Dove conviene investire nelle rinnovabili. Il report Ernst & Young

Ernst & Young ha elaborato l'ultima edizione dell'indagine trimestrale "Renewable Energy Country Attractiveness Index" dedicata agli investimenti in energie rinnovabili. La Cina resta in testa alla classifica, seguita dagli Usa. La Germania guadagna punti con lo stop al nucleare. Italia in quinta posizione.

ADV
image_pdfimage_print

Crisi finanziaria, riforme dei sistemi incentivanti, cambi nelle strategie energetiche dovuti l’abbandono di programmi nucleari. Questi ultimi mesi del 2011 sono stati piuttosto movimentati per la green economy mondiale. Come è cambiata la capacità dei vari paesi di attrarre investimenti nelle rinnovabili? Ci risponde Ernst & Young con l’ultima edizione del “Renewable Energy Country Attractiveness Index” (vedi allegato in basso), lo studio trimestrale dedicato agli investimenti in energie pulite nel mondo.


Cina e Stati Uniti, vi si legge, restano ai vertici della classifica, Germania e India stanno al terzo e al quarto posto, mentre l’Italia, pur perdendo un paio di punti rispetto alla precedente edizione dell’indice, è quinta, a parimerito con il Regno Unito, che invece è in ascesa. L’indice insomma non è stravolto rispetto alle precedenti edizioni, ma andando a vedere gli highlights di quel che succede nei vari paesi si scoprono cose interessanti.


La Cina, resta il paese con più investimenti nell’eolico (e nelle rinnovabili in genere), ma ha perso qualche punto perché l’implementazione delle infrastrutture elettriche non sta tenendo il passo e perché il fondo governativo per i produttori di turbine, contestato dal WTO, sarebbe prossimo a finire.


Gli Stati Uniti, si legge, hanno avuto un secondo trimestre sottotono, perché non è ancora chiaro se il Clean Energy Standard, l’obbligo di acquisto di rinnovabili da parte delle utility voluto da Obama, riuscirà ad essere approvato, mentre altre forme di incentivi, come i finanziamenti e i prestiti agevolati per l’eolico hanno un futuro incerto.


E’ invece grazie alla chiusura con il nucleare e al conseguente maggior impegno nelle fonti rinnovabili che la Germania ha guadagnato due punti nell’indice, ritornando al terzo posto.


Perde invece due punti l’Italia: la colpa è della crisi del debito dell’Eurozona. Positivo comunque il giudizio degli investitori sulla conclusione delle travagliate vicende che dal “decreto ammazza rinnovabili” hanno portato, al quarto conto energia: restiamo quinti al mondo come attrattività per gli investimenti nel solare, mentre per installazioni siamo il secondo mercato mondiale. Nell’eolico invece il paese perde una posizione, era il sesto paese più attraente nella scorsa edizione, ora è il settimo; buono anche il punteggio per quel che riguarda l’attrazione di investimenti in biomasse e altre rinnovabili: siamo sesti.


Il Regno Unito va bene, grazie alla feed in tariff prevista con la riforma del mercato elettrico, ma soffre ancora di diverse incertezze, come quella nelle procedure autorizzative, che portano il paese a perdere un punto rispetto all’edizione precedente del report.


Colpite dalla crisi del debito dell’Eurozona assieme all’Italia anche Spagna e Grecia. In Spagna alla crisi si è aggiunta una stretta sugli incentivi al fotovoltaico e nel complesso il paese ha perso due punti nell’indice. In Grecia, nonostante il duro colpo inferto dalla crisi ci sono segnali positivi dati dalle prospettive di un grosso investimento di capitali tedeschi nel fotovoltaico ne paese (si parla di un piano da 10 GW).


Da segnalare infine la performance della Romania, che sale di 5 posti in classifica: il merito è nell’introduzione di un meccanismo simile a quello dei nostri Certificati Verdi.

ADV
×