Il Club di Roma fa 50 anni. Un libro su come cambiare in modo sostenibile la nostra economia

I 50 anni del Club di Roma, il think-tank fondato da Aurelio Peccei, sono l'occasione per rilanciare la riflessione iniziata nel 1972 con "The Limits to Growth". Oggi un nuovo rapporto "Come On! Capitalism, Short termism, Population and Destruction of the Nature", disponibile online.

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Articolo pubblicato su n.1/2018 della rivista QualEnergia

1968: anno simbolo della contestazione dei valori sociali ed economici prevalenti, ha visto la nascita del Club di Roma, un originale e validissimo think-tank, voluto da uno straordinario personaggio italiano che è stato anche il mio grande maestro, Aurelio Peccei (www.clubofrome.org).

Il Club, composto da un centinaio di personalità culturali, scientifiche ed economiche animate dalla preoccupazione per il futuro dell’umanità, produsse il suo primo rapporto nel 1972, “The Limits to Growth” realizzato da un gruppo di giovani studiosi, coordinati da Donella H. Meadows e Dennis L. Meadows, della Sloan School of Management del Mit diretta dal fondatore della dinamica dei sistemi, scomparso nel 2016 a 98 anni, Jay Forrester.

Il volume, pietra miliare nella consapevolezza di come fosse impossibile una crescita economica materiale e quantitativa dell’umanità in un mondo dai limiti biofisici definiti, ha scatenato un dibattito planetario sul tema.

Impiegando per la prima volta computer per i modelli di simulazione matematica del sistema mondiale, il rapporto cercava di comprendere le tendenze e le interazioni di cinque fattori dai quali dipende la sorte delle società umane (la popolazione, il cibo, riserve e consumi di materie prime, lo sviluppo industriale e l’inquinamento) in un periodo di 130 anni.

E giungeva alla seguenti conclusioni: con uno scenario Business As Usual (Bau) di crescita inalterata, l’umanità avrebbe raggiunto i limiti naturali della crescita entro i successivi cento anni.

Sarebbe stato possibile modificare questa linea di sviluppo e determinare una condizione di stabilità ecologica ed economica in grado di protrarsi nel futuro.

Questa condizione di equilibrio globale avrebbe potuto corrispondere alla soddisfazione dei bisogni materiali degli abitanti della Terra e all’opportunità per ciascuno di realizzare il proprio potenziale umano. Se l’umanità avesse optato per questa seconda alternativa, invece che per la prima, le probabilità di successo sarebbero state tanto maggiori quanto più rapidamente si fosse passati a operare.

Nel 2018 si celebreranno i 50 anni del Club di Roma (nasce il 7 aprile 1968, ndr) proprio mentre gli scenari del primo rapporto, vengono confermati dagli studi di diversi esperti, dopo che gli autori del rapporto avevano provveduto a fare due aggiornamenti, nel 1992 e nel 2004.

Il Club ha percorso questi decenni da protagonista, coinvolgendo i migliori esperti internazionali per tenere viva l’attenzione su come affrontare il nostro futuro, contrastando le dimensioni d’insostenibilità ambientale, sociale ed economica verso le quali ci siamo indirizzati. Grazie ai suoi rapporti (che sono stati oltre 40) e gli eventi, il Club di Roma è stato un vero incubatore delle migliori conoscenze ed eccellenze nella sostenibilità.

Per i 50 anni il Club di Roma ha pubblicato un rapporto curato dai due copresidenti, Ernst von Weizsaecker e Anders Wijkman con la collaborazione di una trentina di membri del Club, dal titolo “Come On! Capitalism, Short termism, Population and Destruction of the Nature” (disponibile qui l’edizione online), del quale sto predisponendo l’edizione italiana.

Il Rapporto è un quadro utile e costruttivo su come oggi sia possibile realizzare percorsi concreti di sostenibilità con i processi circolari, da sempre seguiti dalla natura, che sostituiscano i processi lineari, del nostro sistema economico e che producono scarti, rifiuti e inquinamenti.

Un rapporto che vuole trovare soluzioni su come vivere in modo prospero e sostenibile, un “mondo pieno” (full world) come il nostro.

Il 17 e 18 ottobre 2018 si terrà a Roma una conferenza internazionale per questi 50 anni e lanciarsi nelle straordinarie e affascinanti sfide del futuro.

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