Carbone, dall’Ue la nuova piattaforma di incontro per la transizione energetica

  • 12 Dicembre 2017

La piattaforma fungerà da punto d'incontro delle parti che partecipano alla transizione energetica, interessando settori come la trasformazione strutturale, la diffusione delle tecnologie per le energie rinnovabili, l'ecoinnovazione e le tecnologie avanzate basate sul carbone.

ADV
image_pdfimage_print

L’Unione europea ha varato ieri, 11 dicembre, la nuova piattaforma per la transizone energetica delle regoni carbonifere.

L’obiettivo – spiega l’Ue in una nota stampa – è sviluppare progetti e strategie a lungo termine nelle regioni carbonifere, per innescare il processo di transizione e far fronte alle sfide ambientali e sociali.

Sono 41 le regioni e 12 gli Stati membri in cui si persegue attivamente l’estrazione di carbone, che occupa direttamente circa 185000 persone. Tuttavia – ricorda la nota stampa – negli ultimi decenni, la produzione e il consumo di carbone nell’UE hanno registrato un calo costante.

Le chiusure pianificate e in corso delle miniere di carbone nonché l’impegno di diversi Stati membri ad abbandonare l’uso del carbone per la generazione di energia elettrica dovrebbero accelerare questa tendenza al calo.

In questo quadro – leggiamo nella nota – la piattaforma fungerà da punto d’incontro delle parti interessate nazionali, regionali, locali e dell’UE che partecipano alla transizione, per aiutarle a creare partenariati e imparare dalle rispettive esperienze. Consentirà un dialogo fra le diverse parti interessate in materia di quadri strategici e di finanziamento, interessando settori come la trasformazione strutturale, comprese la diversificazione economica e la riconversione professionale, la diffusione delle tecnologie per le energie rinnovabili, l’ecoinnovazione e le tecnologie avanzate basate sul carbone.

La piattaforma – si spiega – è concepita in modo da promuovere la transizione energetica conferendo un’attenzione maggiore all’equità sociale, alla trasformazione strutturale, alle nuove competenze e al finanziamento dell’economia reale.

La politica di coesione

La Commissione – prosegue la nota  – sostiene già la transizione nelle regioni ad alta intensità di carbone e carbonio mediante la politica di coesione, che a livello dell’UE aiuta le regioni a realizzare le trasformazioni economiche sfruttando i punti di forza della “specializzazione intelligente“, ossia i settori di nicchia delle regioni, in cui risiedono le forze competitive, per sposare l’innovazione e la decarbonizzazione.

Grazie alla politica di coesione – si spiega – l’UE è a contatto diretto e costante con i partner regionali in campo e può fornire un sostegno ad hoc per guidare il cambiamento strutturale.

Parallelamente la Commissione lavora su una base sperimentale con un numero ristretto di regioni degli Stati membri per pianificare e accelerare il processo della diversificazione economica e della transizione tecnologica attraverso l’assistenza tecnica, lo scambio di informazioni e il dialogo bilaterale su misura relativo a fondi, programmi e strumenti di finanziamento dell’UE.

Nella seconda metà del 2017 sono state istituite squadre pilota nazionali per la Slovacchia, la Polonia e la Grecia, sulla base delle richieste di questi Stati membri, per assistere le regioni di Trencin, della Slesia e della Macedonia occidentale in base alle loro esigenze specifiche. Mano a mano che l’operato di queste squadre registra progressi, le loro esperienze saranno condivise con la piattaforma per le regioni carbonifere in transizione.

Transizione energetica e occupazione

Guarda alla decarbonizzazione dell’economia anche il pacchetto energia pulita – spiega la nota Ue – che, con una serie di misute, non solo mira a contrastare i cambiamenti climatici, ma genera occupazione e crescita, poiché promuove nuove opportunità lavorative nel settore energetico e investimenti in tecnologie moderne.

Fra il 2008 e il 2014 il numero di posti di lavoro nel settore delle tecnologie per l’energia rinnovabile è aumentato del 70% e oggi l’energia pulita dà lavoro a circa 2 milioni di persone nell’UE, essenzialmente nei settori delle energie rinnovabili e dell’efficienza energetica.

Secondo l’Ue, esiste un potenziale di creazione di ulteriori 900.000 posti di lavoro entro il 2030, a condizione si mobilitino sufficienti investimenti pubblici e privati. Il settore dell’efficienza energetica potrebbe creare fino a 400.000 posti di lavoro supplementari.

ADV
×