Europarlamento, la Commissione faccia una strategia per UE a zero emissioni al 2050

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Approvata dall'Europarlamento una risoluzione che chiede alla Commissione di preparare entro il 2018 una strategia per una UE a zero emissioni a metà secolo. Resta una forte contraddizione a livello UE: gli Stati membri nel 2016 hanno dato all'industria fossile 112 mld di €.

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In vista del prossimo incontro sui negoziati internazionali sul clima (COP 23) che si svolgeranno a Bonn dal 6 al 17 novembre, i deputati europei invitano l’Unione a definire entro il 2018 una strategia “emissioni zero” per metà secolo.

Nella risoluzione votata ieri (allegata in basso), gli europarlamentari hanno approvato le raccomandazioni per le istituzioni dell’UE e per i Paesi in vista della COP 23 di Bonn.

Poiché tutte le parti (nazioni) dell’UNFCCC sono invitate a comunicare entro il 2020 le loro strategie a lungo termine (INDC – Nationally Determined Contributions), i deputati esortano la Commissione a preparare entro la fine del prossimo anno una strategia per una UE a zero emissioni entro il 2050, allo scopo di mantenere l’aumento della temperatura media mondiale ben al di sotto di 2 °C e proseguire gli sforzi per limitare tale aumento a 1,5°C.

Tuttavia si legge nella risoluzione, presentata il 25 settembre, che “il rigore e il livello di ambizione delle strategie nazionali di riduzione delle emissioni non sono subordinati alla presentazione di un NDC aggiornato”.

I deputati esprimono la proprio delusione per l’intenzione annunciata dal Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, di ritirarsi dall’accordo di Parigi. Rilevando che tale decisione “rappresenta un passo indietro”, tuttavia si compiacciono delle ferme risposte dei governi di tutto il mondo in favore della piena attuazione dell’accordo di Parigi.

Nel documento si chiedono impegni concreti da parte dell’Unione e a livello internazionale per trovare altre fonti di finanziamento. Le pratiche per i prestiti e per gli investimenti dovrebbero allinearsi con l’obiettivo di contenere l’aumento della temperatura secondo quanto indicato dall’accordo di Parigi, incluso l’abbandono degli investimenti in favore dei combustibili fossili.

Al punto 29 si legge infatti: “si ritiene che l’UE debba trattare urgentemente la questione dei flussi finanziari verso i combustibili fossili e delle infrastrutture ad alta intensità di carbonio”.

A tal proposito, Marco Affronte, eurodeputato verde, tra responsabili della risoluzione, ha messo in luce però una contraddizione e cioè, da una parte “il ruolo di leader dell’Unione europea e della Cina che hanno un po’ chiuso, diciamo così, il buco lasciato aperto dagli Stati Uniti” in seguito alla decisione di Donald Trump di voler uscire dall’accordo di Parigi.

Ma, al tempo stesso, spiega che nel 2016 gli Stati dell’Unione europea hanno complessivamente erogato 112 miliardi di euro all’industria del settore fossile“. Affronte denuncia quindi che “da una parte le discussioni vanno in una direzione, dall’altra le azioni vere e proprie, quelle concrete, vanno in direzione completamente opposta”.

Nell’ambito della risoluzione gli europarlamentari, inoltre, accolgono con favore lo sviluppo di sistemi di scambio di quote di emissione (ETS) a livello mondiale, compresi i 18 sistemi di scambio delle emissioni attualmente operativi in quattro continenti.

Incoraggiano la Commissione a promuovere collegamenti tra l’ETS dell’Unione e gli altri sistemi di scambio di quote di emissione, allo scopo di ridurre il rischio di rilocalizzazione delle emissioni di carbonio (carbon leakage).

Nella risoluzione, approvata per alzata di mano, gli eurodeputati auspicano che la Conferenza di Bonn chiarifichi la struttura del “Dialogo di facilitazione” del 2018, che mira a fare il punto dei progressi compiuti dai governi verso l’obiettivo di lungo termine.

Una delegazione del Parlamento, guidata dalla Presidente della commissione per l’ambiente, Adina-Ioana Valean (Ppe, Ro), parteciperà alla conferenza dal 13 al 17 novembre.

Il Parlamento europeo sta attualmente lavorando su tre atti legislativi per attuare l’accordo di Parigi:

  • la riforma del mercato del carbonio post-2020 (Eu ETS) (relatrice Julie Girling)
  • il regolamento del 2030 per la condivisione degli sforzi (relatore Gerben-Jan Gerbrandy)
  • la regolamentazione sulle emissioni di gas a effetto serra risultanti dall’uso del suolo, dal cambiamenti di uso del suolo e dalla silvicoltura (relatore Norbert Lins).

La risoluzione approvata dal Parlamento Europeo (4/10/2017)

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