Come ridurre i consumi energetici di bar e ristoranti

La Federazione italiana dei pubblici esercizi fa il punto sulla domanda elettrica della ristorazione, calcolata in 8,6 miliardi di kWh/anno, in media 26.000 kWh per singola attività, quasi dieci volte il consumo annuale di una famiglia italiana. Indispensabile intervenire con tecnologie più efficienti.

ADV
image_pdfimage_print

La ristorazione è un settore molto “energivoro”, con ampie possibilità, ancora poco sfruttate, per interventi di efficienza volti a ridurre i consumi elettrici e alleggerire le bollette delle imprese.

Secondo i dati dell’ufficio studi di Fipe (Federazione italiana pubblici esercizi), un’attività come un bar, un ristorante o una tavola calda, ogni anno, consuma in media 26.000 kWh di energia elettrica, quasi dieci volte di più di quanto “assorbe” mediamente una famiglia, per un consumo complessivo della ristorazione stimato in 8,6 miliardi di kWh.

Entrando nel dettaglio, emerge che le cifre variano sensibilmente in base al tipo di esercizio: dai 17.000 kWh/anno di un piccolo caffè ai 45.000 di un bar-pasticceria, dai 15.000 kWh di una pizzeria al taglio ai 142.000 di un self-service.

Questo, in sintesi, il tema è stato al centro della tavola rotonda “Innovare per risparmiare”, che si è svolta nei giorni scorsi alla Fiera di Rimini, nell’ambito dell’edizione 2018 di Sigep (Salone internazionale della gelateria, pasticceria, panificazione artigianali e caffè).

Il settore è così energivoro, evidenzia una nota dell’associazione, perché i titolari delle diverse attività devono alimentare una miriade di apparecchi e devono creare ambienti confortevoli per i clienti, per quanto riguarda sia la temperatura sia l’illuminazione.

Nei ristoranti, ad esempio, sono installate più di 250.000 lavastoviglie e 540.000 frigoriferi, per non parlare delle centinaia di migliaia di forni, o delle 200.000 macchine per l’espresso nei bar. L’efficienza di queste attrezzature, quindi, può fare davvero la differenza nel consumo di elettricità e nei costi della bolletta.

“Rinnovare le attrezzature non è solo necessario per tagliare i consumi, ma è indispensabile per migliorare le performance complessive delle aziende”, ha dichiarato Matteo Musacci, Presidente Fipe Emilia Romagna.

“Certo la bassa marginalità delle aziende rende spesso difficile affrontare investimenti importanti, ma intervenire su sprechi, inefficienze e malfunzionamenti permette sicuramente di ridurre i consumi con semplici e piccole accortezze da adottare nel processo di lavorazione”, ha aggiunto Musacci.

“Non bisogna poi dimenticare l’obsolescenza del parco attrezzature e la necessità che anche la ristorazione possa contare su un tax credit come quello oggi in vigore per il settore alberghiero. Inoltre, ci sono alcuni incentivi che possono essere utilizzati, come quelli rinnovati con il bando del mese di novembre 2017 del Ministero dello Sviluppo economico e con la legge di bilancio 2018”.

ADV
×