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Incentivi fotovoltaico: in arrivo regole su decurtazione al posto della decadenza completa

Lorenzo Vallecchi

Dopo anni di ritardo, che hanno messo in difficoltà molti imprenditori, potrebbe arrivare entro dicembre un regolamento che rispetti il principio costituzionale di proporzionalità fra infrazioni e sanzioni in caso di violazioni delle norme sugli incentivi.

 

Il decreto ministeriale sui controlli di violazioni rilevanti delle norme sugli incentivi, che dovrebbe applicare la loro eventuale decurtazione al posto della loro decadenza completa, “è in dirittura d’arrivo”.

Lo ha detto Paolo Arrigoni, Presidente del Gestore dei servizi energetici (Gse), all’Assemblea pubblica di Elettricità Futura, riferendosi al Dl 28/2011 e alle modifiche introdotte dalla Legge 205/2017, cioè la Legge Finanziaria 2018.

Questa prevedeva che, invece della decadenza completa degli incentivi, “al fine di salvaguardare la produzione di energia da fonti rinnovabili degli impianti che al momento dell’accertamento della violazione percepiscono incentivi, il Gse dispone la decurtazione dell’incentivo in misura ricompresa fra il 10 e il 50% in ragione dell’entità della violazione”.

La norma, ispirata ai principi costituzionali di proporzionalità fra trasgressioni e sanzioni, demandava a un decreto ministeriale l’individuazione delle violazioni che possono essere punite con la decurtazione, nonché l’entità del taglio dell’incentivo. Il decreto, però, finora non è stato pubblicato.

Un caso reale

Solo pochi giorni prima, proprio su questo tema, QualEnergia.it aveva raccolto l’appello di Francesco Antonio Tiano, ingegnere e imprenditore: “Perché questo atteso decreto attuativo sulle decurtazioni non viene emanato. Perché sono stati fatti passare cinque anni?”

Tiano, titolare assieme ad altri imprenditori campani di nove impianti da 50 kWp ciascuno, entrati in esercizio nel 2009 e incentivati con il primo Conto energia, si è visto revocare dal Gse tutti gli incentivi nel 2017, dopo aver ricevuto le tariffe dal 2009 al 2016.

La decadenza degli incentivi è avvenuta a causa di violazioni collegate a questioni catastali e autorizzative, ritenute rilevanti dal Gse e considerate invece insussistenti o, nella peggiore delle ipotesi, meramente formali e non sostanziali dall’imprenditore.

A distanza di otto anni, per alcuni degli impianti interessati, il caso è ancora in discussione al Tribunale amministrativo regionale (Tar) del Lazio. In base alla legge attuale, l’imprenditore deve restituire tutti gli incentivi ricevuti dal Gse, pari a circa 540mila euro. Nelle stesse condizioni si trovano gli altri imprenditori titolari dell’iniziativa.

“Rispetto profondamente le istituzioni e l’operato dei giudizi, ma avverto un profondo senso di ingiustizia, considerando che il mio operato è sempre stato di estrema trasparenza. Dovrei restituire dei soldi che non so dove andare a prendere, visto che gli incentivi sono serviti a pagare gli impianti e le spese legali. Per me, l’unica speranza è chiedere una procedura di sdebitamento per cercare di ridurre il debito”, ci ha raccontato l’imprenditore, che si è detto sensibilmente provato e seriamente preoccupato per il suo futuro e quello della sua famiglia.

Finalmente il decreto attuativo?

“Confermo. Mi sembra per la prima volta che siamo veramente prossimi all’emissione, non più del decreto attuativo che attendevamo, ma di un atto regolamentare del Gse, che però abbia la medesima funzione di disciplinare le violazioni e l’entità delle sanzioni”, ci ha detto una fonte legale, che ha chiesto di rimanere anonima.

Le nuove regole potrebbero vedere la luce tra fine novembre e metà dicembre, ha ipotizzato la stessa fonte.

