Legge Bilancio 2018, le osservazioni di Rete Irene su efficienza e detrazioni

  • 6 Novembre 2017

Continua il susseguirsi di pareri delle associazioni sulla Legge di Bilancio 2018, approvata dal Consiglio dei Ministri e che ora verrà discussa ed emendata dal Parlamento. Anche Rete Irene ha realizzato un'analisi del disegno di legge. Il testo del documento con le osservazioni.

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Continua il susseguirsi di pareri delle associazioni sulla Legge di Bilancio 2018, approvata dal Consiglio dei Ministri e che ora verrà discussa ed emendata dal Parlamento.

Anche Rete Irene ha realizzato un’attenta analisi del disegno di legge. Di seguito riportamo il testo del documento con le osservazioni sulle novità principali a firma di Virginio Trivella, coordinatore del comitato tecnico scientifico dell’associazione.

Aggiornamento requisiti minimi

“Alla luce delle novità introdotte con il disegno della Legge di Bilancio 2018 – si spiega nel documento – plaudiamo la proposta di aggiornare i requisiti tecnici minimi per le tecnologie che accedono al beneficio delle detrazioni, in modo da riallineare i parametri contenuti nei diversi provvedimenti ma, come abbiamo più volte osservato, bisogna evitare che da soglie di accesso agli incentivi eccessivamente severe derivino nuovi gravi ostacoli alla diffusione delle riqualificazioni energetiche profonde”.

Bisogna tener presente – spiega Rete Irene – che già oggi in molti casi risulta oltremodo difficile individuare soluzioni tecniche economicamente accettabili in grado di soddisfare alcuni requisiti minimi prescritti per le ristrutturazioni importanti (quelle che beneficiano del 70-75%) – prosegue la nota – le maggiori difficoltà sono generalmente riscontrate in riferimento alla correzione dei ponti termici e alla quantità di energia da fonti rinnovabili.

“Ricordiamo che l’incentivo è uno strumento della Strategia Energetica Nazionale, e l’obiettivo della SEN non è premiare qualche caso di eccellenza, ma stimolare una trasformazione di massa. Di conseguenza, siamo fermamente convinti che i requisiti di accesso agli incentivi devono coincidere con i requisiti minimi”.

Fondo per la concessione di garanzie sugli eco-prestiti

All’interno del disegno della legge di bilancio 2018 – si legge nel documento – è finalmente prevista l’attivazione del fondo per il rilascio di garanzie su finanziamenti concessi da istituti di credito a cittadini per la riqualificazione energetica degli immobili. Si stima che con i 50 milioni messi a disposizione ogni anno per le garanzie sarà possibile stimolare investimenti per oltre 600 milioni di euro.

Inoltre – prosegue la nota di Rete Irene – Ecobonus e sismabonus saranno fruibili dagli Istituti autonomi per le case popolari per gli interventi realizzati su immobili residenziali non solo di loro proprietà, ma anche su quelli da loro gestiti e di proprietà dei Comuni. L’estensione favorisce anche gli immobili posseduti dalle cooperative di abitazione a proprietà indivisa, assegnati in godimento ai propri soci.

A occuparsi del monitoraggio delle detrazioni per le ristrutturazioni edili sarà l’ENEA, che avrà il compito di “valorizzare i risparmi generati dalle detrazioni fiscali per il recupero edilizio, ad oggi non conteggiati, attraverso la strutturazione di un sistema di monitoraggio degli interventi eseguiti”.

Questo – secondo Rete Irene – permetterebbe di conteggiare, ai fini del raggiungimento degli obiettivi nazionali di efficienza energetica e a costo pressoché nullo, i risparmi derivanti da una misura che, si ricorda, genera investimenti per oltre 25 miliardi di euro annui nel settore dell’edilizia.

“Sono diversi anni – scrive Rete Irene – che denunciamo la ‘concorrenza sleale‘ che è in atto tra i diversi incentivi, che ha consentito di installare impunemente caldaie obsolete, serramenti e isolamenti con prestazioni ben al di sotto dei requisiti minimi obbligatori, e addirittura realizzare interventi di manutenzione straordinaria degli involucri trascurando completamente l’opportunità (obbligo) di adeguamento energetico, beneficiando comunque di un ricco incentivo, spesso ottenuto a fronte di interventi che sarebbero stati realizzati anche in sua assenza.

Si deve osservare – prosegue la nota – che la messa al bando delle caldaie non conformi alla direttiva Ecodesign e l’auspicio già menzionato di un coordinamento tra i diversi incentivi renderebbe tardivo il provvedimento, perché non ci sarebbe più nulla da computare.

“Un obbligo di informazione esteso a tutte le categorie di interventi, e non solo a quelli con finalità energetiche, fornirebbe dati molto utili per valutare come viene impiegato l’85% degli incentivi che fino a oggi, inspiegabilmente (e diversamente dalle detrazioni per riqualificazione energetica), sono rimasti privi di riscontro analitico”, conclude l’associazione.

Effetti finanziari dei provvedimenti

Ancora una volta – insiste Rete Irene – occorre mettere in evidenza che il calcolo degli effetti finanziari della policy di incentivazione, reperibile nella relazione tecnica del disegno di legge, è condotto in modo da sovrastimare enormemente il suo costo per il bilancio pubblico, avvalorando il messaggio sbagliato che il sostegno della transizione energetica e della protezione ambientale sia eccessivamente oneroso e da attuare con cautela.

Nella relazione, spiega il documento dell’associazione, sono indicate le stime relative alle spese annuali che beneficeranno dei vari tipi di incentivi, ed è quantificata la loro addizionalità (cioè la percentuale di spese attivate grazie all’incentivo, al netto di quelle che sarebbero state realizzate anche in sua assenza).

Naturalmente, stante l’obbligo di tracciabilità dei pagamenti, tutte le spese incentivate saranno fatturate e, di conseguenza, tutta la quota addizionale costituirà maggiore base imponibile per le imposte dirette (IRPEF/IRES/IRAP) e indirette (IVA), sottolinea Rete Irene.

Alcuni emendamenti di Rete Irene

Rete Irene ha elaborato alcuni emendamenti con il fine di incrementare l’efficacia del meccanismo di incentivi, delle proposte concrete per conseguire gli obiettivi della SEN e delle esigenze occupazionali e ambientali del Paese, che saranno pubblicate nei prossimi giorni sul sito dell’associazione.

Di seguito riportiamo il documento completo di analisi di Rete Irene contenente le proposte per incrementare l’efficacia del meccanismo, a vantaggio del conseguimento degli obiettivi della Strategia Energetica Nazionale e delle esigenze occupazionali e ambientali del Paese.

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