Credito d’imposta per fotovoltaico sui capannoni, la proposta per il Pnrr di Cna

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Un incentivo fino al 50% dell’investimento per impianti da 12 a 200 kW sui tetti delle Pmi, secondo la Confederazione nazionale artigiani, porterebbe a circa 8,7 GW di nuova potenza usando in modo rapido le risorse del Pnrr.

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Incentivare l’installazione di piccoli impianti fotovoltaici – da 12 a 200 kW – sfruttando i capannoni delle piccole imprese. È questa la proposta presentata da Cna alla Cabina di regia a Palazzo Chigi sul Pnrr e su RepowerEu.

Il segretario generale della Confederazione nazionale artigiani, Otello Gregorini, ha sottolineato la necessità di coinvolgere le imprese private per velocizzare in modo efficiente la messa a terra delle ingenti risorse.

La proposta punta a sviluppare un enorme parco fotovoltaico diffuso “senza consumare suolo, senza impattare negativamente sul paesaggio e con tempi relativamente brevi, e comunque in linea con il timing Pnrr, considerato che l’Italia sta accumulando un considerevole ritardo rispetto all’obiettivo di 7-8 GW di nuova potenza da rinnovabili su base annua”, spiega una nota dell’associazione.

Il potenziale, stima Cna, è un patrimonio immobiliare di circa 800mila unità, detenuto per il 70% da Pmi, con una superficie complessiva stimata di 400 milioni di metri quadri, sfruttato in minima parte a causa dell’assenza di strumenti per sostenere l’investimento iniziale.

“Attualmente i tempi di ritorno per tali investimenti sono intorno ai 7 anni. Con il credito d’imposta, l’impresa finanzierebbe l’impianto in 3-4 anni”, secondo l’idea di Cna.

In dettaglio Cna propone l’introduzione di un credito d’imposta fino al 50%, eventualmente da modulare sulla dimensione dell’impianto, con modalità di funzionamento analoghe a quelle di Industria 4.0.

Tale misura su base triennale, si stima, sarebbe sfruttata da almeno 200mila imprese con un costo modulabile fino a 2,5 miliardi.

“Molteplici i benefici a partire dalla considerazione che in larga parte sarebbero investimenti aggiuntivi. Interventi che non sarebbero realizzati senza incentivi”, osserva l’associazione.

La proposta Cna stima nel triennio l’installazione di nuova capacità per 8,7 GW, dunque quasi un raddoppio della potenza installata in piccoli impianti: a fine 2022 c’erano circa 11,35 GW di impianti sotto ai 200 kW, sui circa 25 GW di potenza cumulativa totale.

“Tali impianti consentirebbero un taglio al consumo di gas pari a 1 miliardo di metri cubi l’anno e la riduzione delle emissioni di CO2 di 3,6 milioni di tonnellate l’anno”, calcola Cna.

“Le piccole imprese, che oggi scontano un gap pari al 30% rispetto ai concorrenti tedeschi, potranno beneficiare di una riduzione strutturale del costo dell’energia fino al 60%, migliorando la competitività – prosegue la nota – e l’Italia potrà accelerare in modo rilevante il raggiungimento degli obiettivi sulla transizione energetica, rendendo artigiani e piccole imprese protagonisti dell’epocale trasformazione”.

Un approccio simile, suggerisce Cna nell’ambito del Pnrr, si può sviluppare in funzione dell’efficientamento del patrimonio immobiliare, rivedendo il sistema dei bonus dell’edilizia definendo priorità e strumenti per favorire le famiglie meno abbienti.

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