Ricaricare il cellulare una volta alla settimana anziché ogni giorno, guidare un veicolo elettrico per centinaia e centinaia di chilometri senza doversi fermare a una colonnina.
Tutto questo tra qualche anno potrebbe essere realtà, se le ultime ricerche della Stanford University daranno pienamente i loro frutti.
Un gruppo di ricercatori, infatti, ha sviluppato una batteria ricaricabile che può immagazzinare fino a 6 volte la quantità di energia rispetto alle batterie al litio attualmente in commercio.
I risultati delle loro sperimentazioni sono stati pubblicati su Nature, nello studio intitolato “Rechargeable Na/Cl2 and Li/Cl2 batteries” (link in basso).
Finora, spiega una nota divulgativa della Stanford University, nessuno era riuscito a realizzare un accumulatore ricaricabile ad alte prestazioni al sodio-cloro o al litio-cloro, perché il cloro è troppo reattivo e difficile da convertire in cloruro con una elevata efficienza.
La svolta nelle ricerche, evidenzia la nota, si è verificata quando gli scienziati hanno realizzato un elettrodo utilizzando un materiale in carbonio poroso con una struttura a nanosfere, in grado di funzionare come una spugna, assorbendo grandi quantità di molecole di cloro e conservandole per la successiva conversione in sale.
Al momento, secondo uno degli autori dello studio, Guanzhou Zhu, i ricercatori hanno compiuto fino a 200 cicli di carica-scarica con la nuova batteria al cloro-metallo alcalino, sostenendo che ci sono ancora margini di miglioramento.
Per arrivare a questo risultato, precisa la nota, gli scienziati sono partiti dalla batteria al litio-cloruro di tionile, sviluppata già negli anni ’70 ma mai resa ricaricabile.
In questa fase, il prototipo messo a punto a Stanford potrebbe trovare i primi utilizzi in piccoli dispositivi elettronici di uso quotidiano, come telecomandi o apparecchi acustici.
Resta, invece, molto lavoro da compiere per progettare una batteria ricaricabile super-efficiente destinata alle auto elettriche e agli strumenti elettronici di largo consumo (cellulari, computer e ecosì via): occorre aumentare la densità energetica, il numero di cicli e sviluppare accumulatori più grandi e con una struttura più definita.