Fotovoltaico domestico, come difendersi dalle possibili truffe

Numerose le segnalazioni ricevute da Federcontribuenti sui messaggi “sospetti” diffusi dalle ditte che cercano di vendere impianti solari a condizioni molto vantaggiose, promettendo l’indipendenza energetica e l’azzeramento delle bollette. Come evitare di essere raggirati e alcuni consigli utili per chi deve fare l'impianto FV.

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Indipendenza energetica, azzeramento della bolletta elettrica, nessun costo di manutenzione, il tutto a fronte di un canone mensile particolarmente vantaggioso.

È con queste promesse che alcune società del settore fotovoltaico cercano di truffare i clienti domestici, installando impianti che poi non sono assolutamente in grado di rispettare le condizioni pubblicizzate in un primo momento.

L’avviso arriva lo scorso ottobre da Federcontribuenti, che continua a ricevere segnalazioni di truffe che riguardano la vendita di sistemi fotovoltaici con messaggi di questo tipo: Il fotovoltaico permette l’indipendenza energetica a soli 98 euro al mese, nessun costo di manutenzione e una garanzia di 25 anni, vuoi essere contattato per avere maggiori informazioni?”.

Alla federazione italiana che tutela i contribuenti e i consumatori, infatti, sono giunte molte richieste d’aiuto di persone che hanno acquistato impianti solari, dopo essersi fatte convincere che il finanziamento si sarebbe ripagato al 100% attraverso la detrazione fiscale e l’azzeramento delle bollette, salvo poi vedersi recapitare delle rate mensili esorbitanti, pari a svariate centinaia di euro, oltre a dover pagare le bollette con gli stessi importi di prima, mentre le società che avevano venduto l’impianto erano sparite.

La truffa, secondo Federcontribuenti, è analoga a quella che negli anni passati ha coinvolto il business delle multiproprietà: ottenere i rimborsi delle rate è possibile, spiega l’associazione, a patto di affidarsi a un legale esperto e intervenire tempestivamente.

Per evitare di essere truffati, è fondamentale ricordare alcuni consigli per un corretto investimento nel fotovoltaico (vedi anche QualEnergia.it):

  • Con un impianto fotovoltaico senza storage non si possono azzerare le bollette elettrichea, ma solo incrementare la percentuale di elettricità autoconsumata. La percentuale di autoconsumo aumenta sensibilmente se oltre ai pannelli facciamo installare una batteria di accumulo, ma arrivare al 100% comporta un sovradimensionamento del sistema che non lo rende conveniente (vedi QualEnergia.it per tutti i consigli su FV e batterie).
  • L’indipendenza energetica è quindi solo parziale, perché non è possibile interrompere la fornitura elettrica staccandosi dalla rete.
  • Il contratto di vendita deve prevedere sia l’installazione dell’impianto sia la manutenzione semestrale dello stesso, altrimenti c’è il rischio di dover pagare un tecnico a parte.
  • È bene diffidare delle offerte troppo standardizzate che escludono un sopralluogo tecnico preliminare con un installatore professionista. Ogni impianto va “cucito su misura” secondo i propri consumi e le proprie esigenze-abitudini, oltre naturalmente alle caratteristiche dell’abitazione (esposizione del tetto – preferibilmente a sud – irraggiamento solare e così via).
  • L’obiettivo dell’investimento è massimizzare l’autoconsumo, cioè utilizzare direttamente quanta più energia possibile di quella generata con i pannelli solari, anche grazie ad alcuni accorgimenti, ad esempio “spostare” i consumi elettrici gestibili (lavastoviglie, asciugatrice, ecc.) nelle ore diurne, magari con il supporto di un sistema domotico capace di coordinare i carichi elettrici con la produzione effettiva dell’impianto. In sintesi, l’elettricità solare prodotta dal nostro impianto FV e ceduta alla rete viene pagata molto poco, quindi il vantaggio è utilizzarla direttamente, quando possibile.
  • Leggere con molta attenzione il preventivo e il contratto di vendita, per individuare eventuali voci che dovrebbero essere incluse e invece non lo sono (sopralluogo, installazione, collaudo, monitoraggio, assistenza).
  • Affidarsi a ditte che possono dimostrare di aver installato molti impianti fotovoltaici e di essere aggiornate sull’evoluzione tecnica e normativa del settore.
  • Conviene scegliere marche di moduli e inverter tra quelle più note e solide a livello internazionale, ricordandosi di controllare le garanzie applicate, di norma 10-25 anni per i moduli, rispettivamente sulla parte meccanica e sulle prestazioni, e 5-10 anni per gli inverter.

Su questo sito abbiamo parlato anche di un altro tipo di “truffa”, quella che riguarda molti venditori che offrono alle, spesso ignare, famiglie impianti fotovoltaici sovradimensionati rispetto ai loro consumi elettrici e a costi molti elevati per kW installato, senza una preventiva valutazione del loro consumo e dei loro profili di consumi (QualEnergia.it, Fotovoltaico domestico: come proteggersi dalle offerte fuori mercato), cioè come si consuma elettricità nel corso della giornata e dell’anno.

Ricordiamo, ad esempio, he con un tipico consumo elettrico medio annuale intorno ai 2.700-3.000 kWh (fare sempre un controllo con le bollette di un intero anno), un investimento per un impianto FV con potenze superiori ai 2,5-3 kWp può essere già esagerato rispetto alle proprie esigenze. Al fine di dimensionare un impianto FV è irrelevante conoscere il costo della bolletta, ma è invece importante considerare i consumi reali in kWh (divisi anche per fasce, F1, F2 ed F3), che sono ben esposti su ciascuna bolletta.

Per farsi un’idea di quanto consuma giornalmente e mensilmente un impianto fotovoltaico da 3 kW di potenza, ben esposto, in un’area come Roma, ecco una semplice tabella indicativa (produzione totale: circa 4.050 kWh/anno).

In linea di massima un impianto al centro Italia produce ogni anno circa a 1.350 kWh per ogni kWp installato (circa 7-8 mq di moduli per kW). Al nord la produzione solare diventa di circa 1.100 kWh/kWp, mentre al sud può raggiungere 1.500 kWh/kWp.

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