Guida per un efficace isolamento termico della casa

  • 16 Ottobre 2013

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  1. PERCHÉ ISOLARE E QUALI I VANTAGGI

Per poter rispondere a pieno alla domanda e comprenderne i contenuti è importante innanzitutto fornire la definizione di isolamento termico.

Per isolamento termico di un edificio si intende il ricorso a soluzioni tecnologiche e costruttive tali da ridurre le perdite di calore verso l’esterno durante l’inverno e l’ingresso  del calore in casa durante l’estate.

La progettazione e/o ristrutturazione delle strutture opache e trasparenti che formano e definiscono l’edificio o involucro va fatta accuratamente, con particolare attenzione alla scelta dei materiali, in  quanto le loro caratteristiche, la loro collocazione ha un’incidenza dal punto di vista energetico. Bisogna pensare l’edificio come una “scatola chiusa ma non sigillata” che deve mantenere all’interno sempre la stessa temperatura di comfort facendosi condizionare il meno possibile dalle differenza di temperatura che ci sono all’esterno. Questo è fattibile solo isolando più possibile la scatola in modo da evitare perdite. Isolando, inoltre, si contribuisce alla riduzione delle emissioni di sostanze nocive e inquinanti riducendo sensibilmente i consumi di combustibile da fonte fossile. Costruire o ristrutturare le proprie abitazioni in maniera attenta e responsabile permette di partecipare concretamente alla riduzioni delle emissioni di gas a effetto serra. 

L’ isolamento termico e i suoi vantaggi

Beneficio economico. Una casa isolata ha dispersioni termiche ridotte e di conseguenza anche le bollette per il riscaldamento e il condizionamento. I consumi energetici degli edifici si possono ridurre fino al 70-80% isolando le pareti esterne dell’edificio e le coperture.

Gli interventi di isolamento termico dell’immobile sono i più convenienti in quanto le spese di manutenzione sono praticamente assenti e si possono ottenere interessanti incentivi che possono contribuire a rendere ancora più conveniente ogni intervento (ad esempio le detrazioni fiscali del 65%).

Rispetto alle attuali situazioni finanziarie e alle forme di investimento presenti, investire nell’isolamento termico vuol dire mettere i soldi in una ‘banca virtuale’ che produce un tasso di rendita molto più elevato. Visto l’aumento continuo dei costi di combustibili, una casa che consuma di meno è una garanzia di maggiore sicurezza economica.

Nei condomini gli elementi più disperdenti sono le pareti esterne attraverso le quali si disperde circa il 45-50% del calore, mentre le case singole sono soggette a perdite di calore che passano soprattutto attraverso i tetti mal isolati (40-50%).

Comfort abitativo. La casa è il luogo dove in assoluto si cercano le migliori condizioni di soggiorno. Un buon isolamento termico dell’edificio permette di mantenere una temperatura interna il più possibile costante e omogenea e garantire all’interno degli ambienti condizioni di benessere, impedendo al calore di disperdersi verso l’esterno durante l’inverno o di entrare durante l’estate. Soluzioni costruttive corrette per la coibentazione di pareti, coperture e solai permettono di evitare fenomeni di condensa e muffa sulle strutture che potrebbero dare luogo a vere e proprie malattie.

Beneficio ambientale. Isolando si contribuisce alla riduzione delle emissioni di sostanze nocive ed inquinanti riducendo sensibilmente i consumi di combustibile da fonte fossile.

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  1. DOVE E COME ISOLARE

Vista la contingente e critica situazione dell’edilizia che negli ultimi anni vede fermo il mercato delle nuove costruzioni, una notevole opportunità per il futuro prossimo è costituita dal recupero del patrimonio edilizio esistente. C’è una imprescindibile necessità di riqualificazione visto che il consumo medio è di 180 kWh per metro quadro all’anno. Ciò potrebbe consentire ai proprietari un maggior comfort e un maggior risparmio e al governo di poter concorrere in modo rilevante al conseguimento degli obiettivi delineati dalla Strategia Energetica Nazionale.

Per capire dove e come isolare è fondamentale effettuare una diagnosi energetica o audit energetico dell’edificio oggetto dell’intervento. Primo passo quindi è un insieme sistematico di rilievo, raccolta e analisi dei parametri relativi ai consumi specifici, correlati alle condizioni di esercizio dell’edificio e dei suoi impianti e una valutazione tecnico-economica dei flussi di energia.

Lo scopo della diagnosi energetica è quello di individuare possibili soluzioni tecniche che possano migliorare l’efficienza energetica dell’edificio, riducendo i consumi di energia.

