Agrinsieme: “nel decreto rinnovabili incentivare la filiera corta per biogas e biomasse”

  • 11 Giugno 2015

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Serve una adeguata incentivazione per impianti a biomasse e biogas nella soglia di potenza fino a 300 kWe e una parziale revisione del decreto rinnovabili. Lo chiede il neo coordinatore Dino Scanavino di Agrinsieme, organizzazione che riunisce in un accordo interassociativo Cia, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle cooperative agroalimentari.

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“Bisogna garantire un adeguato livello di incentivazione per lo sviluppo futuro del settore agroenergetico, nel pieno rispetto dei principi di sostenibilità ambientale ed economica”. Lo chiede al ministro delle Politiche agricole (Mipaaf), Maurizio Martina, il neo coordinatore Dino Scanavino di Agrinsieme, organizzazione che riunisce in un accordo interassociativo Cia, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle cooperative agroalimentari.

La richiesta è stata fatta al Ministro in occasione dell’avvio da parte del MiSE del procedimento di concertazione con Mipaaf e ministero dell’Ambiente, finalizzato all’imminente emanazione del decreto che dovrà ridefinire gli incentivi per l’energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili non fotovoltaiche (vedi bozza decreto).

“Fermo restando che, grazie all’impegno del Mipaaf, sono stati già concordati con il ministero dello Sviluppo economico importanti miglioramenti della proposta di decreto, quali ad esempio la possibilità di poter continuare a utilizzare negli impianti a biogas la sansa umida proveniente dai frantoi con lavorazione a due fasi, contingenti più elevati per il settore delle biomasse e del biogas, l’inserimento di nuove colture non alimentari nella tabella 1 b del DM 6 luglio 2012, che si auspica siano effettivamente recepiti nella stesura finale del decreto – spiega Scanavino – rimangono ancora irrisolti gli aspetti legati alla definizione di adeguati livelli di incentivazione“.

La bozza del decreto prevede in effetti un severo taglio alle tariffe incentivanti per l’energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili non fotovoltaiche. In particolare per biogas e biomasse le tariffe incentivanti proposte sono drasticamente ridotte rispetto al precedente decreto DM 6 luglio 2012, a tal punto da pregiudicare nel ulteriori sviluppi del settore.

Agrinsieme chiede “che gli impianti a biomasse e biogas nella prima soglia di potenza fino a 300 kWe, possano beneficiare della stessa tariffa base già prevista nel precedente decreto 6 luglio 2012 anche oltre il termine dei 12 mesi fissato dall’articolo 7. Si tratta di impianti di piccola taglia che utilizzano prevalentemente sottoprodotti e che per le loro caratteristiche valorizzano la filiera corta, le risorse del territorio, le imprese agricole e forestali e che quindi attivano lo sviluppo sostenibile e responsabile a scala locale – osserva Scanavino -. Riteniamo necessario, inoltre, prevedere per gli impianti a biomasse e biogas, indipendentemente dalla potenza, un periodo più lungo, da 12 mesi a 18 per accedere agli incentivi di cui al DM 6 luglio 2012. A tal fine occorre modificare l’art. 7 dell’attuale bozza di decreto”

In tale contesto “occorre preservare un adeguato livello di incentivazione per gli impianti del settore della cooperazione che operano con biomasse di provenienza nazionale, tenuto conto anche dell’eliminazione dei premi ambientali prevista dal nuovo decreto. Come occorre – aggiunge il coordinatore di Agrinsieme – anche una revisione del sistema di calcolo dell’incentivo per gli impianti a biomasse, ai quali dal 2016 si applicherà la tariffa onnicomprensiva, in relazione all’andamento del mercato dell’energia”.

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