“No a nuove trivellazioni di Shell”, l’appello di Legambiente al Piemonte

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Legambiente chiede alla Regione Piemonte di opporsi al tentativo di Shell di autorizzare attività di prospezione e possibili nuove trivellazioni in un’area tra le provincie di Novara, Vercelli, Biella e Varese. Il messaggio dell'associazione arriva alla vigilia della conferenza dei servizi, convocata sul tema per il 6 febbraio.

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“No a nuove estrazioni petrolifere”.

È chiaro il messaggio che Legambiente Piemonte lancia alla vigilia della conferenza dei servizi convocata in Regione Piemonte il 6 febbraio per la richiesta di Shell di autorizzare attività di prospezione e possibili nuove trivellazioni in un’area di 462 km2 tra le provincie di Novara, Vercelli, Biella e Varese.

L’obiettivo finale di Shell – spiega la nota dell’associazione ambientalista – è quello di “valutare l’opportunità di effettuare ulteriori attività di verifica dell’esistenza del giacimento” nell’area del permesso di ricerca di idrocarburi denominato Cascina Alberto, territorio compreso tra i comuni di Gattinara, Ghemme, Sizzano e le aree protette del Ticino e del Lago Maggiore”.

Queste zone – prosegue Legambiente – hanno un’economia prevalentemente basata sul turismo con centinaia di migliaia di presenze all’anno e con un’offerta che si basa su natura e paesaggio.

Le tecniche di prospezione del terreno

La Shell – spiega Legambiente – utilizzerebbe due tecniche di prospezione del terreno. La prima, chiamata “vibroseis”, prevede onde elastiche prodotte facendo vibrare una massa di una certa dimensione e trasmettendo le vibrazioni al suolo. La seconda tecnica prevede invece che le onde elastiche vengano innescate facendo detonare una carica esplosiva direttamente nel terreno.

“Siamo fermamente contrari alla deriva petrolifera nella nostra Regione a cominciare dalle prime attività di ricerca e prospezione sia per il rischio a cui verrebbero sottoposti il territorio e la popolazione, sia perché il petrolio è una vecchia energia fossile causa di inquinamento, dipendenza economica, conflitti e protagonismo delle grandi lobby”, commenta Fabio Dovana, presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta.

“Piuttosto che diventare terreno di conquista delle compagnie petrolifere l’area dovrebbe essere tutelata e valorizzata per la sua vocazione turistica e la pregiata produzione vitivinicola”, prosegue il presidente.

“Il futuro è nelle fonti rinnovabili, già oggi competitive e in grado di soddisfare il 32% dei consumi elettrici nazionali e in Piemonte il 39%. Un grande risultato che dimostra come si debba guardare a un modello energetico sempre più distribuito, pulito, innovativo e integrato nei territori”, conclude Dovana.

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