Di seguito si analizzano le possibili soluzioni e tecnologie costruttive per gli interventi di riqualificazione dell’involucro opaco e trasparente.

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  1. SOLUZIONI COSTRUTTIVE PER L’ISOLAMENTO DELL’INVOLUCRO OPACO

La ristrutturazione delle strutture opache che formano e definiscono l’edificio va fatta accuratamente, analizzando la situazione esistente con una analisi delle strutture e del loro grado di isolamento e con particolare attenzione alla scelta e associazione dei materiali. Le caratteristiche e la collocazione di ogni materiale ha un’incidenza differente dal punto di vista energetico.

Le strutture dell’involucro edilizio da isolare sono:

  • pareti
  • coperture
  • pavimenti su ambienti non riscaldati, su esterno o controterra.

3.1 Le pareti opache

Diverse sono le modalità per isolare le pareti esterne di un edificio a seconda della posizione del materiale isolante rispetto alla struttura:

  • isolamento dall’esterno
  • isolamento in intercapedine
  • isolamento dall’interno

Isolamento dall’esterno

Tra le soluzioni di isolamento dall’esterno forse la più nota è la tecnologia di isolamento a cappotto termico.

L’isolamento a cappotto consiste nell’incollare i pannelli di isolante sulla struttura edilizia preesistente, facendo attenzione che il posizionamento delle lastre isolanti sia fatto a giunti sfalsati, anche in corrispondenza degli spigoli, staccandosi da terra con un profilo di partenza. Sui pannelli viene applicato il rasante e annegata la rete portaintonaco per effettuare la finitura. È importante che la posa in opera sia effettuata da personale specializzato, scegliendo aziende che forniscono l’intero “sistema a cappotto”, dove la scelta delle colle, del rasante è compatibile con il materiale stesso.

Questo tipo di sistemi è dotato anche di garanzia. Infatti la corretta posa in opera del sistema cappotto garantisce la stabilità nel tempo del rivestimento eliminando crepe e lesioni che costituiscono le ragioni del degrado delle facciate (sotto due immagini relative a fasi di posa del sistema cappotto).

Tra le altre tecnologie per isolare dall’esterno ci sono anche le facciate ventilate e gli intonaci termoisolanti.  

Isolare dall’esterno comporta diversi vantaggi, tra cui:

  • ridurre i ponti termici: l’isolante costituisce l’ultimo strato della parete coprendo uniformemente tutti gli elementi strutturali, come pilastri e travi;
  • evitare fenomeni di condensa sia superficiale che interstiziale ed evitare la formazione di muffe, proprio perché la struttura è tutta “calda” e più difficilmente raggiunge temperature pari a quella di rugiada;
  • proteggere le strutture edilizie dagli sbalzi termici, demandando all’isolante l’assorbimento dello sbalzo termico;
  • garantire una uniformità di temperatura all’interno dell’ambiente, per cui il salto tra la temperatura al centro del locale e quella superficiale della parete è di pochi gradi evitando il fenomeno della “parete fredda”;
  • aumentare la capacità della parete di accumulare calore. I muri si scaldano, accumulano il calore e lentamente lo rilasciano nei locali quando si spegne l’impianto.

Isolamento in intercapedine

L’isolamento in intercapedine prevede l’inserimento dell’isolante all’interno della cortina edilizia; trattandosi di strutture esistenti (la parete a doppia fodera è la più diffusa tra le tecnologie costruttive esistenti) sono utilizzati per insufflaggio isolanti sfusi. Con l’uso di isolanti sfusi è importante tener conto dell’effetto del costipamento in modo da evitare dei vuoti di isolante all’interno della parete o l’ammassarsi del materiale nella zona bassa della parete con il conseguente peggioramento dell’efficienza energetica della struttura.

Posizionando l’isolamento in intercapedine, si pone il problema dei ponti termici, in quanto l’isolante si interrompe in corrispondenza di pilastri e travi.

Isolamento dall’interno

Questo tipo di isolamento si ottiene foderando le pareti (e anche soffitti) dall’interno. Riguarda essenzialmente interventi di riqualificazione energetica in cui non è possibile intervenire con l’isolamento dall’esterno o nell’intercapedine. Tale soluzione infatti  sottrae superficie utile agli ambienti e può aumentare il rischio di fenomeni di condensa.

Per limitare possibili danni dovuti a fenomeni termo igrometrici si consiglia di posizionare una barriera al vapore prima dello strato isolante oppure creare un’intercapedine d’aria tra muratura e controparete (sotto immagine relativa a posa di pannelli isolanti fibrosi al lato interno della parete).

