Meglio investire oggi nelle fonti rinnovabili per evitare extra costi futuri: si riassume così la conclusione dello studio dell’Imperial College londinese sulle strategie per favorire la transizione energetica verso le risorse “verdi”.
Aspettare una tecnologia “mitica” salva-pianeta (unicorn technology si legge nella nota diffusa dall’ateneo inglese), in grado di produrre energia totalmente pulita a basso costo e con la flessibilità necessaria alla sua piena integrazione nel sistema elettrico, secondo gli autori dello studio sarebbe controproducente e rischioso.
Anziché puntare sullo scenario “wait”, che prevede continui massicci investimenti nelle infrastrutture fossili, come gasdotti e centrali convenzionali, il documento suggerisce di scommettere sullo scenario che include un rapido sviluppo delle tecnologie rinnovabili esistenti, anche se imperfette e quindi migliorabili sotto diversi aspetti, pensiamo ad esempio all’evoluzione attesa nel campo delle batterie e della mobilità elettrica.
In sostanza, afferma lo studio Impact of myopic decision-making and disruptive events in power systems planning (qui un estratto dell’articolo pubblicato su Nature), attendere che si materializzi una fonte rinnovabile “miracolosa” è una scelta miope, perché farà lievitare i costi complessivi del mix energetico, stimati in percentuali variabili fino al +60% nelle diverse simulazioni sulla Gran Bretagna.
Il messaggio cruciale di questo lavoro è che posticipare gli investimenti in rinnovabili è una scusa per mantenere il più possibile lo status quo degli impianti fossili, senza considerare che:
- In molti casi le rinnovabili già oggi sono più competitive dei combustibili tradizionali.
- Le utility rischiano di costruire altri impianti inutili/sottoutilizzati (stranded asset).
- Senza un’accelerazione delle tecnologie green in tutti i settori sarà impossibile ottenere un’economia de-carbonizzata entro il 2050.
- I costi in continua discesa delle rinnovabili faranno aumentare la loro convenienza e obbligheranno le multinazionali dell’energia a modificare i loro piani d’investimento.
Per approfondire questi temi rimandiamo ad alcuni recenti articoli di QualEnergia.it:
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