Riguardo l’entità della decurtazione, “sarà quasi sempre nell’ordine del 10-20%, raramente oltre questa soglia, perché altrimenti poi si perde la tenuta finanziaria”, ci ha detto la nostra fonte.

“Andare oltre significherebbe sballare completamente il business plan. Non ci sarebbe interesse, convenienza all’applicazione della norma da parte delle aziende, che a quel punto farebbero comunque causa al Gse”, ha aggiunto.

I casi che potrebbero essere coperti dal prossimo regolamento

In merito alla casistica che presumibilmente rientrerà nell’applicazione della decurtazione al posto della revoca degli incentivi, ci sono un po’ tutti i contenziosi registrati in questi anni contro il Gse.

Al momento, i temi più caldi dovrebbero essere i seguenti, secondo una recente analisi pubblicata da Lucia Bitto, avvocato presso lo Studio Legale Arecco, su Nextville:

  • l’artato frazionamento degli impianti; questa fattispecie, volta al conseguimento da parte di più impianti contigui di un’incentivazione più alta rispetto a quella di un singolo impianto di potenza maggiore, necessita di una graduazione che, tra l’altro, tenga conto della buona o mala fede del soggetto responsabile;
  • la definizione di impianti fotovoltaici su strutture classificate come edifici, spesso contestata per edifici considerati tali dalla normativa urbanistica e catastale e fiscale, ma non dalla comune prassi, come ad esempio alcune tipologie di capannoni parzialmente aperti;
  • l’individuazione del preciso momento in cui l’impianto può dirsi completato e la comunicazione di fine lavori perfezionata, ai sensi della disciplina cosiddetto Salva Alcoa;
  • la problematica dei componenti principali diversi dai moduli fotovoltaici con certificazioni mancanti o contraffatte, che necessiterebbe di essere inclusa nella sanatoria introdotta per i moduli fotovoltaici non certificati o dotati di certificati non corrispondenti alla normativa di riferimento, introdotta nell’art. 42 del Dlgs n. 28/2011 dal Dl n. 101/2019;
  • il tema della carenza dei requisiti o dei criteri di priorità per l’accesso agli incentivi, anche tramite Registri e Aste, che dovrebbe prevedere una serie di casi facilmente risolvibili e una disposizione di chiusura per quelli imprevisti;
  • il problema del cumulo tra incentivi alla produzione di energia e altre agevolazioni pubbliche negli anni scorsi; sono molti i casi che che sono stati definiti con l’Agenzia delle Entrate e da risolvere con il Gse.
  • si attende poi che venga trovata una soluzione alla questione dell’estensione di porzioni di rete di teleriscaldamento effettuata dopo il 31 dicembre 2009; rispetto a questa violazione il Gse non avrebbe trovato ancora una definizione univoca.

Impatti non solo legali

Sarebbe auspicabile che le nuove regole introducano una disciplina transitoria per le violazioni già accertate con provvedimenti del Gse per i quali non siano ancora decorsi i termini di impugnazione o che siano ancora pendenti o già definiti con sentenza non passata in giudicato.

Negli ultimi anni, l’assenza del decreto ministeriale ha spinto il Gse a adottare un approccio molto rigido, revocando gli incentivi in centinaia di casi controversi, anche se, da un punto di vista giuridico, ci sarebbe stato il potere del Gestore di applicare la più ragionevole disciplina della decurtazione percentuale.

In diverse sentenze, infatti, i vari Tar hanno più volte condannato il Gse a riesaminare i propri provvedimenti di decadenza completa degli incentivi. Situazioni che hanno contribuito a incrementare il volume del contenzioso con il Gse, come quello dell’imprenditore sentito da QualEnergia.it che ci ha voluto dire: “Sono disperato. Penso anche a tutti quegli imprenditori che sono arrivati ad ammazzarsi perché non riuscivano a vedere una via d’uscita. Ma scaccio questi pensieri pensando a mia figlia neonata”.

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