I tempi stretti del Pnrr, con scadenza al 30 giugno 2026 per completare i progetti, rischiano di affossare molte iniziative, mentre il Parlamento europeo vorrebbe evitare questo scenario, con una risoluzione che chiede alla Commissione di prorogare le scadenze a determinate condizioni.
Anche se, come noto, il vicepresidente esecutivo della Commissione Ue, Raffaele Fitto, ha più volte bocciato questa proposta, confermando anche lunedì scorso che le scadenze rimarranno immutate.
Il problema è molto sentito in Italia, ad esempio riguardo ai fondi per l’agrivoltaico, le Cer e Transizione 5.0 (a proposito il Mase sta anche lavorando a un’altra estensione per utilizzare le risorse Pnrr che finanziano il contributo a fondo perduto alle comunità energetiche.)
Ora, come detto, la richiesta di estendere il Pnrr ora è arrivata direttamente dal Parlamento Ue.
In una risoluzione plenaria approvata ieri, 18 giugno, con 421 voti favorevoli, 180 contrari e 55 astensioni, gli eurodeputati chiedono alla Commissione europea di prorogare di 18 mesi i progetti “maturi” in corso di realizzazione, basandosi su parametri di riferimento “oggettivi, chiari ed equi”.
Difatti, si legge in una nota dello stesso Parlamento, i deputati temono “che i tempi ristretti per l’attuazione dei finanziamenti in sospeso rappresentino una sfida per il completamento di riforme chiave, investimenti su larga scala e progetti innovativi, nonché per il 70% di traguardi e obiettivi ancora da raggiungere”.
Altra richiesta a Bruxelles è “istituire nuovi programmi, flessibili e reattivi all’evoluzione delle circostanze”; si chiedono poi “collegamenti più chiari fra traguardi, obiettivi ed effettiva attuazione dei progetti”.
Come anticipato, il vicepresidente esecutivo della Commissione Ue, Raffaele Fitto, parlando nel dibattito in plenaria a Strasburgo sull’implementazione del Pnrr (17 giugno), ha stoppato le richieste del Parlamento.
La Commissione, ha affermato, “prende atto della richiesta, contenuta nella relazione sull’attuazione, di una proroga di 18 mesi della scadenza per i progetti maturi” in ambito Pnrr.
Tuttavia, ha continuato, il Pnrr “è stato creato come strumento di sostegno temporaneo” e il suo regolamento “stabilisce esplicitamente il completamento di tutte le tappe e gli obiettivi entro la fine di agosto 2026 e l’effettuazione degli ultimi pagamenti e dei relativi prestiti entro la fine di dicembre 2026. Queste scadenze non possono essere modificate”.
La Commissione, ha aggiunto, “dà priorità alla certezza del diritto, offrendo al contempo opzioni per accelerare l’attuazione e garantirne il completamento […]. La Commissione esorta gli Stati membri a rivedere i propri piani il prima possibile, al fine di mantenere solo le misure che possono essere attuate entro la fine di agosto 2026. Le misure che non possono essere attuate dovrebbero essere sostituite”.
Inoltre, “gli Stati membri possono valutare diverse opzioni, tra cui il potenziamento delle misure efficaci, il finanziamento di progetti critici che hanno ottenuto il marchio Step, il trasferimento di fondi a InvestEU o ai programmi Ue per le comunicazioni satellitari. Gli Stati membri possono anche suddividere i progetti Pnrr per garantire che gli elementi non più realizzabili entro agosto 2026 siano finanziati da fondi nazionali o, se ammissibili, da altri fondi dell’Ue con tempi più lunghi, come la politica di coesione”.
Sempre nel dibattito in plenaria, il rumeno Victor Negrescu (S&D), vicepresidente del Parlamento europeo e correlatore a nome della Commissione Bilancio, ha sottolineato che “alla fine del 2024, purtroppo, solo il 28% delle tappe e degli obiettivi era stato pienamente attuato”.
“Oltre 300 miliardi di euro devono ancora essere erogati. Se non agiamo, gli investimenti cruciali rischiano di rimanere incompiuti”, ha precisato.
Oltre alla proroga di 18 mesi per i progetti più avanzati e vicini al completamento, che come abbiamo visto Fitto ha bocciato, Negrescu evidenzia l’importanza di prevedere “un meccanismo di trasferimento di facile utilizzo, in modo che i progetti non completati possano proseguire nell’ambito di altri strumenti dell’Ue come il Fondo di coesione, InvestEU o un futuro Fondo per la competitività”.
Più in generale, i deputati osservano che “in un periodo di significativa incertezza economica in Europa”, il Pnrr “ha impedito la frammentazione del mercato interno dell’Ue e ha promosso la ripresa”.
La risoluzione chiede anche investimenti mirati nella difesa e nell’istruzione, maggiori misure transfrontaliere e multinazionali, tra cui l’alta velocità ferroviaria, e un’accelerazione degli investimenti nella protezione sociale e nell’integrazione dei gruppi vulnerabili.