Fotovoltaico residenziale, quanto tempo ci vuole per iniziare a produrre i propri kWh solari?

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I tempi necessari dalla decisione di realizzare un impianto FV domestico fino alla sua piena e regolare operatività. Una nostra stima basata sulle indicazioni di operatori, distributori ed enti vari.

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Se si decidesse oggi di installare un impianto fotovoltaico domestico sul tetto o su altra superficie della propria abitazione bisognerà attendere almeno quattro mesi prima di poter iniziare a usarlo e abbattere i costi in bolletta, sempre che non ci siano vincoli paesaggistici o altre complessità tecnico-burocratiche ad allungare ulteriormente i tempi.

È questo il risultato di una rapida stima che QualEnergia.it ha fatto, basandosi sulle esperienze di clienti, installatori, fornitori di materiali, progettisti e società di distribuzione.

Vediamo un po’ più in dettaglio la scansione temporale delle varie fasi, alcune delle quali avverranno in contemporanea e che quindi non saranno sommate alle altre.

Richiesta di un’offerta tecnico-economica

L’attesa, in questo periodo di forte domanda e installatori spesso già pieni di lavoro fino al collo e a corto di personale, inizia prima ancora di avviare l’iter di acquisto vero e proprio.

Nel senso che, anche se una persona è stata particolarmente diligente e ha già raccolto tutte le informazioni preliminari, come le bollette per capire il proprio profilo di consumo, le misure esatte e la natura della superficie a disposizione, il segnaposto di GoogleEarth per visualizzare posizione ed esposizione delle superfici, dei cenni sulla disponibilità di uno spazio tecnico per inverter, quadri e contatori, distanze di massima dell’impianto dallo spazio tecnico e dal quadro elettrico con fotografie a corredo, possono passare comunque diversi giorni o settimane prima che l’installatore risponda.

Poiché non tutti gli acquirenti saranno così diligenti, e a prescindere dalla loro solerzia, prima di ricevere un’offerta tecnico-economica sarà necessario che l’installatore faccia un sopralluogo, per confermare o raccogliere tutte le informazioni necessarie presso il cliente.

Sebbene alcuni installatori siano più rapidi di altri, è prudente per un potenziale acquirente mettere in conto fino a due settimane, prima di essere ricontattato dall’installatore per fissare il sopralluogo.

Capita anche che qualche installatore non risponda affatto alla richiesta, nonostante i solleciti, nel qual caso bisogna ricominciare da capo con la ricerca, e con ulteriori perdite di tempo.

Sopralluogo

Come per la richiesta tecnico-economica iniziale, non necessariamente il sopralluogo viene fatto a tamburo battente. Se l’installatore non è particolarmente strutturato, con più squadre di operai o personale commerciale e tecnico di supporto capace di fare sopralluoghi dettagliati, potrebbero passare altri giorni.

Un bravo “commerciale” può solitamente fare in autonomia il sopralluogo, senza bisogno di tecnici e minimizzando quindi l’attesa del cliente. Qualche volta, però, se si prevedono delle criticità, sarà necessario che siano dei tecnici a fare il sopralluogo, e allora passerà qualche giorno in più. L’attesa potrebbe essere più breve se, fortuitamente, l’acquirente vivesse nella stessa zona in cui è già impegnata una squadra, che potrebbe allora sganciarsi brevemente dal lavoro già in corso per fare il nuovo sopralluogo.

Mettiamo prudentemente in conto che passeranno probabilmente fino a due settimane prima che l’installatore o chi per lui prenda visione diretta della situazione.

Shopping comparativo e selezione dell’offerta

È possibile, se non probabile, che un potenziale acquirente chieda poi almeno due o tre preventivi per l’impianto fotovoltaico (FV).

Oltre al fatto che di questi due o tre installatori ce ne sarà probabilmente almeno uno che tarderà più degli altri a rispondere, l’interessato stesso impiegherà spesso almeno un giorno o due per decidere quale sarà il prescelto, se non di più, soprattutto nel caso di offerte simili, ma con trade-off costo-qualità diversamente configurati, che rendono più incerta la scelta.

A questo punto, fra attesa di tutti i preventivi, scelta del “vincitore”, accettazione formale dell’offerta e ricezione dell’acconto sulla banca dell’installatore, passerà probabilmente almeno un’altra settimana.

Titoli autorizzativi, domanda di connessione, progettazione, ordine materiali

Le fasi citate nel titoletto sopra sono fra quelle che possono avvenire, almeno in parte, in contemporanea.