Con questa applicazione non si sfrutta la capacità della parete di accumulare calore in quanto appena acceso l’impianto l’ambiente si riscalda rapidamente, ma altrettanto rapidamente si raffredda allo spegnimento dell’impianto stesso: viene scaldata solo l’aria e non la struttura muraria.

Di contro però ha come vantaggi :

  • semplicità di posa in opera
  • possibilità d’intervento su edifici con facciate sottoposte a vincoli storici o architettonici (esempio, mattoni faccia a vista, bugnato, ecc.)
  • possibilità di intervento parziale (appartamento singolo)

 

3.2  Coperture inclinate

I tetti a falda possono essere:

  • ventilati
  • non ventilati

La ventilazione è data da un’intercapedine d’aria ventilata posta immediatamente sotto le tegole, ottenuta con arcarecci tra cui è interposto l’isolante. Sulla gronda una griglia forata parapasseri lascia entrare l’aria e un colmo rialzato ne permette l’uscita. La ventilazione consente di ridurre la temperatura superficiale dell’isolante in modo che questo non alteri le sue prestazioni a causa di valori di temperatura troppo elevati soprattutto d’estate.

Alcuni regolamenti edilizi comunali prevedono obbligatoriamente l’applicazione di tetti ventilati (sotto schema di tetto ventilato e non ventilato e un’immagine relativa a un tetto a falda ventilato e isolato).

3.3  Coperture piane a terrazzo

Si distinguono in :

  • tetto caldo
  • tetto freddo o rovescio

La distinzione è relativa alla posizione che l’impermeabilizzante ha rispetto all’isolante. Nel tetto caldo l’impermeabilizzante è posto sopra l’isolante proteggendolo dalle acque meteoriche; nel tetto freddo o rovescio l’impermeabilizzante è posto sotto l’isolante.

È importante ricordare che nel caso del tetto caldo è fondamentale predisporre una barriera al vapore prima dell’isolante per evitare fenomeni di condensazione (sotto schema di tetto caldo e rovescio e un’immagine di tetto piano caldo praticabile).

3.4  Solaio su ambiente non riscaldato

L’applicazione ideale è porre l’isolante all’intradosso, come ultimo strato verso l’ambiente non riscaldato per godere degli stessi vantaggi del cappotto esterno; inoltre ciò è tecnicamente fattibile e consente di non sottrarre altezza utile negli ambienti in quanto va collocato nei garage o cantine che non essendo abitabili richiedono un’altezza interna minore.

 

3.5  Quali spessori utilizzare?

Lo spessore di isolamento corretto dipende dal tipo di struttura da isolare e dalla zona climatica in cui si costruisce. La normativa attuale, il D.Lgs. 311/06, prevede dei valori limite sulla trasmittanza termica (Ulimvalore minimo richiesto dal D.Lgs. 311/06 per ristrutturazioni dell’involucro di edifici esistenti) delle strutture dell’edificio corrispondenti a spessori di isolante crescenti fino al 2010.

Nella tabella è riportato in centimetri lo spessore di isolamento consigliabile per rispondere ai requisiti minimi richiesti dal D.Lgs. 311/06  per il 2010.

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  1. SOLUZIONI COSTRUTTIVE PER L’ISOLAMENTO DELL’INVOLUCRO TRASPARENTE

Gli interventi su serramenti esistenti possono essere di vario tipo:

  • inserimento di un secondo vetro, se l’infisso è a vetro singolo e se ha un telaio in legno di spessore tale da consentirlo; fattibile solo negli edifici storici in cui l’infisso ha anche una valenza architettonica;
  • aggiunta di un secondo serramento, intervento non invasivo in quanto non richiede alcun smontaggio, consiste nell’inserire o all’interno o all’esterno dell’infisso esistente un altro serramento ad elevate prestazioni termiche e acustiche. Questo intervento richiede comunque un certo spessore della muratura tale da alloggiare un secondo infisso;
  • sostituzione dell’infisso, intervento effettuato più sovente, accedendo alle detrazioni fiscali; consiste nella scelta di un nuovo infisso costituito da telaio e vetro altamente performanti.

Dal rapporto Enea del 2010 sulle detrazioni fiscali del 55% la maggior parte delle pratiche ricevute riguarda proprio la sostituzione degli infissi: oltre 220.000 interventi su un totale di circa 405.000 pratiche. Di contro però i risultati dell’intervento-tipo di sostituzione degli infissi hanno dato luogo a risparmi medi dichiarati inferiori a 3 MWh/anno, piuttosto ridotti rispetto agli altri interventi sull’involucro.

