un articolo dedicato al sostegno e all’implementazione dei sistemi di accumulo. Riteniamo strategico investire sul recupero di invasi e bacini abbandonati e su quelli che potremo realizzare sfruttando l’orografia del territorio. Averli definiti come aree idonee per la realizzazione di impianti fotovoltaici galleggianti e, in seconda istanza, come aree idonee per la realizzazione di impianti idroelettrici da pompaggio, vuol dire creare un traino economico per il loro recupero anche a fini idrici”.
Inoltre, “questo ci consentirà di collegare la produzione di energia rinnovabile ai bisogni sempre più crescenti di acqua per fini irrigui, ambientali, ma anche idropotabili. Il surplus energetico di impianti fotovoltaici o eolici sarà usato per pompare acqua all’interno degli invasi, potendo conservare energia non di giorno in giorno, ma anche di stagione in stagione”.