Se l’installazione è considerata intervento di manutenzione ordinaria, non servono permessi autorizzativi: questo è il caso più frequente per gli impianti residenziali su tetto.

Fanno eccezione le installazioni che sono in aree vincolate, ma nemmeno qui va sempre chiesta l’autorizzazione: non serve, infatti, se i pannelli sono integrati, non visibili dagli spazi pubblici esterni e dai punti di vista panoramici.

A valle della questione autorizzativa, c’è l’iter per la connessione: qui sui tempi influisce se questo  è semplificato o meno.

L’iter semplificato, più rapido, è riservato agli impianti la cui installazione si configura come manutenzione ordinaria (cioè quelli per cui non servono autorizzazioni), che hanno potenza non superiore a quella già disponibile in prelievo e che non condividono il punto di prelievo con altri impianti.

Attualmente, solo il 30% delle richieste di connessione si avvale dell’iter semplificato, ci ha detto E-Distribuzione, il maggiore distributore elettrico italiano, (vedi Cosa c’è dietro i lunghi tempi di connessione degli impianti fotovoltaici?).

Ciò vuol dire che il 70% segue l’iter tradizionale e che quindi i tempi per tali pratiche tenderanno a sfiorare il limite di legge di 20 giorni lavorativi, pari a circa quattro settimane di calendario solare.

In queste fasi, dietro le quinte per il cliente, oltre alla richiesta di preventivo di connessione al distributore elettrico, vengono trasmesse varie PEC a Comune, Regione e Gestore dei Servizi Energetici (Gse). A seconda delle zone, per il silenzio-assenso che conferma nella pratica la bontà degli atti, passano solitamente circa 10 giorni, compresi già nella durata di un mese appena accennata.

Nella attuale fase di mercato, in cui i moduli fotovoltaici sono tornati mediamente disponibili e le carenze di inverter riguardano soprattutto taglie di potenza più grandi rispetto a quelle per gli impianti domestici, il mese di calendario necessario per ottenere dal distributore elettrico il preventivo di connessione e all’acquirente per pagare dovrebbe riuscire nella maggior parte dei casi a contenere più o meno anche le altre fasi sopra citate.

Se però l’installatore non ha l’inverter giusto pronto già in magazzino e lo deve ordinare, l’attesa può facilmente dilatarsi a due-tre mesi per alcune marche o modelli, e aumentare ulteriormente a tre-quattro mesi se l’impianto prevede un sistema di accumulo, anche se la situazione per le batterie sta lentamente migliorando (al momento in cui scriviamo, problemi ci sono solo per inverter di grosse taglie, mentre per il residenziale non ci sono grandi rallentamenti).

Da notare, inoltre, che secondo E-Distribuzione, 4 volte su 10 la documentazione iniziale presentata dal progettista o dalla società di installazione per conto del cliente è incompleta o irregolare e quindi deve essere ripresentata, cosa che ferma l’orologio dei 20 giorni lavorativi.

Capita anche che sia il distributore a ritardare. Quanti sono i casi di ritardo addebitabili al distributore elettrico?

Oltre il 98% delle volte, E-Distribuzione ci ha detto che invia i preventivi di connessione entro i tempi stabiliti dalla legge. Ma, su volumi previsti per quest’anno di 300.000 domande di connessione, il 2% di lungaggini implica che ci saranno nel 2022 circa 6.000 casi di ritardo.

Accettazione preventivo di connessione e registrazione su sistema Gaudì di Terna

Una volta ricevuto il preventivo di connessione dal distributore elettrico, il proprietario effettua un bonifico dell’importo indicato entro 45 giorni (scaduti i quali il gestore annulla la domanda di connessione).

Per quanto queste fasi siano relativamente rapide, anche se l’invio del bonifico da parte del cliente fosse immediato – e spesso non lo è – i soldi impiegheranno almeno un giorno ad arrivare sul conto del distributore. Poi il cliente dovrà attendere una mail di conferma dell’accettazione del preventivo, che potrà arrivare anche dopo qualche giorno e senza la quale non si può registrare l’impianto sul sistema di censimento Gaudì (Gestione delle Anagrafiche Uniche Degli Impianti di produzione) di Terna.

In tutto, è realistico prefigurare che per questi adempimenti passerà complessivamente un’altra settimana.