La diffusione di questo intervento è legata alla sua semplicità; la sostituzione dei serramenti è quello meno invasivo e rientra in quella che viene definita attività edilizia libera, cioè non richiede necessariamente un titolo abilitativo per essere effettuata.

Per garantire elevate prestazioni del sistema è necessario utilizzare telai ad elevate prestazioni quali:

  • legno
  • materiali polimerici (PVC) con anima in metallo
  • profilato metallico (alluminio, acciaio) con taglio termico
  • misto metallo legno e metallo polimero

Dai dati emersi dal rapporto SAIENERGIA09, gli infissi in legno (essenza più diffusa ed economica è il pino) costituiscono il 57% degli infissi venduti nel 2009; gli infissi in metallo il 29%, quelli in PVC l’11%, i misti il 3%.

Il tipo di vetro adoperato è doppio, per una quota pari al 79% del totale degli interventi, mentre il triplo vetro rappresenta solo il 3% degli interventi.

Le prestazioni degli infissi più venduti riguardano vetri basso emissivi con Ug=1,1 W/m2K e serramenti con UW = 1,4 W/m2K.

Fondamentale è la corretta posa in opera dei serramenti. Da curare il nodo di ancoraggio tra telaio fisso e muratura e tra telaio e davanzale per evitare ponti termici e avere infissi a tenuta (vedi immagini sotto).

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  1. COSTI, INCENTIVI E BENEFICI ECONOMICI

Incentivi

Ad oggi e fino al 31 dicembre 2013 per interventi su singole abitazioni o fino al 30 giugno 2014 se l’intervento è effettuato sulle parti comuni degli edifici condominiali, o se riguarda tutte le unità immobiliari di cui si compone il singolo condominio, è possibile usufruire di incentivi.

Si tratta di una agevolazione fiscale consistente in detrazioni dall’Irpef (Imposta sul reddito delle persone fisiche) o dall’Ires (Imposta sul reddito delle società) concessa quando si eseguono interventi che aumentano il livello di efficienza energetica degli edifici esistenti.

È detraibile il 65% (in 10 rate annuali) della spesa sostenuta per interventi finalizzati a:

  • riduzione del fabbisogno energetico per il riscaldamento
  • miglioramento termico dell’edificio (coibentazioni, pavimenti, finestre comprensive di infissi)
  • installazione di pannelli solari
  • sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale

Un’altra forma di incentivi è il Conto Termico che prevede una restituzione di una certa percentuale di spesa sostenuta per interventi di efficienza energetica, ma riserva l’accessibilità all’incentivo per interventi sull’involucro solo alle pubbliche amministrazioni proprio per evitare la cumulabilità degli incentivi.

Costi

La valutazione dei costi e del beneficio economico ottenuto con la riqualificazione energetica dell’involucro non sempre è semplice e diretta. L’economicità e i vantaggi di un intervento dipendono molto dall’esito dell’analisi preliminare condotta sullo stato dell’edificio e dell’audit energetico. La necessità obbligata di alcuni interventi di manutenzione e ristrutturazione potrebbe far risultare molto conveniente il ricorso all’isolamento dell’involucro, a maggior ragione se ci sono poi incentivi fiscali da parte dello stato. A titolo esemplificativo si riportano alcuni casi:

  1. Se in un condominio o abitazione plurifamiliare occorre rifare la facciata di un edificio in quanto degradata e in cattivo stato conservativo il costo di un isolamento a cappotto si riduce al costo del pannello isolante e al più al rifacimento delle soglie delle finestre, in quanto i costi relativi alle spese professionali per la pratica edilizia, ai ponteggi, e ai lavori di ritinteggiatura dovrebbero comunque essere sostenuti dalla committenza. Inoltre con l’aggiunta dell’isolante è possibile detrarre fiscalmente il 65% della spesa sostenuta anziché il 50%. Il costo del pannello dipende anche dal tipo di materiale isolante scelto: si parte dal più economico e diffuso come l’EPS, polistirene espanso, che si aggira intorno ai 6-8 €/mq per un pannello da 10 cm fino ai 15-20 €/mq per un pannello da 10 cm di sughero bruno. È chiaro che la scelta del materiale non dipende solo dalla componente economica ma va valutato il materiale isolante più idoneo per le diverse applicazioni. Ciascun materiale presenta pro e contro e si presta a risolvere problemi specifici, che vanno analizzati di caso in caso.
  1. Se va rifatto il manto impermeabile di un tetto a causa di infiltrazioni è possibile prevedere l’inserimento di un materiale isolante che ne migliori le performance invernali ed estive.

