Tra Lussemburgo e Lituania il primo accordo sull’energia pulita “virtuale”

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Siglata un’intesa per il “trasferimento statistico” di elettricità da rinnovabili tra i due paesi, grazie al meccanismo di cooperazione e flessibilità previsto dalla legislazione UE. Vilnius cederà almeno 700 GWh nel 2018-2020 ricavandone circa 10 milioni di € con cui finanziare nuovi progetti green.

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Lussemburgo e Lituania sono i primi due paesi ad aver siglato un accordo di “trasferimento statistico” (statistical transfer) di elettricità generata con tecnologie pulite, un sistema che potremmo definire di finanza energetica creativa, previsto – ma finora inutilizzato – dalla direttiva UE sulle fonti rinnovabili per aiutare gli Stati membri a raggiungere i rispettivi traguardi al 2020.

Non c’è alcun trasferimento “fisico” di energia da una nazione all’altra: l’intera operazione riguarda unicamente i libri contabili, le statistiche per l’appunto, in modo da consentire a un paese in ritardo sugli obiettivi green (il Lussemburgo in questo caso) di recuperare il terreno perso negli anni precedenti.

La Lituania, nel 2015, era già in regola con la quota di rinnovabili che era stata assegnata per il 2020, pari al 23% del mix elettrico; il Lussemburgo, al contrario, dovrebbe arrivare all’11%, ma è inchiodato al 5% di energia verde complessivamente generata.

Il piccolissimo Stato membro, quindi, ha deciso di sfruttare il meccanismo di cooperazione e flessibilità concesso dalla legislazione europea.

La logica di questo provvedimento, in sintesi, è permettere ai paesi più ricchi di risorse rinnovabili di “cedere” una parte della loro energia a quelli che incontrano maggiori difficoltà a installare impianti eolici, solari, idroelettrici e così via.

L’intesa sottoscritta tra i due partner, prevede che la Lituania trasferirà una parte del suo surplus elettrico verde al Lussemburgo nel periodo 2018-2020, con un minimo di 700 GWh. Vilnius dovrebbe ricavare circa 10 milioni di euro dal presente accordo.

Questi soldi saranno investiti in nuovi progetti di fonti pulite, probabilmente in campo eolico (la Lituania conta circa 500 MW di potenza installata in questa fonte).

Come evidenzia l’agenzia di stampa europea EurActiv, è molto probabile che questo non rimarrà un caso isolato, poiché diversi Stati membri sono rimasti un po’ indietro sugli obiettivi per le rinnovabili; tra l’altro, il target di energia a zero emissioni di CO2 per il 2030 sarà ancora più ambizioso.

Un prossimo accordo di trasferimento statistico, riferisce l’agenzia, potrebbe coinvolgere nuovamente il Lussemburgo con l’Estonia, un paese quest’ultimo che sembra molto interessato a rendere disponibile il suo surplus energetico, ricavandone dei profitti con cui finanziare la costruzione di un grande parco eolico offshore nel Baltico (vedi questo documento del governo estone).

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