Installazione impianto

Risolta la prima mandata di adempimenti burocratici, la ditta potrà procedere all’installazione vera e propria dell’impianto.

La posa in opera, soprattutto se l’impianto è di taglia standard, cioè fino a 6 kWp, e non sono necessarie modifiche della superficie d’appoggio o lavori particolari di canalizzazione dei cavi, di per sé richiede solo uno o due giorni di lavoro, con un giorno in più magari se c’è anche un sistema di accumulo.

In realtà però, l’acquirente a questo punto si metterà virtualmente in fila, in attesa che arrivi il proprio turno fra i vari impianti che in quella fase la ditta starà installando. Sarà quindi realistico mettere in conto che passino fino ad un paio di settimane prima che avvenga l’installazione fisica di moduli, inverter e tutto il resto.

Compilazione documenti sul portale del distributore elettrico

Questa fase consiste nella creazione e trasmissione al distributore di un’altra serie di documenti necessari, come il regolamento di esercizio e la comunicazione del fine lavori.

Poiché questo stadio solitamente è contestuale all’installazione dell’impianto, non sarà conteggiata a parte. Di per sé, richiederà comunque ulteriori tempi tecnici, stimabili complessivamente in qualche giorno, che andranno ad aumentare il carico di lavoro della ditta.

Allaccio dell’impianto

Anche in questa fase, bisogna sottolineare che, soprattutto a causa della carenza di personale, ci sono 61.000 clienti che attendono da circa 150 giorni che il proprio installatore completi e comunichi la fine dei lavori per l’impianto di produzione, secondo E-Distribuzione.

Le carenze di organico sono almeno in parte anche all’origine di 11.000 pratiche bloccate per informazioni autorizzative incomplete da parte dei clienti o di altri enti preposti su 130.000 pratiche in essere, pari all’8,4% del totale, ci ha detto E-Distribuzione, secondo cui l’attesa è ormai arrivata a circa 700 giorni per alcune di esse.

Se invece la documentazione inviata è in regola, cioè non necessita di integrazioni perché si è dimenticato o non si riesce ad includere qualcosa, e non sono previsti interventi sulla rete, il distributore elettrico proporrà al cliente due date per l’allaccio dell’impianto, da concordare, di fatto, anche con la ditta installatrice, entro 10 giorni lavorativi, cioè due settimane di calendario.

I casi di ritardo sugli allacci, addebitabili a E-Distribuzione, sono ancora inferiori a quelli per i preventivi di connessione, e pari a meno dell’1% del totale, sempre secondo E-Distribuzione, sufficienti a interessare comunque circa 3.000 clienti.

Convenzioni col Gse

A questo punto, l’impianto è già allacciato e funzionante, e si potrà quindi cominciare ad autoconsumare e risparmiare sui costi della bolletta elettrica. Mancherà però ancora un passaggio importante per finalizzare l’assetto economico-amministrativo dell’impianto, e cioè la sottoscrizione di una convenzione con il Gse.

Le convenzioni sono quella per lo Scambio sul posto (SSP) o per il Ritiro dedicato (RID). Da notare che a fine 2021 è stata annunciata la soppressione dello SSP entro la fine di quest’anno, per essere sostituito idealmente dalle agevolazioni previste per le Comunità energetiche. A causa di ritardi burocratici questa scadenza dovrebbe slittare a metà del 2023 circa e solo gli impianti che già ne fruiranno al momento dell’emanazione dei decreti attuativi potranno continuare a goderne fino a dicembre 2024.

A prescindere, comunque, da quale convenzione si riuscirà ad accendere col Gse, passerà probabilmente un’altra settimana circa prima che il gestore risponda apponendo la propria firma alla convenzione.

Conclusioni

Siamo così arrivati a stimare che, a meno di casi particolarmente rapidi, passeranno almeno quattro mesi circa fra il momento in cui si decide di installare un impianto fotovoltaico domestico e quello in cui l’impianto entrerà a regime sia dal punto di vista operativo che economico-amministrativo.

Nel caso di altri impianti con sistemi di accumulo, inverter particolari o altre apparecchiature di stoccaggio e per l’elettronica di potenza, i tempi potrebbero facilmente dilatarsi a circa 5-6 mesi.

Su tutto ciò incombe la cronica carenza di personale qualificato (installatori, progettisti, distributori elettrici e fornitori) che potrebbe causare ulteriori attese, soprattutto alla luce delle previdibili nuove richieste di realizzare impianti FV residenziali.

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