Filiera legno-energia, linee guida per un protocollo di intesa tra Aiel, Mamb e regioni

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Ridurre del 70% le emissioni di PM 10 e Benzo(a)pirene del riscaldamento domestico a legna e pellet entro il 2030. È l'impegno che la filiera legno-energia rappresentata da AIEL si assume collaborando con le istituzioni. Cinque gli impegni: turnover tecnologico, biocombustibili di qualità, professionalità degli installatori, manutenzione periodica, buone pratiche da diffondere.

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Nella giornata di apertura di Progetto Fuoco alla Fiera di Verona, AIEL ha presentato le linee guida del Protocollo d’intesa con il Ministero dell’Ambiente e le Regioni del Bacino Padano che sarà perfezionato nelle prossime settimane.

Il documento contiene una serie di azioni e proposte integrate per abbattere le emissioni di PM 10 e Benzo(a)pirene che coinvolgono tutti gli attori della filiera, dai costruttori di apparecchi domestici e caldaie, ai produttori e distributori di pellet certificato, fino alle imprese di produzione di legna da ardere e cippato e agli installatori e manutentori.

L’annuncio è stato fatto in occasione del convegno di apertura di Progetto Fuoco e dei wood energy day di AIEL, intitolato “Aria, bene comune. Politiche, azioni, tecnologie per ridurre le emissioni del riscaldamento domestico a biomasse”.

Sono 5 gli impegni della filiera legno-energia inseriti nell’Intesa programmatica di settore:

  1. Turn over tecnologico. Promuovere e migliorare la qualità tecnologica dei generatori a biomasse e avviare una campagna nazionale di rottamazione degli apparecchi obsoleti (nel nostro Paese ci sono oltre 4,5 milioni di sistemi domestici di riscaldamento a legna e pellet installati da oltre 20 anni). Le imprese costruttrici di generatori domestici e caldaie a biomasse assumono l’impegno di investire in ricerca e sviluppo per proseguire nel processo di innovazione tecnologica dell’attuale parco dei generatori e per garantire nell’arco dei prossimi 12 anni emissioni sempre più contenute e migliori rendimenti. Il Ministero dell’Ambiente riconosce e condivide l’utilità delle finalità perseguite con il sistema di certificazione volontaria ariaPulita™.
  2. Biocombustibili di qualità. Introdurre criteri qualitativi e di certificazione dei combustibili legnosi: legna, cippato, pellet, bricchette.
  3. Professionalità. Garantire la professionalità degli installatori e manutentori attraverso un più preciso e definito percorso di formazione e aggiornamento.
  4. Manutenzione periodica. Aggiornare i Catasti regionali dei generatori e intensificare la sorveglianza sull’applicazione delle norme vigenti.
  5. Buone pratiche. Avviare una campagna nazionale, rivolta ai consumatori per promuovere le buone pratiche per un uso corretto dei generatori a biomasse.

“Siamo convinti – ha affermato Marino Berton Direttore generale AIEL – che attuando queste azioni e potendo contare sugli incentivi previsti dal Conto Termico, purtroppo ancora poco conosciuti e applicati, sia possibile raggiungere il nostro obiettivo: -70% di emissioni entro il 2030”.

“È necessario però – ha aggiunto Berton – che le iniziative e le azioni previste siano condivise e supportate sotto il profilo politico dalle istituzioni coinvolte. Dopo il metano, le biomasse sono la seconda fonte di riscaldamento delle famiglie italiane e la prima fonte di energia rinnovabile. L’Italia rappresenta oltre il 50% del mercato europeo delle stufe a pellet: questo è un settore importante per l’economia, la bilancia commerciale, la crescita occupazionale e merita attenzione”.

Su queste tematiche nel corso del convegno sono intervenuti esperti internazionali e italiani.

Nathalie Hemeleers direttrice delle policy dell’Associazione Europea della Biomasse ha illustrato il contesto della legislazione europea soffermandosi in particolare sulla Direttiva Ecodesign che stabilisce le regole per la definizione dei requisiti tecnici (progettazione ecocompatibile ed etichettatura energetica) ai quali i produttori degli apparecchi dovranno attenersi, già in fase di progettazione, per incrementare l’efficienza energetica e ridurre l’impatto ambientale dei propri prodotti durante tutto il loro ciclo di vita.

Le esperienze di Austria, Germania e Francia in merito alle problematiche collegate alla qualità dell’aria, alle ‘regole’ e ai sistemi incentivanti sono state proposte da Christoph Pfemeter direttore generale dell’Associazione Austriaca Biomasse che ha confermato come all’aumento dell’efficienza dei generatori reso necessario dagli stringenti limiti imposti dalla legge nazionale sia corrisposto un calo delle emissioni grazie alle tecnologie più efficienti dei generatori. L’aumento dell’efficienza ha consentito inoltre la diminuzione dei consumi di biomassa, con un effetto positivo anche sul fronte del risparmio dei costi di approvvigionamento.

Hans Hartmann dell’Istituto di ricerca tedesco TFZ ha sottolineato come gli incentivi che premiano l’elevato livello tecnologico dei generatori hanno dato una forte spinta propulsiva alla sostituzione di vecchi generatori e alla scelta sul mercato dei generatori con le caratteristiche tecnologiche più performanti.

Per quanto riguarda invece l’esperienza francese, portata da Axel Richard responsabile del sistema di certificazione Flamme Verte del Sindacato per le Energie Rinnovabili, è stato ricordata l’importanza delle certificazioni di qualità per far evolvere il mercato indirizzando l’utente finale verso la scelta di apparecchi che garantiscono migliori prestazioni tecniche.

Proprio sul tema della qualità dei generatori si è soffermato Fabio Romeo del Ministero dell’AmbienteIspra: la classificazione introdotta con il Decreto legislativo 186/2017 oggi è il traguardo di un percorso che per la prima volta ha visto AIEL anticipare le indicazioni della legge dotandosi un sistema di certificazione volontaria come ariaPulita™ che ha recepito con 2 anni di anticipo gli stessi criteri di classificazione introdotti dal decreto.

Il sistema di classificazione con le Stelle è stato inoltre adottato dalle regioni del Bacino Padano per la definizione degli interventi per la qualità dell’aria inseriti nell’Accordo siglato a giugno 2017 diversi mesi prima dell’emanazione del decreto.

L’accordo tra le Regioni del Bacino Padano è certamente una pietra miliare nelle politiche nazionali per la qualità dell’aria perché prevede obblighi ancora più stringenti rispetto al passato e riguarda tutti i settori coinvolti: agricoltura, trasporti ed energia toccando con le sue misure oltre 23 milioni di cittadini.

Sui contenuti dell’Accordo è intervenuto Gian Luca Gurrieri della Direzione generale ambiente, energia e sviluppo sostenibile della Regione Lombardia che ha ricordato come l’Accordo di Bacino Padano abbia introdotto la classificazione degli impianti in differenti classi di qualità ambientale ed emissiva (decreto del Ministero dell’Ambiente 07/11/2017) oltre all’obbligo di utilizzare pellet di qualità certificata.

Sono state inoltre previste regole precise, e progressivamente più ambiziose, per l’installazione e l’utilizzo dei generatori, come ad esempio il divieto dal 1° ottobre 2018 di combustione della biomassa legnosa in impianti con classe di qualità ambientale inferiore alle 3 Stelle e inferiore alle 4 Stelle a partire dal 1° gennaio 2020.

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