Caso pratico

Cascina lombarda (zona climatica E) di circa 360 mq di superficie utile, attuale residenza singola su due livelli. Necessario il rifacimento del manto di copertura a causa di infiltrazioni. La superficie del tetto è di circa 330 mq, pari cioè ad un terzo della superficie disperdente totale. Basterebbe quindi inserire uno strato isolante per dimezzare le dispersioni del tetto e avere quindi una considerevole riduzione del fabbisogno energetico per il riscaldamento. Valutando i costi per la rimozione del manto di copertura esistente, per la sistemazione dell’impermeabilizzante, posa dell’isolante, ricollocazione del manto precedentemente rimosso, l’incidenza del costo dell’isolante sul costo totale dell’intervento è di circa un terzo che però viene ammortizzato nell’innalzamento dal 50 al 65% della detrazione fiscale della spesa. Nello specifico caso è stato scelto un materiale naturale quale la fibra di legno, di 15 cm di spessore, ad elevato calore specifico e ad elevata densità che consente quindi di migliorare le prestazioni energetiche estive evitando di ricorrere all’ausilio di impianti.

  1. Se occorre rifare l’impianto di riscaldamento o sostituire il generatore di calore potrebbe essere utile e più conveniente analizzare le dispersioni termiche, capire come poterle ridurre in modo da scegliere la tipologia e le caratteristiche tecniche del nuovo sistema impiantistico in funzione dei fabbisogni energetici effettivi da colmare. In sintesi, vale la pena isolare prima le strutture e poi prevedere un impianto con potenza termica minore con il vantaggio che questo generatore non solo avrà un costo inferiore, ma soprattutto avrà minori costi di gestione con una conseguente riduzione della bolletta.

Caso pratico

Appartamento residenziale di superficie utile da 105 mq (zona climatica D), collocato al primo piano di un edificio plurifamiliare su un garage non riscaldato. È necessario il rifacimento totale dell’impianto termico: da una caldaia standard con radiatori ad una pompa di calore con pannelli radianti. Analizzando le dispersioni dell’involucro è evidente che la maggior superficie disperdente dell’appartamento è costituita proprio dal solaio su garage non riscaldato (visto che lateralmente l’appartamento confina con altri riscaldati). Quindi la mera sostituzione del generatore avrebbe richiesto una pompa di calore di potenza pari ad almeno 15 kW. Decidere invece di isolare il solaio su garage con pannelli isolanti di spessore di 10 cm all’intradosso del solaio permette di ridurre la potenza della pompa di calore a 7 kW, con un risparmio di circa 4.000 €.

Pertanto, l’intervento di isolamento è costato circa 2.500 € che, rispetto ai 4.000 € di differenza di costo tra le pompe di calore di potenza diversa, comporta un risparmio immeditato di 1.500 €, una durata maggiore dell’intervento e soprattutto una serie di benefici in termini di costo della bolletta: riduzione della potenza impegnata con minori spese di allaccio e spese fisse comunque minori nei consumi.

Di fatto, gli interventi di riqualificazione dell’involucro, a fronte dell’investimento iniziale e del risparmio energetico ottenuto, hanno tempi di ritorno medio-lunghi se non si tiene conto dei possibili incentivi e agevolazioni fiscali, ma per una più equa valutazione è importante:

  • tener conto anche della durata dell’intervento, di gran lunga superiore alla durata di interventi sull’impianto; è infatti limitante porre come tempo di ritorno, da indicare nell’Attestato di Prestazione Energetica, 10 anni;
  • effettuare la valutazione dei costi e dei benefici con il calcolo del tempo di ritorno dell’investimento, al netto di quelle spese che comunque sarebbero state sostenute, in quanto interventi di manutenzione necessari.

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  1. CONCLUSIONI

Sarà essenziale che il Governo prosegua la politica incentivante dando stabilità alle detrazioni fiscali, per sostenere un settore che deve ancora avere il suo sviluppo e che deve acquisire quell’autonomia economica e diffusione culturale tale da associare automaticamente i concetti di riqualificazione, ristrutturazione e manutenzione all’efficienza e al  risparmio di energia.

Il caso dei serramenti è a questo proposito esemplare. Visto che il ricorso alle agevolazioni fiscali ha comportato necessariamente l’utilizzo di infissi performanti, l’aumento di richiesta e il conseguente aumento dell’offerta, hanno fatto sì che questi, non costituiscano più l’eccezione, ma siano diventati lo “standard”, raggiungendo un prezzo molto vicino a quello dei precedenti infissi con caratteristiche tecniche meno “spinte”. Insomma, un vantaggio al tempo stesso per il consumatore e il produttore.

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