TAP, arriva un miliardo e mezzo dalla Banca europea per gli investimenti

L’istituto di credito Ue ha deciso di finanziare massicciamente la costruzione del gasdotto Trans Adriatic Pipeline, un’opera considerata prioritaria da Bruxelles per variare le forniture di combustibile. Ma un nuovo studio rimarca le incognite del progetto e il suo elevato impatto ambientale.

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Sono la fetta maggiore della torta di prestiti appena approvati dalla Banca europea per gli investimenti (EIB, European Investment Bank): 1,5 miliardi di euro che finanzieranno la costruzione di Trans Adriatic Pipeline (TAP), il gasdotto che permetterà d’inaugurare il corridoio sud degli approvvigionamenti di combustibile dal Mar Caspio all’Europa.

Il consiglio della banca Ue, nella prima riunione del 2018, ha deciso di stanziare in totale 6,5 miliardi di € per contribuire alla realizzazione di 36 progetti in vari settori, incluse le fonti rinnovabili e alcune infrastrutture per i trasporti urbani, non solo negli Stati membri ma anche in Africa, Asia e America Latina.

Come evidenzia l’agenzia EurActiv, il credito destinato a TAP rappresenta il singolo finanziamento più consistente finora accordato dall’EIB nel settore dell’energia.

Il via libera era atteso per lo scorso dicembre, ma l’istituto europeo aveva rinviato ancora una volta la decisione finale, per approfondire le caratteristiche di un progetto molto complesso e con diverse incognite.

TAP, come sappiamo, sarà il “braccio europeo” del corridoio meridionale di tubi che per 3.500 km trasporteranno il gas dai giacimenti di Shah Deniz II, sul Mar Caspio in Azerbaijan, attraverso le pianure anatoliche, la Grecia, l’Albania e un tratto sottomarino, fino alle coste italiane, in Puglia per la precisione.

La sua capacità iniziale sarà pari a 10 miliardi di metri cubi/anno.

L’importanza strategica del gasdotto è tale, secondo Bruxelles, da aver meritato l’inserimento nella lista di progetti d’interesse comune che prevede una serie di facilitazioni, in termini di procedure per le autorizzazioni e di accesso ai finanziamenti.

La lista, peraltro, è stata molto contestata da diversi europarlamentari della Commissione Energia e Industria (ITRE, Committee on Industry, Research and Energy), che hanno criticato il peso eccessivo assegnato alle infrastrutture per le risorse fossili, soprattutto il gas, a tutto svantaggio degli investimenti in tecnologie pulite (vedi QualEnergia.it Ancora troppo gas nella lista di progetti energetici Ue prioritari).

La Commissione Ue, al contrario, ritiene che l’opera sia indispensabile per ridurre la dipendenza dalle forniture di gas russo e così aumentare la sicurezza energetica continentale.

Gli oppositori del progetto, invece, sostengono che TAP sia inutile e dannoso, per diversi motivi, ad esempio perché la domanda europea di gas diminuirà per via della concorrenza delle rinnovabili e delle misure per l’efficienza energetica (vedi l’analisi di QualEnergia.it Ma almeno ci serve il gasdotto TAP?).

In un recente documento, CEE Bankwatch Network (Smoke and mirrors, allegato in basso), l’organizzazione non governativa che monitora le attività delle istituzioni finanziarie pubbliche, sottolinea che l’impatto ambientale di TAP potrebbe essere molto rilevante, perfino più dannoso del carbone, se si considerano anche gli effetti delle fughe di metano nella filiera – estrazione, trasporto, produzione di energia – con conseguenti emissioni di gas-serra.

Il rischio, in definitiva, è spendere parecchi miliardi di euro per un’opera che in futuro potrebbe essere sottoutilizzata e priva di quei vantaggi economici-ambientali stimati inizialmente.

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