Anche BP lo riconosce: con auto elettrica picco domanda oil vicino

Le nuove previsioni del colosso energetico inglese sono molto più favorevoli per i veicoli a zero emissioni, rispetto al recente passato. Dati e tendenze dell’Energy Outlook 2018. La domanda di oro nero rallenterà la sua crescita per poi stabilizzarsi intorno al 2040.

ADV
image_pdfimage_print

La domanda petrolifera mondiale smetterà di crescere, grazie alla rivoluzione dell’auto elettrica e alla maggiore efficienza dei motori.

Per la prima volta, il rapporto annuale di BP riconosce che la mobilità “verde” avrà un ruolo decisivo nel modificare il mix dei carburanti utilizzati nei trasporti su gomma, contribuendo così a raggiungere il picco dei consumi di oro nero entro il 2040.

Nel suo Energy Oulook 2018 (allegato in fondo all’articolo), ricchissimo di dati e proiezioni in tutti i settori dell’energia nelle diverse aree geografiche, il colosso inglese del petrolio si concentra sull’evoluzione dei veicoli a zero emissioni, cercando di valutare il loro impatto futuro sul fuel-mix.

Lo scenario Evolving Transition (ET), in particolare, assume che le tecnologie pulite si svilupperanno con una velocità simile a quella registrata negli ultimi anni. Di conseguenza, secondo BP, la domanda di combustibili liquidi rallenterà dopo il 2030, per poi stabilizzarsi a 109 milioni di barili giornalieri nel 2040, come riassume il grafico seguente.

La quota dei trasporti sulla richiesta totale di petrolio rimarrà intorno al 55%, quindi relativamente stabile nel periodo considerato.

BP, inoltre, nel prossimo grafico evidenzia che i consumi energetici dei trasporti continueranno a essere dominati dal petrolio: 85% della domanda complessiva tra una decina d’anni, mentre oggi siamo al 94% di dipendenza dall’oro nero.

Tuttavia, prosegue l’analisi, l’elettrificazione cambierà profondamente il mercato dell’auto.

Secondo le nuove previsioni di BP, infatti, che sono molto più favorevoli per i veicoli elettrici in confronto alle stime passate (vedi anche QualEnergia.it), nel 2040 ci saranno circa due miliardi di automobili in circolazione in tutto il mondo, il doppio di oggi, di cui più di 300 milioni saranno alimentate dalle batterie; al momento, le vetture elettriche sono circa tre milioni.

È bene precisare che BP in questa previsione include sia le auto 100% elettriche (BEV, battery electric vehicle) sia quelle ibride plug-in (PHEV) che si ricaricano con una presa di corrente, ma hanno anche un motore a combustione interna.

Il 15% dei veicoli passeggeri circolanti nel 2040, pertanto, sarà un BEV o un PHEV.

Le auto elettriche, si legge poi nel rapporto, saranno utilizzate in modo più intenso e con maggiore frequenza, rispetto alle “sorelle” tradizionali a benzina o gasolio, grazie alle diverse forme di mobilità condivisa nei centri urbani, come il car-sharing e i futuri sistemi di guida autonoma (vedi anche QualEnergia.it: L’auto elettrica e senza conducente chiuderà i conti col dieselgate?)

Allora, secondo BP, nel 2040 sarà a trazione elettrica ben il 30% dei chilometri totali percorsi da tutte le automobili nel mondo (Vkm, vehicle kilometres), come chiarisce la prossima coppia di grafici.

In definitiva, l’elettrificazione dei trasporti e l’incremento di efficienza dei motori tradizionali, stimato intorno al +2-3% l’anno in modo da consumare in media 3 litri per 100 km nel 2040, saranno i due fattori che consentiranno di appiattire la domanda petrolifera in campo automobilistico, nonostante il raddoppio del parco circolante. Lo scenario è spiegato nel grafico sotto.

Infine, conviene anche precisare che questo quadro non tiene conto dei possibili bandi ai veicoli diesel che diversi governi potranno decidere di attuare dal 2030 in avanti. Molta incertezza, quindi, rimane su quale sarà l’andamento effettivo delle vendite di auto elettriche, che potrà essere ancora più accelerato di quanto stimato finora.

Come spiega a QualEnergia.it il prof. Ugo Bardi, esperto di risorse fossili e studioso del picco del petrolio, “lo sviluppo dirompente dell’auto elettrica potrà avere un effetto negativo sull’industria petrolifera, con una possibile riduzione della produzione. Il sistema economico si sta organizzando per tirarci fuori dalla dipendenza dall’oro nero: l’industria petrolifera deve capirlo e affrettarsi a diversificare le sue attività”.

Il seguente documento è riservato agli abbonati a QualEnergia.it PRO:

Prova gratis il servizio per 10 giorni o abbonati subito a QualEnergia.it PRO

ADV
×