Anche il Belgio vuole rinunciare al nucleare dal 2025

Il governo federale ha proposto una strategia energetica che intende uscire dall’atomo e incrementare la capacità installata nelle fonti rinnovabili. Obiettivi e linee-guida per un paese che dipende per oltre il 50% dall’elettricità generata dai sette reattori costruiti negli anni ’70-’80.

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Abbandono dell’atomo e incremento delle fonti rinnovabili, con particolare attenzione allo sviluppo dei grandi parchi eolici offshore, senza dimenticare tecnologie più di nicchia, come il solare galleggiante: si può riassumere così la strategia energetica appena proposta dal consiglio dei ministri del Belgio (Stratégie énergétique fédérale, documento completo allegato in basso).

Il caso del Belgio è interessante a causa della sua dipendenza dal nucleare, con oltre il 51% dell’energia elettrica assicurata dai sette reattori delle due centrali di Doel e Tihange, per una potenza complessivamente installata di quasi 6 GW.

Solo Francia e Slovacchia, tra i 28 Stati membri Ue, hanno un mix elettrico ancora più centrato sul nucleare.

La nuova strategia prevede di uscire dall’atomo entro il 2025; in sostanza, il governo federale guidato da Charles Michel, pensa di non estendere più la vita utile degli impianti esistenti, entrati in funzione tra il 1975 e il 1985 e destinati così a essere dismessi nel 2022-2025.

Il Belgio, nel 2013-2015, aveva temporaneamente chiuso alcuni reattori per eseguire dei controlli di sicurezza sulla loro “tenuta” e consentire il prolungamento delle attività, nonostante le critiche dei gruppi ambientalisti con i timori di possibili incidenti su impianti già molto vecchi.

La sfida, quindi, è garantire la continuità delle forniture energetiche senza quel 50% di nucleare, puntando sulle tecnologie rinnovabili e sull’interconnessione con i sistemi elettrici dei paesi vicini, in modo da creare una rete più aperta e flessibile.

Nel documento si parla soprattutto di eolico offshore, anche se mancano dei riferimenti precisi in termini di capacità da installare nei prossimi anni.

L’uscita dal nucleare dovrà certamente imprimere un’accelerata alle risorse “verdi”, ricordando tra l’altro che il Belgio è in ritardo sull’obiettivo Ue per le rinnovabili al 2020. Il paese, che dovrebbe arrivare al 13% di energia green sul totale dei consumi finali, è fermo a poco meno del 9% secondo i dati Eurostat.

Intanto, il ministro dell’energia del governo delle Fiandre, Bart Tommelein, ha dichiarato che circa 6 milioni di euro saranno destinati allo sviluppo di parchi fotovoltaici galleggianti (vedi QualEnergia.it per maggiori approfondimenti su questa tecnologia a livello globale).

Secondo quanto riportato dal sito PV Magazine, i primi progetti-pilota saranno realizzati su piccoli laghi artificiali, ma anche in questo caso, al momento, mancano dettagli sulle caratteristiche tecniche dei futuri impianti.

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