Diecimila mini grid in Nigeria: un programma per tagliare i costi del 60%

L'enorme potenziale di investimento in minigrid e FV domestico della aree non servite dalla rete potrebbe avere ritorni economici rapidi. Vanno però abbassati i costi e servirà un coinvolgimento di diversi attori. Una roadmap sviluppata da Nigeria’s Rural Electrification Agency e RMI.

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Le mini reti alimentate da fotovoltaico e storage possono diventare l’opzione più economica per oltre 600 milioni di persone che vivono nell’Africa sub-sahariana e che non hanno un accesso affidabile all’energia elettrica.

Possono diventare anche la migliore soluzione per utenze domestiche, commerciali e agro-industriali isolate, favorendo così uno sviluppo economico oggi assente.

Di questo si è parlato nel corso di un workshop svoltosi a Lagos, in Nigeria, e organizzato da RMI (Rocky Mountain Institute) e da REA (Nigeria’s Rural Electrification Agency).

Si è riscontrato che, nonostante la loro potenzialità, la penetrazione delle micro grid in queste aree non supera l’1% a causa soprattutto dei costi iniziali. Le migliori tecnologie oggi generano un kWh ad un costo intorno ai 60 cent/$, ancora superiore spesso a quello di sistemi offgrid alimentato a fonti fossili.

Nell’ambito del workshop è stata presentata una roadmap per l’Africa e per la Nigeria, unico esempio finora nel continente, per raggiungere in tre anni costi prossimi ai 20 centesimi di dollaro

Ad esempio i problemi legati alla fornitura di energia elettrica in Nigeria sono diventati ormai atavici, causati anche dal degrado delle infrastrutture. Questo situazione sta già spingendo verso la diffusione di massa di mini grid alimentate qui principalmente da solare e idroelettrico allo scopo di integrare la rete nazionale.

Il Paese proprio per le sue caratteristiche potrebbe assumere un ruolo di leadership nel mercato delle mini reti africane: buona tradizione imprenditoriale, gran numero di lavoratori autonomi e, ovviamente, un ampio mercato.

Secondo il direttore di REA, Damilola Ogunbiyi, lo scopo dell’agenzia è di realizzare 10mila mini grid da circa 100 kW di potenza entro il 2023 in tutto il paese per offrire un servizio alle comunità attualmente più svantaggiate da questo punto di vista. Anche alla luce del quadro regolatorio in vigore, ci sarebbe le giuste condizioni.

Un programma di questo dimensione potrebbe alimentare il 14% della popolazione con una potenza installata di 3.000 MW. L’investimento potenziale ammonterebbe a quasi 20 miliardi di dollari, con una opportunità di creare reddito di oltre 3 mld di $.

Oggi nel paese africano ci sono 14 GW di piccoli impianti alimentati a petrolio o diesel, con una spesa annuale di 13,8 miliardi di dollari solo per questi sistemi offgrid (con un costo per kWh intorno ai 45 cent$). Il fatto poi che almeno 85 milioni di persone su un totale di 190 milioni oggi non sia servito dalla rete elettrica, dimostrano l’opportunità e il possibile buon ritorno economico di un forte investimento su micro e mini grid e sistemi solari domestici.

Ricordiamo poi che la Nigeria è la principale economia africana con una Pil di circa 500 miliardi di dollari.

In questo ambito l’esperienza di RMI su questi progetti è stata fatta in Ruanda, Sierra Leone e Uganda, oltre che in altri Pvs, all’interno del programma SEED (Sustainable Energy for Economic Development) che ha lo scopo fin dal 2016 di aiutare sei paesi africani nell’accesso all’energia elettrica. Il progetto continuerà ora in Nigeria con la collaborazione di REA.

Oltre alle raccomandazioni tecniche e finanziarie, il programma prevede anche una stretta collaborazione con i governi locali e il settore privato, oltre che con la Banca Mondiale.

Sono stati già identificati centinaia di siti ad alto potenziale per lo sviluppo di minigrid e per l’elettrificazione rurale.

In Nigeria una minigrid di media dimensione (intorno ai 200 kW), a differenza di altre aree subsahariane, può avere un tempo di ritorno già in tre anni.

Si consideri anche che molte abitazioni o attività commerciali rurali oggi spendono circa 6 dollari al mese per il kerosene e per alimentare torce a batteria; una cifra che renderebbe fattibile, in alternativa, l’uso di impianti solari fotovoltaici.

Secondo uno studio di REA e RMI (allegato in basso), che passa in rassegna la citata roadmap e diversi casi studio, spostare l’attuale impiego del reddito per la fornitura energetica di utenze non connesse o mal servite dalla rete a sistemi di mini reti e solari consentirebbe ai nigeriani di risparmiare circa 4,4 miliardi di dollari all’anno.

Nigeria Minigrid Investment Brief  (pdf)

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