Mobilità condivisa, crescono i servizi in Italia ma la strada è ancora lunga

  • 28 Marzo 2018

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Tra 2015 e 2017 i principali servizi di mobilità condivisa sono aumentati del 50% in Italia. La diffusione di questo tipo di attività è più capillare nel Nord, ma la percentuale di crescita nel triennio è più evidente al Sud. Alcuni dati nel secondo "Rapporto Nazionale sulla sharing mobility".

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Tra 2015 e 2017 i principali servizi di mobilità condivisa sono aumentati del 50% in Italia. Benché la diffusione di questo tipo di servizi sia più capillare nel Nord Italia, la percentuale di crescita nel triennio preso in considerazione risulta più evidente nelle regioni del Sud, che hanno registrato un + 57% nel triennio contro un 31% del Centro e del Nord.

In totale il numero di servizi sparsi sul territorio italiano al 31 dicembre 2017 era 357, ripartiti con una netta maggioranza nelle regioni del Nord Italia, 58% dei servizi totali, il 26% diffusi nelle regioni del Mezzogiorno, il 15% al Centro e l’1% di servizi attivi su scala nazionale. Milano mantiene il primato in Italia per sharing mobility.

Questi sono solo alcuni dei dati emersi dal “Rapporto Nazionale sulla sharing mobility” presentato in occasione della II Conferenza Nazionale organizzata dall’Osservatorio Nazionale della Sharing Mobility, in partnership con Deloitte e Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane, che si è svolta ieri nella Stazione Termini di Roma.

In Italia – leggiamo dal rapporto – i servizi che hanno avuto maggiore diffusione nell’ultimo anno sono il bike sharing, il car sharing, seguono il car pooling, lo scooter sharing e il bus sharing, oltre alle nuove app, che in un’unica piattaforma permettono di prenotare e acquistare tutta la sharing mobility a disposizione nelle città italiane.

Un successo confermato dai numeri che negli ultimi anni sono lievitati, arrivando a circa 40mila biciclette offerte in bike sharing in 265 Comuni, circa 8.000 auto in car sharing per 1.077.589 utenti, nelle due formule free floating (l’auto che si preleva e si lascia ovunque) e station-based (si preleva e lascia in appositi spazi) e a circa 2,5 milioni di utenti per il car pooling extraurbano. Continua inoltre a salire il numero di veicoli a zero emissioni, è elettrico infatti il 27% degli scooter e delle auto condivise che circolano nelle città italiane.

Le prospettive

L’Italia è il Paese che ha il rapporto più alto veicoli-abitanti: abbiamo 700 veicoli ogni mille abitanti, un record negativo europeo. Ciò lascia intendere che i margini di sviluppo per questa mobilità condivisa siano ancora grandi. “Con la sharing si può arrivare alla metà, ridurre del 50% i veicoli privati e vivere meglio nelle nostre città”, spiega in una nota Raimondo Orsini, direttore della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile.

“La nota dolente di questa crescita – continua – è che avviene solo in alcune città, sono solo 4-5 città che crescono nella sharing: Roma, Milano, Torino, Firenze e Bologna. Ci aspettiamo una crescita nei prossimi anni anche nelle città del Centrosud a cominciare da Napoli, Bari, Cagliari, Catania, Palermo dove è nata la sharing mobility ma ha delle grosse potenzialità – continua – Occorre aiutare la crescita e non ostacolarla: servono dei piccoli provvedimenti che aiutino gli operatori, ad esempio aiutarli a trovare spazi per i parcheggi, per le stazioni di ricarica dei veicoli elettrici”.

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