Solare termodinamico, inaugurata la prima centrale Enea in Nord Africa

Basato sulla tecnologia ai sali fusi del premio Nobel Carlo Rubbia, l'impianto che sorge a 40 km da Alessandria d'Egitto, può fornire in modo stabile 5 MW di calore ad alta temperatura, fino a 1 MW di energia elettrica e circa 250 metri cubi al giorno di acqua dissalata.

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Uno spazio di 10mila metri quadrati – circa due campi da calcio – dove 18 specchi parabolici lunghi ciascuno 100 metri captano le radiazioni solari: questi i numeri della prima centrale solare termodinamica con tecnologia Enea inaugurata in Nord Africa.

Costruito all’interno del campus della ‘Città della Scienza e della Tecnologia’ di Borg-el-Arab a circa 40 chilometri da Alessandria d’Egitto, l’impianto è stato realizzato dal progetto MATS – Multipurpose  Applications by Thermodynamic Solar – coordinato dall’Enea.

La centrale è basata sulla tecnologia ideata dal premio Nobel Carlo Rubbia e sviluppata dalla stessa Enea con l’uso di sali fusi alla temperatura massima di 550°C come fluido di processo e un sistema di accumulo termico per distribuire l’energia anche in assenza di radiazione solare.

Combinato con altri combustibili ‘tradizionali’, l’impianto può fornire in modo stabile 5 MW di calore ad alta temperatura, fino a 1 MW di energia elettrica e circa 250 m3 al giorno di acqua dissalata, soddisfacendo i consumi di una comunità di oltre 1.000 abitanti. L’impianto è stato integrato nelle reti locali di distribuzione di elettricità, gas e acqua anche se può lavorare anche off-grid.

L’obiettivo del progetto, spiegano da Enea è di trasformare la regione semi desertica in un hub tecnologico, rafforzando la collaborazione scientifica tra Unione europea e sponda sud del Mediterraneo, e di replicare questa esperienza in altre aree del Nord Africa e del Medio Oriente per favorire e diffondere tecnologie innovative in una logica di cooperazione allo sviluppo, un settore in cui l’Enea è fortemente impegnata.

MATS è un consorzio che gode di un finanziamento internazionale di 22 milioni di euro, di cui 12,5 dall’Unione europea; oltre che l’Enea ne fanno parte altri istituti di ricerca (il francese CEA, il tedesco Fraunhofer e gli egiziani ASRT e NREA), università (la britannica University of Cranfield) e partner industriali (tra i quali gli italiani Maire Tecnimont KT e Archimede Solar Energy per la realizzazione e fornitura dei componenti più innovativi e gli egiziani Orascom Construction Industries e Delft Environment).

All’inaugurazione dell’impianto hanno partecipato l’ambasciatore d’Italia al Cairo Giampaolo Cantini e l’ambasciatore Ue Ivan Surkos, presenti anche i ministri egiziani dell’Elettricità e Fonti rinnovabili, Mohamed Shaker, e dell’Università e Ricerca, Khalid Atef Abdul Ghaffar, e del presidente dell’Accademia per la ricerca scientifica d’Egitto (ASRT), Mahmoud Sakr.

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